Parte 35

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Dopo svariato tempo di silenzio arriviamo, appena derapa per fare il figo davanti al suo gruppo mio fratello sbianca e si irrita visibilmente.

Scendo dall'auto e sbatto la portiera andando verso Aaron.

"Marmocchia." La bufera di neve? Non è niente a confronto.

"Aaron." Inutile dirlo, priva di emozioni.

"Che c'è?" Mi dice, cerca di decifrarmi.

"Le chiavi, muoviti." Tutti ci guardano. Bryan è bianco nel vederci così neutrali.

"Tieni.." Mi guarda troppo.

"Tu. Prendi quelle chiavi e portami a casa, poi torni qua." Dico indicando Bryan.

"Cosa ti ha fatto marmocchia..?" Chiede nero.

"Mi ha urtato il sistema nervoso, pensava fossi dolce e carina." Dico incazzata.

"Invece?" Continua lui.

"Invece ha sbagliato persona." Dico piena di me.

"Perché ti ha urtata?" Dice grattandosi il mento.

"Perché gli ho detto che tu avevi chiesto gentilmente se mi avesse riportata qui, lui mi ha chiesto se fossi tu ad aver detto 'Gentilmente', oh Aaron, è un interrogatorio?" Giuro, stasera massacro qualcuno.

"Allyson." Dice irritato.

"Portami a casa." Dico chiudendo la conversazione.

"Ma hai detto a Bryan di portarti." Dice sconvolto.

"Ho cambiato idea. Portami a casa, altrimenti vado a piedi." Lo guardo  con aria di sfida.

"Vai con Bryan." Dice tagliando corto.

"O tu o a piedi." Dico furente.

"Vediamo come fai marmocchia." Dice iniziando la sfida.

Gli levo le chiavi di mano e inizio a camminare a passo svelto, dopo poco che svolto l'angolo inizio a sentir richiamare il mio nome. Frazione di secondi sento le gomme dell'auto stridere sull'asfalto, mi giro e vedo Bryan.

"Sali perfavore, non è una zona bella." Dice Bryan disperato. Mi giro e vedo i ragazzi con Aaron che mi fissano.

"Ti chiami Aaron?" Chiedo con calma.

"Allyson perfavore." Dice serio.

"Rispondi, ti chiami Aaron?" Chiedo alzando un sopracciglio.

"No, mi chiamo Bryan però se tu non dovessi salire in macchina Bryan scende e ti porterebbe di peso a lato del passeggero per portarti a casa." Dice serio, ma si sentono tutti esperti nel minacciarmi?

"Mi siedo qui piuttosto." Metto le braccia conserte. Non hanno veramente capito chi sono?

"Bene, l'hai voluto tu." Scende dalla macchina ma non ha tempo di afferrarmi perché lo spingo verso la portiera stessa afferrandogli con violenza i gioielli di famiglia e chiudere a pugno la mano.

"Cosa non ti è chiaro della frase: NON SALGO IN MACCHINA CON NESSUNO SE NON E' AARON ALLA GUIDA?" Ha gli occhi spalancati e dopo pochi istanti si piega in ginocchio.

"Ho afferrato il discorso, fanculo Allyson." Io lo guardo, guardo gli altri che sono sconvolti, mi giro e me ne vado. Sento Aaron chiamarmi; lo ignoro con semplicità.

"Bryan cazzo spostati da sta benedetta portiera!!" Grida il biondo verso il moro.

Ovviamente lo trovo dopo pochi istanti al mio fianco.

"Sali immediatamente." E' furibondo.

"Non ho più voglia." Dico facendo spallucce.

"Allyson ti do tre secondi per salire su questa cazzo di macchina perché altrimenti divento una iena. Te lo giuro Allyson!" Si sta passando le mani nei capelli, è raro che lo fa, quelle poche volte che l'ho visto compiere questo gesto ha fatto cose allucinanti ma a me interessa ben poco.

"Ho detto che non salgo." Dico continuando a camminare, è rimasto indietro.

Improvvisamente non sento più la terra sotto i piedi e di conseguenza inizio a dimenarmi. Mi carica in macchina e sale immediatamente per mettere in moto e iniziare a schiacciare l'acceleratore.

"Perchè?" Mi chiede.

"Perchè si." Mi limito a dire solo questo, non vado oltre.

"Cosa c'è che non va Allyson." Posteggia in un parcheggio enorme, non so nemmeno dove ci troviamo.

"Cosa c'è che non va Aaron?" Chiedo facendo l'ingenua.

"Allyson sai quanto odio quando rimandi la domanda che ti è appena stata fatta cazzo, perché ti ostini sempre a farmi perdere le staffe?" Chiede in fase di eplosione.

"Non c'è niente." Dico roteando gli occhi contemporaneamente alle mani con fare teatrale.

"Smettila." Mi guarda con occhi... particolari. Ma cosa vuole?

"Aaron davvero, non ho niente. Portami a casa." Dico seria.

"No." Dice deciso.

"Volevi per caso stare un po' con me?" Chiede sorridendo.

"Anche se fosse Aaron?" Non so perché ma l'ho chiesto strillando.

"Bene. Volevi stare con me!" Mi guarda con un sorriso vittorioso.

"Aaron!" Gli tiro uno schiaffo.

"Non mi hai fatto niente." Mi fa la linguaccia, sono pronta a tirargliene un altro ma lui era pronto a questa reazione tanto che mi blocca entrambe le mani con una mano e con l'altra preme un tasto vicino al sedile e io poco dopo mi ritrovo straiata con lui nel lato che mi stringe forte.

"Aaron staccati." Dico urtata.

"No. Calmati marmocchia, sono qui ora." Mi tiene tanto stretta da non farmi muovere, mi ha blindato anche le gambe con le sue. Quanto mi è mancato.. Mi ricordo da piccolini come mi abbracciava.. Mi mancano quei momenti.

Mi sta accarezzando la testa da un tempo infinito. E sono calma da un po'.

"A che pensi piccola?" Chiede rilassato.

"A quando da piccola mi tenevi sempre con te." Dico senza collegare la bocca al cervello.

"Ah si?" Chiede.

"Si." Rispondo semplicemente.

"Cosa ti manca più in assoluto di quei momenti?" Chiede guardando un punto poco definibile dato che è buio.

"Quando la notte venivi da me, quando mi abbracciavi, quando mi accarezzavi nella notte per farmi dormire dicendo che c'eri tu a proteggermi. Che nessuno ci avrebbe mai divisi." Dico riflettendo.

"Bene marmocchia.. Aspetta un istante." Prende il telefono per poi metterlo in vivavoce.

Allyson dal cuore di ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora