"Leona..".
Sussurrò lui tra un bacio e l'altro.
Non aveva bisogno di dire niente, perché il suo corpo e i suoi movimenti parlavano per lui e riuscivano a farmi intendere quello che voleva.
Mi trovai di fronte a due scelte:
1) l'avrei bloccato, chiedendogli ancora più tempo prima di concedermi a lui.
2) gli avrei permesso di continuare.
A malincuore, non riuscii a godermi interamente quel bacio perché costretta a prendere una decisione in così poco tempo.
Nel frattempo, le sue mani ricominciarono a cercare quelle curve che tanto gli piacevano.
Quando posò una mano sul mio seno, iniziai a perdere la concentrazione ed a non riuscire più a formulare pensieri sensati.
Poggiai le mani sul suo petto e, servendomi della sua cravatta come appiglio, mi tirai su dal divano per mettermi a cavalcioni su di lui. Contento di quel mio gesto improvviso, mi sorrise dolcemente, per poi continuare a baciarmi appassionatamente.
Affondai le mani tra i suoi morbidi capelli, mentre lui mi accarezzava dolcemente i fianchi.
Ci staccammo per prendere fiato e lui appoggiò la testa sul mio petto, facendo scorrere le sue mani sulla mia schiena ed abbracciandomi forte a sé. Io, completamente circondata dalle sue forti braccia e felice di trovarmi all'interno di quest'ultime, diedi dei piccoli baci sulla sua testa, cercando mentre di riprendere fiato.
"Leona..".
Sussurrò il mio nome quasi come se mi volesse esortare a prendere una decisione. Restammo fermi avvinghiati l'un l'altra senza muoverci da quella posizione, tranne per me che continuavo a dargli piccoli baci sulla sua testa.
Approfittai di quegli attimi di pausa per decidere cosa fare e conclusi che mi sarei totalmente abbandonata a lui, permettendogli di fare ciò che voleva.
"Ascolta.. non voglio costringerti a fare cose di cui potresti pentirti. Se hai bisogno di più tempo, io lo capirò".
Dette quelle parole, rivalutai l'idea di chiedergli di aspettare.
Ma non volevo.
Presi la sua testa ancora appoggiata sul mio petto tra le mie mani e delicatamente sollevai il suo viso verso il mio. Non riuscivo a leggere bene i suoi occhi essendo che la luce era rimasta spenta, ma mi sembrava sincero. L'unica luce che mi permetteva di avere un minimo di visibilità entrava dalla finestra.
Comunque, apprezzai molto la sua disponibilità nell'aspettare.
"Giuseppe.. Io...-".
"Mi piace quando mi chiami per nome".
Mi interruppe lui sorpreso. Io annuii a quella sua affermazione, sorridendogli. Mi sorrise anche lui.
"Cosa volevi dirmi?".
Scorsi curiosità nel suo sguardo.
Non volevo rispondergli con le parole, ma con i fatti.
Ricominciai a baciarlo con la stessa intensità con cui ci fermammo, saltando la partenza dolce. Senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai ad accarezzarli le spalle, le braccia, per poi arrivare alle sue delicate mani: le intrecciammo. Lui si liberò quasi subito da quell'intreccio per far scivolare le mani dalle mie cosce, al mio sedere, che tanto gli piaceva, per poi spingermi contro il suo bacino. Non riuscii ad evitare un leggero sussulto che lui scambiò per un mio brivido di piacere, mentre per me era dovuto alla pura e totale stranezza nel sentire per la prima volta in vita mia quella.. gonfiatura. Ma scoprii che mi piaceva , anzi, volevo sentirla ancora di più premere verso di me, verso la mia intimità. Così iniziai a fare una certa pressione con il mio bacino sulle sue gambe, constatando quanto quella gonfiatura potesse essere effettivamente dura.
All'improvviso si alzò, tendendomi su grazie alla sua presa sulle mie natiche, proprio allo stesso identico modo di quel pomeriggio. Iniziò a camminare lentamente verso la mia camera. Fece molta attenzione a non farmi sbattere contro le assi della porta di camera mia essendo che eravamo quasi al buio e, una volta in camera, notai che dalla finestra entrava un po' più di luce grazie al lampione situato proprio sotto di essa.
Lui si sedette sul letto con me ancora avvinghiata al suo corpo come un koala. Subito dopo mollai la presa e gli sorrisi, consapevole di quello che sarebbe successo da lì a poco. Lui non ricambiò il sorriso: era serio, probabilmente troppo impaziente.
Senza dire nulla, prese l'iniziativa ed incominciò a sfilare la mia felpa. Nonostante la sua evidente trepidazione, fece sempre attenzione a non farmi male in nessun modo, mantenendo ogni suo movimento pacato ed, in un certo senso, elegante.
Nel momento in cui la felpa cadde sul pavimento, mi sentii come se mi avesse liberata da un freno che non mi permetteva di lasciarmi andare. Allora, decisa a volermi liberare da tutti gli altri restanti freni, mi misi in piedi per permettergli di togliermi anche i pantaloni della tuta.
Lui non esitò. Si alzò di conseguenza e mi sfilò via anche quelli, abbassandosi a poco a poco, ma mantenendo gli occhi fissi sui miei.
Non ero stanca, ma ansimavo appena. Diedi la colpa del mio respiro più corto e veloce alla paura, all'impazienza ed al suo deciso sguardo fisso sui miei occhi.
In quel momento mi sentivo quasi completamente libera. Ed era una sensazione stupenda. Mi fiondai su di lui baciandolo mentre gli sbottonavo la camicia. Poi passai alla cintura. Infine, quando toccò al bottone dei pantaloni, sentendomi più coraggiosa ed intrepida di sempre e volendolo fare impazzire ancora di più, appoggiai la mano su quell'erezione che fremeva dal desiderio di liberarsi dagli indumenti. Lui gemette e, non riuscendo a sopportare la lentezza con cui lo stavo spogliando, si tolse i pantaloni da solo.
"Scusami.. davvero.. non ce la faccio proprio più.. tu sei.. bellissima".
Mi disse mentre continuava a guardarmi con desiderio.
Sorrisi maliziosamente e lo spinsi sul letto. Lui si sedette di nuovo ed io mi avvicinai lentamente a lui. Mi afferrò per una mano e mi spinse verso il letto, facendomi rimbalzare sul materasso.
Sorridemmo entrambi. Poi si avvicinò alla mia bocca e mi baciò, posizionandosi sopra di me. Poi i suoi baci si spostarono dalla mia bocca, al mio collo, finché non arrivò sul mio seno ancora bloccato all'interno del mio reggiseno. Mise una mano sotto la mia schiena e mi spinse leggermente verso l'alto per permettergli di slacciarmi il reggiseno. Quando riuscì a sganciarlo con una certa dimestichezza, lo prese e lo gettò sul pavimento. Intanto, tolto quell'altro indumento, ero ad un passo dal sentirmi completamente libera.
Lui si sollevò un po', osservando il mio busto nudo. Sembrava quasi.. incredulo. Stranamente, non provai nessuna vergogna nel trovarmi nuda di fronte a lui, anzi, volevo che mi guardasse intensamente e che si innamorasse di ogni mio piccolo particolare.
Tornò ad abbassarsi su di me, fermandosi però all'altezza del mio seno. Iniziò a baciarlo dolcemente e quel contatto fu estremamente piacevole. Chiusi gli occhi e mi lasciai travolgere da quell'ondata di eccitazione che riuscì a provocarmi. Distratta da quei baci sul mio seno, non mi resi conto che nel frattempo lui si spogliò completamente e si accingeva a fare lo stesso con me, non fermandosi nel fare quel che stava facendo con la lingua sul mio seno.
Eravamo finalmente totalmente nudi e tutto ciò che fino ad un attimo fa mi stava controllando, frenando, adesso giaceva sul pavimento senza alcuna possibilità di potermi fermare.
Mi concentrai sui suoi movimenti della lingua sul mio seno. Non avrei mai potuto immaginare che dei movimenti del genere potessero farmi eccitare in quel modo, infatti dovetti trattenermi dall'ansimare troppo rumorosamente.
Il calore emanato dai suoi sospiri famelici sul mio seno, sembrava penetrare la mia pelle fino ad arrivare alle mie ossa, rassicurandomi del fatto che lui fosse la persona giusta con cui fare l'amore per la prima volta.
Finito il lavoro sul mio seno, tornò a baciarmi sulla bocca con fin troppa passione. Eravamo eccitati, carichi.. soprattutto io. Mi aggrappai alle sue spalle e mi tirai sui, costringendolo a tirarsi indietro. Poi, sempre afferrandolo per le spalle, lo feci spostare nella parte opposta del letto, quella dove vi era la spalliera ed il cuscino, che prontamente spostai con una mano. Continuando a spingerlo verso il muro, lo costrinsi ad appoggiare spalle e schiena al muro. Lui sorrise maliziosamente, appoggiò anche la testa al muro, spostò con le dita il ciuffo dalla fronte, mi prese per i fianchi e mi fece posizionare sopra di lui.
"Pensavo volessi iniziare con una posizione più classica..".
Disse lui con una voce profonda e sensuale che non avevo mai sentito e che riuscii ad accendermi ancora di più, se possibile.
Non gli risposi, non cambiai espressione. Volevo solamente sentirlo dentro di me. Lui comprese quel mio visibile desiderio e finalmente, dopo tutti quegli attimi trascorsi ad immaginare ed aspettare quel momento, entrò deciso dentro di me.
Essendo la mia prima volta, inizialmente sentii un pizzico di dolore che non riuscii a nascondere dal mio viso. Lui era troppo impegnato a godersi il momento per notarlo. Per mia grande fortuna, il dolore svanì immediatamente, permettendomi di godere appieno quel che sarebbe successo dopo.
Tenendo ben saldi i miei fianchi tra le sue mani, Giuseppe iniziò a baciarmi nuovamente il seno ed a muovere il bacino lentamente. Tirai la testa leggermente indietro e chiusi gli occhi sgomberando totalmente la mia mente da ogni pensiero per assaporare ogni attimo di ogni suo movimento.
Sentirlo interamente dentro di me mi provocò una sensazione di estrema completezza.
Iniziai ad ansimare, ma trattenni quei sospiri in un tono basso. Lui, dal canto suo, invece, non si trattenne affatto ed ansimava forte, senza vergogna o paura che qualcuno ci potesse sentire. Si staccò dai miei seni per concentrarsi sul mio collo, iniziando a baciarlo, leccarlo ed a morderlo di tanto in tanto. Nel frattempo, sentii accelerare i movimenti dei suoi fianchi ed io provai ad adeguarmi ad essi. Vedendomi in difficoltà, le sue dita si aggrapparono con forza ai miei fianchi per farli ondeggiare allo stesso ritmo dei suoi movimenti.
Ero in fiamme: avrei voluto sentire di più, scoprire fin dove ci saremmo potuti spingere.
Continuammo a muoverci seguendo quel ritmo sempre più incalzante, mentre con le mani lo feci sbattere contro il muro ( senza volerlo fare di proposito, ma l'emozione era troppo forte per controllare ogni singolo movimento). Mi aggrappai alle sue spalle e, mettendomi più dritta con la schiena e porgendogli una diretta e sfrontata visuale del mio seno, iniziai a muovermi più velocemente, spingendo con maggiore forza e decisione i miei fianchi contro i suoi. Poi, avendo preso io in mano la situazione, iniziai a muovermi più lentamente. Dunque, la velocità dei nostri movimenti calò, ma l'intensità di ognuno di essi aumentò: mi tiravo su per poi affondare il mio bacino contro il suo lentamente. Questo movimento mi permetteva di sentire e assaporare dettagliatamente tutta la sua lunghezza entrare ed uscire da me ad ogni singola spinta.
Dopo diversi attimi ritornammo a guardarci. Io ero eccitata ed infuocata. Lui, invece, sembrava stesse combattendo contro sé stesso per cercare di controllarsi e non venire subito, tanto gli stavano piacendo quei miei movimenti lenti e profondi.
"Leona.. Non.. Resisto più..".
Mi sussurrò corrucciato tra un sospiro e l'altro. Poi si fermò di colpo, fissandomi con lo sguardo più bello che mi avesse mai rivolto. La debole luce che faticava ad entrare dalla finestra mi permetteva di vedere solo il lato destro del volto di Giuseppe, mettendone in risalto ogni lineamento.
Si avvicinò al mio viso per baciarmi e mordermi le labbra, per poi afferrare i miei fianchi in una salda presa e spingermi sul materasso. Mi lasciai guidare da lui senza obiettare: in quel momento gli avrei affidato la mia stessa vita.
Si posizionò delicatamente sopra di me, mi accarezzò il viso sorridendomi per poi tornare serio ed entrare nuovamente in me.
In quella posizione lasciai fare tutto a lui, riducendomi semplicemente a star ferma e a godere. Non sapevo come muovermi e per un brevissimo momento mi sentii impacciata, ma i suoi decisi e veloci movimenti scacciarono via quei pensieri, facendomi scoprire per la prima volta in vita mia che cosa significasse raggiungere un orgasmo.
Capendo che non riusciva più a trattenersi, tornò a muoversi più velocemente, ma non durò a lungo: l'orgasmo che arrivò quasi subito dopo fu fin troppo appagante, soddisfacente.
Non appena finimmo, ci gettammo sfiniti sotto le coperte totalmente gratificati dal raggiungimento di quel meraviglioso orgasmo.
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Start living again - Giuseppe Conte
Fanfiction"L'unica soluzione è quella di ricominciare a vivere come se lui non fosse mai esistito per te, Leo." "Come faccio a dimenticare l'unica persona che mi abbia mai amato? E che io abbia mai amato!?" Diana continuò a fissarmi sforzandosi di non far tra...