Parte 1

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Sono seduta ancora qui, in questo prato non male, davanti a me un lago mozzafiato nel quale non penso nemmeno per sogno di tuffarmi, la mia cosiddetta famigliola si trova nella baita, i miei fratelli staranno ridendo e scherzando, i miei perfetti genitori staranno discutendo per la porta in faccia ricevuta alla mia uscita.

Sto leggendo un libro abbastanza interessante da far perdere la condizione del tempo, qui c'è la pace assoluta; qui c'è la tranquillità di cui ho bisogno, vorrei poter stare qui in eterno, senza dover dare conto a nessuno, senza dover dare spiegazioni di come, quando, quanto e perchè leggo.

Chiudo il libro che sto leggendo, si intitola "After", un libro che quando inizi a leggerlo o lo finisci, o non devi pensar minimamente di iniziarlo perchè diventa il tuo bisogno quotidiano.

Mi chiamo Allyson, ho 15 anni e sono un'adolescente con molti problemi, ho problemi in famiglia, ho problemi e traumi che non andranno mai più via e sono una persona al quale piace stare nel suo.

In questo momento mi godo lo spettacolo che ha creato la natura, per quanto io possa, dato che dal momento che ho sbattuto la porta di casa si è staccata la spina e di conseguenza il cervello è in fase rem.

Sono una ragazza adottata,  di conseguenza non vivo con i miei veri genitori, ho due sorelle e un fratello, Lucy di 17 anni, perfida come sua madre adottiva,  Aaron di 18 altrettanto stronzo e la piccola Amy di 3 anni, quest'ultima è stata adottata dalla signora Maddison e dal signor Dimitri all'età di 19 mesi, e se ve lo stesse chiedendo, no, non li chiamerò mai mamma e papà. Questa bambina me la sono dovuta crescere io e la cosa non mi turba affatto, sta crescendo come sono cresciuta inizialmente io, in una famiglia sempre adottiva ma abbastanza distinta, con una sorella maggiore che mi insegnava le basi e mi accudiva; mi cucinava e mi imboccava.

"Posso?" Una voce maschile mi fa sobbalzare dai miei pensieri, ho il terrore sia Aaron, la voce sembra quella, Dio mio fa che non sia lui, non mi girerò.

"Posso?" Ripete, mi giro con cautela, e di fronte mi si presenta un ragazzo moro con un sorriso.

"Fà pure, non sono la proprietaria." Dico acida. E' un ragazzo alto, il classico belloccio che ora si prenderà gioco di me. Occhi scuri, capelli scuri e labbra piene.

"Grazie." Dice con tono cordiale cercando di fissarmi negli occhi, ma volto subito la faccia verso il lago.

"Io sono Bryan." Dice cercando la mia attenzione, ma io ovviamente lo ignoro.

"Ehi ragazza misteriosa io sto parlando con te, ti spiacerebbe darmi un minimo di considerazione?" Chiede sorridendo dal momento che mi sono voltata lentamente.

"Si?? Per far sì che tu possa deridermi, giudicarmi per questo maledetto apparecchio, questi occhiali ridicoli, per il modo in cui sono vestita e per qualche chilo in più? No grazie. Non ho voglia di avere altri casini, per oggi ne ho avuti già abbastanza." Sibilo a denti stretti dal nervoso. Un vizio che dovrei levarmi, dato che non mi porta da nessuna parte ogni volta che li stringo.

"Chi ha mai detto che io voglia deriderti scusa?" Dice serio, quasi offeso oserei dire.

"Senti Bryan, Ryan o come ti chiami; mi fai la cortesia di lasciarmi stare? Ho già i miei cazzi, per favore lasciami perdere, fidati di me, porto solo guai." Dico con occhi spalancati guardandolo fisso negli occhi senza far trapelare nessuna emozione se non quella glaciale che uso con persone che cercano di entrare nella mia vita ma che cambiano idea dopo un atteggiamento simile.

"Ok." Bene, ha compreso il concetto.

Torno a fissare il vuoto, a pensare allo schifo di vita che mi è toccato e l'occhio ricade nella baita della mia famiglia notando movimenti strani.

Allyson dal cuore di ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora