Questa mattina mi sono svegliata con un punto fisso ovvero di andare a trovare Darius al cimitero e credo sia dovuto anche al fatto che la scorsa notte l'ho sognato.
Prendo un paio di jeans e una felpa dall'armadio che come al solito ho lasciato aperto, mi cambio velocemente e dopo aver messo anche le scarpe vado in camera di Theo.
«Mi presti la macchina?» domando sorridendogli innocentemente sperando che non mi chieda perché mi serve
«Perché? Dove devi andare?» ecco appunto e io che avevo detto?
«Devo fare una commissione»
«Dove?»
«Theo eddai!» mi lamento «Non vi rigo la macchina»
«Sono lì sopra» dice indicando la scrivania, mi avvicino ad essa e prendo le chiavi in mano
«Tanto poi scoprirò dove sei andata» mi informa
«Sei un rompi palle, te l'hanno mai detto?»
In tutta risposta mio fratello mi fa la linguaccia e torna a fare quello che stava facendo prima che lo interrompessi ovvero guardare una serie tv. Esco dalla sua stanza e vado in garage, apro il portellone ed entro in macchina.
Quando arrivo al cimitero mi si forma un groppo in gola che proprio non riesco a mandare giù.
Blocco la macchina e inizio a camminare tra le varie lapidi in cerca di quella di Boo che trovo dopo una decina di minuti. Mi siedo per terra davanti alla sua lapide e mi prendo qualche momento per osservare ciò che è stato inciso sulla pietra:
Darius Vincent Dawson
19 febbraio 1996 – 25 giugno 2018
Rimarrà sempre nei nostri cuori
la sua dolcezza e la sua testardaggine
Ha servito con onore la sua Patria.
«Ei Boo..» mormoro sorridendo malinconica, mio Dio quanto mi manca «Mi dispiace non essere riuscita a venire qui a trovarti ma dopo la tua partenza e la tua.. la tua morte sono successe molte cose.. ho dovuto dire addio alla ginnastica artistica per colpa di una psicopatica e dopo due mesi di riabilitazione e tutto il resto non potrò tornare né ad allenarmi né a gareggiare..»
Mi lego i capelli in una crocchia, tiro le gambe al petto e vi ci appoggio sopra il volto «La cosa divertente è che la coach della squadra della UCLA mi è venuta a trovare quando ero in ospedale e mi ha proposto di andare a studiare lì e di allenare le ragazze.. ero tentata di rifiutare perché non era quello che avrei voluto fare nella vita ma poi alla fine ho detto sì perché..» mi blocco quando devo spiegare il perché della mia decisione, non so perché.. «Credo di aver accettato perché non sopportavo l'idea di rimanere qui e non poter fare nulla o andare da qualche parte e pensare a te, non ce la facevo proprio quindi ho detto sì a questa nuova esperienza anche se la mamma non ne era molto entusiasta e le ho dovuto promettere che avrei visto una psicologa e strano ma vero non ho saltato nemmeno un appuntamento.»
Il mio cellulare inizia a vibrare nella tasca della felpa segnalandomi l'arrivo di una chiamata, tiro fuori il cellulare e fisso lo schermo fino a quando la chiamata non si interrompe per poi ripartire dopo qualche secondo ma non rispondo nemmeno questa volta.. semplicemente blocco lo schermo e rimetto il telefono dov'era prima.
«Dalla psicologa ho parlato di tutto quello che mi è capitato negli ultimi anni.. dalla separazione dei miei al tuo primo incarico, fino alla tua morte» sussurro come se qualcuno potesse sentire quello che sto dicendo ma qui non c'è nessuno al di fuori di me «Le ho raccontato di come sono stata male quando ho saputo della tua morte, di come mi sono chiusa in casa e di come Maximilian mi ha aiutata.
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Unbearable 2
Romance→sequel di Unbearable, si consiglia la sua lettura per avere una migliore comprensione← Sono passati un paio di mesi dall'inizio delle lezioni alla UCLA e Ivy ha fatto amicizia solo con un'altra persona oltre che con la sua coinquilina e a parer su...