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"Che impressione. Ti somiglia tantissimo. Soprattutto le labbra, il sorriso!".
Esclamai mentre osservavo la foto di qualche anno fa di Giuseppe col figlio intenti a sorridersi a vicenda.
"Già. Per questo motivo ti sto mostrando questo album fotografico. Per farti notare la nostra impressionante somiglianza".
Dopo aver pranzato, Giuseppe mi propose di riposarci dando un'occhiata ad un vecchio album fotografico trovato dentro l'armadio della camera da letto.
Accettai non molto volentieri perché, sinceramente, non mi importava molto dei suoi passati momenti felici trascorsi con la sua famiglia: probabilmente ero solo mossa da un sentimento di invidia. Ma fui felice di scoprire che in quell'album fotografico vi erano maggiormente solo foto di lui insieme al figlio. Raramente comparve la moglie in foto, e quelle poche volte che era presente, mostravo totale disinteresse per l'intera foto, ignorandola e passando subito alla prossima.
"È molto carino tuo figlio. Voi due insieme siete molto carini. Lui, sicuramente, quando crescerà sarà un bimbo educato e gentile, proprio come il padre: devi essere molto orgoglioso di lui".
"Infatti lo sono".
Rispose Giuseppe con fierezza. Il suo sguardo si intenerì visibilmente mentre osservava suo figlio in foto e quasi mi sembrò di vedere spuntare dei cuoricini al posto delle sue pupille. Vederlo così felice nel parlare di suo figlio, rese felice anche me, moltissimo.
Dentro me sperai che anche io potessi provocargli delle emozioni talmente tanto forti da fargli cambiare addirittura l'espressione del volto al solo mio pensiero. Non quanto suo figlio, ovviamente. Ma mi bastava sapere di essere molto importante per lui.


Dopo aver finito di sfogliare l'album fotografico, per la mia gioia, tornai a dedicarmi alla stesura di un articolo rimasto incompleto, sperando di riuscire a terminarlo senza rischiare di addormentarmi. Mi sdraiai sul tappeto che, constatai, era inaspettatamente comodo e mi misi a lavoro.
Nel frattempo, Giuseppe si era proposto di cucinare la cena per entrambi.

Quando finii di scrivere quel maledetto articolo, restai sdraiata sul tappeto aspettando che fosse pronta la cena, nonostante il rischio di addormentarmi fosse molto elevato.
"Non dirmi che stai dormendo di nuovo!".
Mi chiese Giuseppe entrando nel salone per controllare se avessi bisogno di qualcosa.
"Naaaah".
Risposi rotolando a pancia su. Lui sorrise di fronte quel gesto infantile e mi chiese se fossi pronta per andare a cenare. Quando gli risposi di sì, mi pregò di restare ferma lì dove mi trovavo, dunque non mi mossi.
Lo vidi uscire dalla porta d'ingresso e, quando rientrò a casa, portava in braccio della legna. Gli chiesi se avesse bisogno di una mano, ma mi minacciò di star ferma e non muovermi perché " tu sei l'ospite e non devi muovere un dito" ( lo stesso motivo per cui preparò da solo la cena). Si avvicinò al camino di fronte a me ed iniziò ad accenderlo. Impiegò diversi minuti prima di riuscire nel suo intento, ma, quando finalmente ci riuscì e spense la luce, venne a crearsi un'atmosfera quasi magica.
Andò in cucina a prendere i piatti con la nostra cena e due calici di vino rosso. Li posò sul tappeto per poi sedersi di fronte a me, piegando una gamba e lasciando distesa l'altra.
Non riuscivo a credere a quello che stavo vivendo in quel momento. Pensai che da quel momento, se qualcuno mi avesse mai chiesto cosa fosse la felicità, io gli avrei descritto quella stanza illuminata dal fuoco e, soprattutto, avrei fatto il nome di Giuseppe Conte.
In quell'esatto istante capii di avere paura: cosa sarebbe successo se lo avessi perso?
Una leggera forma di ansia provò a farsi spazio dentro di me, ma venne rimandata giù immediatamente.
Scacciai quei pensieri indesiderati dalla mia mente e presi il bicchiere di vino dal tappeto.
"Posso proporre un brindisi?"
"Certo".
Rispose Giuseppe prendendo a sua volta l'altro bicchiere di vino e sollevandolo.
"Come prima cosa, vorrei ringraziarti per questa magnifica sorpresa.. e per questa cena. Non ho mai vissuto qualcosa di così magico e romantico nel corso della mia vita, perciò, grazie Giuseppe".
Presi fiato mentre gli lasciai il tempo di godersi i meriti che gli stavo riconoscendo.
"Vorrei brindare alla felicità".
"Alla felicità?".
Mi chiese stupito.
"Sì. Perché spero di continuare a vivere la mia vita con la stessa felicità che sto provando in questo momento".
Il sorriso che nacque sul viso di Giuseppe, reso più vivido dai colori della strana luce creata dal fuoco, fu incantevole. Mi sentii ipnotizzata da lui e, come se non riuscissi a spezzare l'incantesimo che mi aveva inconsciamente lanciato, fui costretta ad alzarmi e a gettarmi tra le sue braccia. Giuseppe fece appena in tempo a posare il bicchiere sul tappeto per poi afferrarmi prontamente.
Ci baciammo dolcemente per qualche minuto. Poi, non volendo far raffreddare ulteriormente la nostra cena, ci ricomponemmo ed iniziammo a mangiare.

Start living again - Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora