Chapter 53: I'm Listening

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Che goduria fare la doccia, soprattutto dopo aver passato l'intera settimana a studiare come una pazza per l'esame di diritto privato e averlo dato superandolo a pieni voti, mamma mia.

Mi sto asciugando il corpo quando sento qualcuno bussare alla porta della stanza e io sbuffo, ma perché devo sempre rompere nei momenti meno opportuni?

«Max!» urlo «Apri tu!»

Sento la porta aprirsi e parlottare ma non capisco con chi stia parlando però la voglia di andare a vedere chi sia non c'è così continuo ad asciugarmi in silenzio.

«Vee!»

«Se è Logan mandalo via!» urlo in risposta

«Vee!»

«Chiunque sia mandalo via!»

«Ivy!» urla

E ora chi cazzo è?

Mi infilo velocemente le mutande, il reggiseno e una maglietta aprendo poi la porta del bagno.

«Si può sapere che cazz..» le parole mi muoiono in bocca «No. Assolutamente no.»

«Se questo è uno scherzo non è affatto divertente» borbotto rivolgendomi a Max ma lui mi guarda confuso

«Ivy per favore» prova mio padre

Io faccio fuori Isaac e Theo.

Li sotterro vivi.

«Io credo che andrò» dice Maximilian a disagio ma io scuoto energicamente la testa in dissenso

«Possiamo parlare?»

«Di cosa? C'è qualcosa da dire? Isaac ha dimenticato qualche particolare?» gli domando acidamente

«Non ti permetto di parlarmi così! Sono tuo padre!» sbotta lui e io per poco non scoppio a ridere, ma fa davvero?

«A convenienza»

«Ivy Parker smettila immediatamente!»

«Se no cosa fai? Mi metti in castigo? Ho quasi vent'anni se non te lo ricordi» ribatto incrociando le braccia al petto facendo si che la maglietta si alzi di poco e lo sguardo di Max indugia sulle mie gambe

In quel momento mio padre si ricorda della presenza di Maximilian e il suo sguardo si posa su di lui, «Di grazia potrei sapere chi sei? E soprattutto perché sei nella stanza di mia figlia?»

Max fa per rispondergli ma io lo fermo con un secco e deciso "no" mentre mio padre alza gli occhi al cielo e sbuffa al mio comportamento infantile.

«Sono stufo e arcistufo di come tu mi stai trattando! Hai capito?» sbotta mio padre «Tu ora ti vesti e andiamo in un fottutissimo bar a parlare o dove ti pare»

Spalanco la bocca per il modo in cui mio padre ha parlato non aspettandomelo ma mi riprendo subito quando sento qualcuno ridacchiare sommessamente e quel qualcuno se non si fosse capito è Maximilian.

«E tu non ridere stronzo» borbotto indispettita «E io con te non vado da nessuna parte.»

«Ti chiedo semplicemente di ascoltare ciò che ho da dire..» dice più pacatamente mio padre «Se poi deciderai di non voler più avere a che fare con me lo rispetterò»

Sono seriamente tentata di andare in un bar per poi dirgli che non lo voglio più vedere, sono tentata.

«Ho una condizione» dico sorridendo furba

«E sarebbe?»

«Che viene anche lui.»

Mio padre sbuffa irritato ma acconsente e io esulto mentalmente.

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