Chapter 25: We are here with you

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 «Ivy, tesoro sei pronta?» mi chiede mia madre entrando in camera «Tra poco dobbiamo uscire»

«Si, arrivo subito»

Mi guardo un'ultima volta allo specchio per controllare di essere in ordine e poi seguo mia madre di sotto dove ci stanno aspettando i gemelli ed Edward.

È da quando mi sono svegliata sta mattina che sono in ansia e non riesco a farmela passare, gioco con l'anello che porto al pollice in continuazione.

«Andrà tutto bene» sussurra Theo al mio orecchio «Siamo con te»

Quando arriviamo davanti al tribunale mi iniziano a tremare le mani, i gemelli mi prendono a braccetto e questo mi da una spinta a prendere coraggio ed entrare dentro.

«Tra poco dobbiamo entrare in aula» mi informa l'avvocato Miller poi si mette a parlare con mia madre ed Edward poco più distante da dove sono seduta con i gemelli

«Andrà tutto bene» mi dice Isaac abbracciandomi e anche se sono arrabbiata con lui per l'altra volta mi lascio coccolare per quei pochi minuti che ci rimangono prima che inizi il processo «Andrà tutto bene»

Non so se lo stia dicendo più a se stesso o a me ma va beh

«E se andasse male?» chiedo loro con l'ansia a mille

«Non andrà male, non può andare male» risponde risoluto Theo «Sarà veloce e indolore»

«Indolore mica tanto»

«Signori, dobbiamo entrare»

Ci alziamo in piedi e seguiamo il nostro avvocato all'interno dell'aula dove c'è già il giudice ad aspettarci ma per il momento non sono ancora arrivati Crystal e il suo avvocato.

«Io e te ci andremo a sedere a quel tavolo mentre loro staranno dietro di te» mi dice il signor Miller indicando con il mento il tavolo e le sedie poco distanti da noi, lo seguo fino al tavolo e mi accomodo immediatamente dato che iniziavo a non sentire più le gambe.

«Il convenuto?» chiede il giudice «Non sarà mica in ritardo»

«Non lo so, Vostro onore»

«Scusi per l'attesa, Vostro onore» dice una voce femminile, mi giro di poco e vedo entrare nell'aula una donna con un tailleur pantalone scuro e Crystal con al seguito la famiglia «Possiamo iniziare»

Entrambe si accomodano al tavolo vicino a quello dove sono seduta con l'avvocato dell'associazione della squadra per cui gareggiavo e ho visto quella stronza dai capelli biondi rivolgermi un sorrisino strafottente che avrei voluto strapparle dal volto a suon di pugni o padellate.

«L'associazione di ginnastica artistica ha chiamato in causa Crystal Johnson, come si dichiara l'imputata?» domanda il giudice volgendo il suo sguardo su Crystal

«Non colpevole, Vostro onore» risponde l'avvocato alzandosi in piedi «La mia assistita si dichiara non colpevole»

«E ti pareva» sento dire da Isaac il quale poi si lamenta per qualcosa e suppongo si sia lamentato della sberla che gli ha tirato nostra madre per farlo tacere «Siamo in un tribunale, non puoi picchiarmi»

«Silenzio laggiù!» esclama il giudice «Chiamo al banco dei testimoni l'allenatrice Katie Roberts»

Katie si va a sedere al banco dei testimoni e presta il giuramento.

«Lei da quanto tempo è l'allenatrice di Ivy?» le chiede il giudice girandosi a guardarla

«Sono stata la sua allenatrice per quindici anni»

«E di Crystal Johnson?»

«Da qualche mese» risponde lei «All'incirca saranno sei mesi»

«Ci racconti cos'è successo di preciso quel giorno»

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