Martedì 11 Giugno.
Sveglia alle sette, appuntamento alle nove fuori dalla porta di casa.
La sera precedente, Edoardo era passato dalla mia stanza, assicurandomi che ci saremmo divertiti un sacco. Io ne dubitavo con ogni fibra del mio corpo.
Per il suo appuntamento avevo scelto come meta un parco acquatico che si trovava a qualche ora di macchina da casa.
Avevo stabilito un piano da seguire: nel mezzo della giornata, avrei trovato un modo per allontanarmi da lui di nascosto e avrei passato il resto della giornata nel fiume artificiale che attraversava tutto il parco. Avrei scelto una ciambella e mi sarei goduta la solitudine.
Essendomi svegliata molto presto, avevo la sala da pranzo tutta per me. Mi misi le cuffie e ascoltai la musica mentre mangiavo con calma.
Dopo quasi cinque minuti di pace, Cameron comparve nel mio campo visivo. Si sedette nel posto davanti a me e iniziò a parlarmi. Avendo la musica nelle orecchie ad alto volume non sentii nemmeno una parola di ciò che stava dicendo. Abbassai la testa, muovendo i capelli in modo che mi coprissero ancora meglio le orecchie.
Cameron non si rese conto che non lo stavo ascoltando e proseguì a parlare. Lo osservai. Il suo volto era serio e corrucciato. Qualcosa lo stava turbando, ma io non ero mai stata brava a leggere il labiale. I suoi capelli biondo scuro erano arriffati e lui si era seduto senza prendere niente dal buffet della colazione. Fissai la pelle sotto i suoi occhi, chiedendomi come riuscisse a svegliarsi presto ogni mattina senza avere occhiaie scure come le mie. Dovevo scoprire la sua skincare.
Il suo sguardo stava iniziando a spazientirsi e io intuii che fosse arrivato il momento di svelare la ragione per cui non gli stavo rispondendo. Con estrema lentezza, fermai la musica e tolsi gli auricolari, appoggiandoli sulla tovaglia bianca tra di noi.
«Sei seria?» mi disse, incredulo e infastidito.
Bevvi un sorso del mio latte, che si stava raffreddando. «Come riesci a parlare così tanto di prima mattina?»
«Neels ci ha detto cosa avete fatto ieri.»
«No, ma cosa mi dici? Non me lo aspettavo proprio...»
Il mio sarcasmo peggiorò il suo umore. «Non puoi annullare il matrimonio» tagliò corto.
Il suo corpo era teso verso di me, le sue braccia erano appoggiate sul tavolo, stropicciando la tovaglia, e i suoi occhi mi stavano fissando intensamente.
«Quanto entusiasmo e fiducia riponi in me, Cameron...»
Finii in un unico sorso il resto del latte e sbattei con forza la tazza. La controllai con un'occhiata per assicurarmi che non l'avessi rotta.
«Dovresti riflettere meglio sulla mia offerta.»
Cameron premette la schiena sullo schienale della sua sedia e incrociò le braccia al petto.
«Ci ho riflettuto» ammisi.
Il suo sguardo si illuminò e il suo viso si addolcì. «Davvero?»
Mi alzai in piedi. «Ci si vede in giro.»
Cameron tenne lo sguardo fisso su di me. «Ci vediamo mercoledì prossimo, Bea.»
Il mercoledì successivo era stato programmato il nostro appuntamento.
Alzai una mano come saluto e raggiunsi l'uscita della sala. «Non vedo l'ora.»
...
Edoardo era in ritardo. Lo aspettai per dieci minuti, sedendomi sul terrazzo. Quando lo vidi uscire dalla porta principale, gli rivolsi un saluto freddo e frettoloso.
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Ocean of Lies
ChickLitIN REVISIONE (la storia è completata, ma sto riscrivendo i capitoli e ogni settimana ne rendo visibile uno nuovo!) Libro primo. Arrivata a diciotto anni l'ultima cosa che Beatrice vorrebbe è avere a che fare con i fratelli Nobili. Affascinanti, car...