Capitolo 22: 𝒍𝒂 𝑩𝒊𝒃𝒍𝒊𝒐𝒕𝒆𝒄𝒂 𝒏𝒆𝒐𝒎𝒊𝒅𝒂.

339 59 133
                                    

«Dove pensavi che stessimo andando?»

Collegai il mio telefono allo schermo della sua auto. Con la coda dell'occhio, notai che Neels aveva puntato lo sguardo fuori dal suo finestrino e che si stava coprendo la bocca con una mano. Il suo imbarazzo mi divertì.

«Metto un può di musica?» chiesi, allungandomi verso di lui, desiderosa di disturbarlo ancora un po'. Neels girò la testa, impedendomi di vederlo in volto e annuì.

Scelsi una canzone italiana che non mi dispiaceva, non sapendo che gusti musicali avesse Neels. Quando partì la traccia e lui alzò il volume, fui contenta di avere fatto la scelta giusta.

Raggiungemmo la biblioteca in poco tempo, non incontrando troppo traffico sulla nostra strada. Io e Neels parlammo poco. Lui aveva la testa altrove e fui io a iniziare una conversazione. «Non mi hai ancora chiesto come mai non sono andata all'appuntamento con Oliver.»

Dopo che avevo ricevuto il file con gli appuntamenti, avevo immaginato che i ragazzi ne avessero parlato tra di loro, confrontandosi su date e destinazioni.

Neels non si fece turbare dalla mia domanda. Restò con lo sguardo puntato sulla strada. «Oliver ha messo subito in chiaro che non voleva essere coinvolto» disse. «Ti ha dato buca senza dirti niente?» Mi lanciò un'occhiata veloce.

«No, è venuto a parlarmi stamattina.»

«E subito dopo hai deciso di venire da me.» Il suo tono era ancora sorpreso.

«Per andare insieme in biblioteca» conclusi. «Perché le biblioteche sono dei posti fantastici.»

Neels alzò le sopracciglia in un gesto veloce, quasi amaro, facendomi capire che effettivamente aveva pensato che lo avrei portato altrove. Non mi sentii in colpa per aver distrutto i film mentali che aveva costruito.

Un sorrisetto compiaciuto si formò sulle mie labbra e io non cercai nemmeno di nasconderlo.

La Biblioteca neomida di Milano si trovava in un edificio antico di quattro piani, risalente al diciannovesimo secolo. Neels lasciò l'auto nel parcheggio posteriore.

«Non vengo qui dalle medie» commentò, aprendo la portiera e osservando l'edificio davanti a noi.

Anche io non andavo lì da anni.

Nel parcheggio erano presenti poche automobili. Una siepe spessa divideva il territorio della biblioteca dai palazzi che aveva accanto. A qualche metro da noi, riconobbi l'auto di Chiara e fui contenta di non doverli aspettare. Camminammo verso l'entrata principale, che si trovava sulla strada.

Neels camminò al mio fianco, le mani in tasca. «Allora, siamo qui perché devi prendere un libro o per ammirare la biblioteca?»

«Quanto sei impaziente!» Mi rivolse un'occhiata confusa e aggiunsi: «Presto lo scoprirai.»

La facciata della biblioteca era incastrata tra due palazzi dello stesso periodo, tutti e tre adornati di vistose decorazioni in pietra di ispirazione rinascimentale. Due stretti balconi, uno al secondo e l'altro al terzo piano, si trovano esattamente al centro della facciata, in fila sopra il portone d'ingresso. La biblioteca occupava i primi tre piani, mentre all'ultimo si trovava un archivio, consultabile solo da coloro che avevano l'autorizzazione del Consiglio. La porta principale era un unico blocco di legno molto scuro ed era sempre aperta durante il giorno. Una volta solcata, si passava in mezzo a due panelli antifurto.

L'interno era restato per lo più immutato nei secoli, mantenendo lo stesso stile architettonico, con solo poche aggiunte moderne, come l'entrata, che era una piccola stanza bianca con un unico bancone. La porta che permetteva di accedere all'interno della biblioteca era controllata da una guardia. A chiunque volesse entrare, veniva richiesto di esibire un documento, così che la donna dietro il bancone potesse accertarsi che si trattava di un neomida.

Ocean of LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora