Capitolo 1: 𝒏𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒑𝒆𝒄𝒊𝒂𝒍𝒆.

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Milano, Italia. Maggio 2019.


Stavo leggendo Emma di Jane Austen. Tra i suoi libri era sempre stato il mio preferito, probabilmente era tutto merito della protagonista. A un occhio esterno saremmo potute sembrare simili: due giovani ragazze di buona famiglia, intelligenti. Non ero certa che condividessimo l'aggettivo "bella", ma agli occhi di qualcuno io sarò pur sembrata tale!

La nostra somiglianza era, però, solo in superficie. Se Emma era amata dalla sua famiglia e considerata da chiunque perfetta, io ero l'opposto. E forse era proprio l'invidia che provavo nei suoi confronti a spingermi ad apprezzare il suo personaggio. Avrei voluto essere come lei: bella, amata e sicura di me stessa.

Girai la pagina, continuando a immergermi nella lettura. Il testo era in inglese, ma questo non era un problema.

Se qualcuno mi avesse chiesto chi avrei voluto conoscere se fossi potuta tornare indietro nel tempo sarei stata indecisa tra Jane Austen e Shirley Jackson. Scegliere tra di loro sarebbe stato impossibile. Con l'autrice britannica avrei voluto discutere del futuro e del potere che le sue storie aveva ancora su tantissime persone. Con Shirley... avrei voluto solo darle un abbraccio e confrontarla nelle sue disgrazie.

Una frase attirò la mia attenzione e mi spinse a sorridere: «The most incomprehensible thing in the world to a man, is a woman who rejects his offer of marriage!*» Parole che mi rimasero impresse nella mente, costringendomi a fermarmi per non perdermi parti importanti.

Il Matrimonio era un tema molto importante nei libri della Austen e inizialmente avevo storto il naso all'idea di doverli leggere. Per fortuna, la tentazione aveva prevalso e io avevo divorato la sua bibliografia.

Non avevo mai immaginato il giorno del mio matrimonio né ero mai riuscita a vederlo come un evento importante. Nella vita era un minuscolo passaggio, niente di ché. Certo, un giorno, se avessi trovato la persona adatta a me, mi sarebbe piaciuto sposarmi, ma non lo consideravo un traguardo.

Non ero certa di quale fosse la ragione che mi spingesse ad alzarmi dal letto ogni giorno. Di sicuro, però, non si trattava né del Matrimonio né dell'Amore.

Una notifica sul telefono mi distrasse e spostai lo sguardo per vedere che ore fossero. Avevo ancora una decina di minuti prima di dover lasciare la sala da pranzo per andarmi a cambiare. Non avevo ancora bevuto il mio solito tè, quindi posai il libro sul tavolino e finii di fare colazione. Il tè era ancora caldo, presi la tazza con le mani e mi godetti quel calore, mentre fissavo il vuoto pensierosa. Era strano che mi piacesse leggere la mattina presto? L'avevo sempre trovato rilassante e quando ne avevo parlato con una mia amica, lei mi aveva guardata come se fossi pazza. Forse aveva ragione.

Puntai lo sguardo sul giardino, dove il sole era già sorto. Riuscivo a vedere le foglie verdi degli alberi muoversi per il vento.

Ero seduta al mio tavolo preferito: rotondo, piccolo e vicino alle enormi finestre della sala da pranzo che davano su una parte del giardino. A una decina di metri alle mie spalle c'era il lungo tavolo con le macchinette per le bevande e diversi tipi di colazione. La mia parte preferita era la macchinetta per fare i waffle.

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