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...Ciao ragazze, eccomi!
Sì, sono ancora viva. Sono tremendamente mortificata per il ritardo. Non voglio star qua ad annoiarvi, ma concedetemi un minuto del vostro tempo per permettermi di spiegarvi che ultimamente ho avuto parecchie cose a cui pensare.
Una cosa è certa: non abbandonerò mai questa storia. State tranquille che avrà una fine. Perciò, se avrete la pazienza di star dietro a me e a tutti i miei problemi... sappiate che prima o poi arriverà la fine di questa storia!
Voi ci siete ancora? Fatemi sapere se, nonostante tutto, continuerete ad esserci per me e per Leona! <3 Un abbraccio a tutte!








 "Qua? A casa tua?"
"Leona, come fanno a venirti certe idee in mente? Ma ti immagini il Presidente del Consiglio a casa mia?".
Le sorrido dopo essermi resa conto della cavolata che ho detto: è stata una risposta stupida dovuta al panico?.
"Ho sentito diverse voci a riguardo qualche giorno fa. Pare che sia stato invitato dal rettore dell'Università in cui insegnava, ovvero la stessa che frequentavi tu. Non avevo idea del motivo per cui sia stato invitato. Ho provato a chiedere alle persone da cui ho sentito questa informazione, ma non ho ottenuto nulla. Dunque ho visitato le sue pagine ufficiale sui social e mi sono accertata che la notizia fosse vera. E lo è. Leo, potresti prendere in considerazione l'idea di andare..".
"Sì".
Rispondo determinata. inutile tergiversare. So che prima o poi dovrò affrontarlo, tanto vale farlo il prima possibile e risolvere questa questione una volta per tutte.
Noto Diana guardarmi con una certa curiosità. Poi sospira, tirando fuori dalla sua bocca tutta l'aria di cui era a disposizione.
"Meno male che hai detto sì. Comunque mi ero già preparata psicologicamente per convincerti".
Provo ad accennare un mezzo sorriso.
"Però, Diana, ho bisogno che tu venga con me. Ho bisogno di sostegno morale".
"Leo, non posso. Lo sai che lavoro anche durante il weekend. Non posso cancellare i miei appuntamenti senza largo anticipo".
Faccio per controbattere, ma Diana non me ne dà il tempo.
"Leo, lo sai benissimo che il mio lavoro non me lo permette. Come ti saresti sentita tu se il giorno prima della tua terapia ti avessi detto che non ci sarei stata?".
"Male".
Rispondo con la voce che mi si spezza in gola, ripensando alle miriadi di volte in cui la terapia con lei per me era di vitale importanza.
Senza preavviso, sento il cuore battere leggermente più forte. Deglutisco. Forse è paura causata dall'ansia di dover andare da sola.
"Dio mio. Non posso andare da sola. Potrei chiedere a Caterina, ma probabilmente mi dirà di no".
"Per via della bambina?".
"Già".
"Prova a chiederglielo intanto. Lei sa tutto di quello che accadde tra te e Giuseppe, no?".
Le faccio cenno di sì con la testa.
"Spiegale la situazione e vedi se può accompagnarti. Io penso che non si lascerebbe mai scappare l'occasione di rivedere il vostro magico incontro".
"Tu dici? Ha cose più importanti alle quali pensare, non trovi?".
"Tentar non nuoce. Io sono certa che ti dirà di sì".
"Vedremo..".


Il pomeriggio è trascorso tra Queen e pulizie casalinghe.
La sera abbiamo deciso di ordinare giapponese prima di andare a dormire. Io sono rimasta praticamente senza nulla da mettere sotto i denti perché le uniche cose presenti nel menù per i vegetariani non avevano un bell'aspetto.

A parte questa piccola disavventura, sto cercando di pensare a quello che dovrò affrontare il meno possibile, ma l'impresa è ardua considerando che per adesso non ho nessun articolo da scrivere, nessun libro da recensire, nulla di nulla da fare.
Controllo il cellulare nella speranza di poter chiacchierare con Lorenzo, ma trovo già il messaggio della buona notte. Sospiro. Spengo la luce e mi sdraio sul letto. Apro i social, spero che il sonno mi colpisca in pieno come un treno che corre alla massima velocità, ma tra fake news ed idioti che pubblicano sciocchezze, dopo mezz'ora mi ritrovo più annoiata di prima.
"E va bene allora. Facciamolo subito", dico tra me e me riprendendo il cellulare che aveva tirato via.

"Ehi Cate, ci sei?"

Mentre attendo e spero in una risposta di Cate tolgo la t'shirt ed i pantaloni, per poi sdraiarmi nuovamente sul letto.
Lo schermo del cellulare si accende, accompagnato da una leggera vibrazione che, nel silenzio della sera, sembra far tremare tutta la camera.

"Leo, ci sono. Tutto ok?".

La risposta mi fa ridere, e cerco di coprire il rumore provocato dalle mie risate per non disturbare Diana che riposa nella stanza accanto alla mia. Vedo Caterina ancora online che aspetta una mia risposta: devo essere davvero stronza se mi diverte far preoccupare le mie amiche in questo modo, eh? Del resto non è colpa mia se sia Diana che Caterina si preoccupano per me senza alcun motivo.

"Idiota, tutto ok. Sto bene. Smettila di preoccuparti inutilmente."

"E tu smettila di mandare messaggi ad un orario in cui non sono abituata a riceverne da parte tua. Comunque, non puoi capire quanto mi è mancato sentirmi chiamare in quel modo, Leo! Dillo ancora!".

Start living again - Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora