Lorenzo ormai è lontano da casa da circa un mese. A Leona sembrava di essersi abituata alla sua assenza. Alla luce di quel nuovo giorno e dopo aver nuovamente pensato alla sua vecchia vita insieme a.. quel professore.. decide che non può più andare avanti in quel modo. Lorenzo sarebbe stato via almeno altre due settimane e la ragazza è cosciente del fatto che non avrebbe retto quella situazione ancora per molto. Il buio spaventoso della notte, la solitudine costante in cui è costretta a vivere, la mancanza di un contatto fisico con persone a lei care, provocano la ricomparsa di vecchi sintomi di crisi di panico, di cui vuole immancabilmente fare a meno.
Così, dopo aver bevuto la sua mezza tazza di caffèlatte ed essersi lavata, ancora prima di iniziare a lavorare per il nuovo articolo ( una scadente recensione di uno scadente libro per una scadente rivista per cui non avrebbe sprecato più di due ore ), compone il numero di Diana e fa partire la chiamata. Mentre attende di sentire la voce della sua psicologa, percepisce l'ansia aumentare. "Devo stare calma" inizia a ripetere a sé stessa. Al sesto squillo Diana finalmente risponde.
"Leona, che succede?"
Non saluta nemmeno. Diana è abituata alle chiamate fuori orario lavorativo di Leona. Anzi, diciamo che era abituata a quelle chiamate. Quando il telefono di Diana squillava con una suoneria diversa, la psicologa comprendeva che la chiamata fosse di Leona e si preparava a calmarle una nuova possibile crisi di panico. Ma non è questo il caso. Nonostante ciò, Diana è soddisfatta del suo operato: la ragazza con la sindrome dell'abbandono non l'ha più chiamata per circa undici mesi. Ovviamente di tanto in tanto si sentono per chiacchierare del più e del meno, ma di sicuro non per placare un'altra incombente crisi di panico.
"Scusa se ti disturbo così all'improvviso, Diana. Sono solo le sette del mattino. Ormai devi esserti abituata alla mia sfacciataggine e alla mia noncuranza del tuo tempo libero. Scusami. Sentire la tua voce mi sta già facendo sentire meglio."
Leona sente Diana tirare un sospiro di sollievo. Abitualmente, le due donne prima di sentirsi per chiamata si scambiano dei messaggi per organizzare l'orario in cui potersi sentire. Tranne in casi di emergenza.
"Leona per favore parla".
La psicologa conosce bene la sua paziente. L'ha sentita parlare per ore ed ore, per intere giornate. Capta ogni suo cambiamento d'umore, ogni sua bugia, ogni sua preoccupazione. Sentirla così tranquilla la rassicura, ma capisce che deve esserci qualcosa che non va per chiamarla così all'improvviso.A Leona non piace fare la vittima. E' stato difficile ammettere a sé stessa tempo fa che qualcosa non andasse bene in lei. Sin da piccola qualcosa non quadrava.
All'età di nove anni la famiglia adottiva della ragazza ha compreso di doverla "far visitare da un dottore". Specifichiamo che la bambina non presentava disturbi evidenti, palesi. Era nelle piccole cose, nei piccoli gesti che si manifestavano strani comportamenti.
L'affinità tra Diana e Leona venne creandosi seduta dopo seduta. Diana riuscì a guadagnarsi la fiducia della piccola già dal primo giorno in cui la visitò. E così, man mano che la donna imparava a conoscere Leona, le diagnosticò la sindrome dell'abbandono.
Spiegò la situazione alla famiglia, che, con grande maturità e competenza, imparò a convivere con i piccoli problemi della ragazza. Prima del raggiungimento della maggiore età, alla psicologa non era concesso rivelare la diagnosi alla minorenne. Quando Leona scoprì tutto, se ne fece una ragione. Non è mai stata una ragazza stupida, era consapevole che non fosse normale come tutti i suoi coetanei. E questo era reso evidente anche da quelle visite dalla psicologa, che a poco a poco divenne anche un'amica.
Quindi la vita di Leona è andata avanti senza intoppi. Cresceva e si circondava di amici sinceri. Riempiva la sua vita di emozioni, amori e delusioni, proprio come tutti i suoi amici. Era tutto sotto controllo.
Poi arrivò lui.
Arrivò la pura felicità di amare e sentirsi amata.
Ed arrivò anche la costante paura di essere abbandonata.
E poi successe. L'abbandonò. E poi il buio totale.
Durante il breve periodo di relazione con l'uomo, non gli rivelò mai i suoi problemi. Perciò, quando lui decise di mettere al primo posto la sua carriera, lasciando Leona, non ebbe la più pallida idea della ferita che le procurò."Diana, ho bisogno di vederti. Potresti venire qui a Londra? Devo parlarti. Faccia a faccia. Come facevamo anni fa. Ti pago il biglietto, posso ospitarti a casa mia. Ti prego, vieni. Mi bastano tre, quattro giorni. Sto bene. Nessun attacco di panico. Semplicemente mi torna in mente quell'uomo. Non voglio sprofondare di nuovo in un abisso. La mia vita è perfetta adesso. Aiutami."
"Cara, lo sai che non posso muovermi. Ho dei pazienti che hanno bisogno di vedermi. Non posso mancare ai miei appuntamenti. Vieni tu. Ti ospito io. Voglio aiutarti".
Leona sospira rassegnata. Ha bisogno di tornare a farsi curare ed ha bisogno solo di lei, l'unica che può aiutarla. Sa che deve partire. Sa che può continuare a lavorare tramite computer.
"Non sono più tornata in Italia da quando l'ho.. abbandonata. Non so se sono prona a tornare".
Ammise più a sé stessa che a Diana.
"Non dovrai uscire di casa. Ho costruito un piccolo studio personale a casa mia, possiamo tenere le nostre sedute lì".
"E va bene. Sono consapevole del fatto che ho bisogno di te. Faccio il biglietto per il prima possibile e volo da te. Poi mi faccio accompagnare fin sotto casa tua da un taxi e non esco. Non ho voglia di rivedere Firenze e i posti che mi ricordano.. lui."
"Leo, ma tu non hai saputo nulla?".
Diana pronunciò quella frase quasi come sussurrando.
"Cosa dovrei sapere?". La mente di Leona viene inondata da una miriade di supposizioni. "Sicuramente sta parlando di lui". Formula quel pensiero in meno di un secondo. Successivamente una tempesta di domande inonda la sua mente chiedendosi cosa potrebbe mai essergli successo. Poi i suoi pensieri vengono interrotti dalla psicologa.
"Come fai a scrivere articoli politici e non sapere che lui.." Diana si blocca in attesa di una risposta di Leona.
"Che lui..?"
L'esorta Leona.
"Leona, alla fine è veramente riuscito a portare a termine i suoi progetti. E' diventato il nuovo presidente del consiglio."
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Start living again - Giuseppe Conte
Fanfiction"L'unica soluzione è quella di ricominciare a vivere come se lui non fosse mai esistito per te, Leo." "Come faccio a dimenticare l'unica persona che mi abbia mai amato? E che io abbia mai amato!?" Diana continuò a fissarmi sforzandosi di non far tra...