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"Queste domande non le ha preparate lei, giusto? Mi faccia indovinare: è stato il fan club. Avrebbe dovuto farmele a nome del fan club".
Mi chiese mentre faceva scorrere velocemente gli occhi da una domanda all'altra, sorridendo.
"Esatto. Avevo intenzione di fargliene solo qualcuna.. Ma poi me ne sono pentita ed avevo deciso di non prenderle nemmeno in considerazione".
"E tutte le altre domande alle quali ho già risposto?".
"Oh, quelle.. ".
"Le ha preparate lei?".
Annuii con un cenno del capo. Non volevo dirgli che le domande alle quali aveva già risposto non sarebbero comparse da nessuna parte, ma semplicemente gliele ho volute fare io di mia spontanea volontà.
"Sarebbe davvero divertente rispondere ad alcune di queste domande, ma purtroppo devo assolutamente andare. Possiamo fare un altro giorno. Le va bene?".
Posò le domande sul tavolo, si alzò dalla sedia ed iniziò a sistemarsi per andare via.
"Non deve necessariamente rispondere".
"Ma non verrebbe meno al suo lavoro?".
"Effettivamente..".
"Allora se mi scrive la sua mail le farò sapere i dettagli del prossimo incontro".
Annuii e strappai dal mio block notes un foglio. Vi scrissi la mia mail e gliela porsi. Lui prese il foglio e lo mise nella tasca che si trovava all'interno della sua giacca.
"La ringrazio per la sua disponibilità, professore. Le auguro una buona serata".
Lui mi porse la mano ed io gliela strinsi. Ammisi a me stessa che quel contatto mi piacque, di nuovo.
Dopodiché se ne andò.
"Wooow".
Esclamai come per scaricare la tensione in corpo non appena lo vidi uscire dal locale. Avrei avuto molte cose di cui parlare con Diana l'indomani durante la nostra settimanale visita.




"Che vuol dire che non ti ha turbato toccarlo?".
"Proprio quello, Diana. Anzi, ti dirò di più, mi è proprio piaciuto".
Diana, seduta di fronte a me dietro la scrivania ordinata del suo studio, mi guardò stupita.
"Piaciuto? Ma se non ti piacque nemmeno essere toccata da quel ragazzo di cui parlavi sempre e che ti piaceva tanto.. quel.. come si chiamava?..".
"Riccardo".
"Riccardo! Leo, ricordi quando ha provato a baciarti e non appena appoggiò le sue labbra sulle tue sei scappata via?".
Mi chiese sorridendo divertita.
"Diana ma tu ti definisci psicologa? E' questo il tuo metodo di lavoro? Sputtani i tuoi clienti ricordandogli i momenti più imbarazzanti della loro vita?".
Ridemmo entrambe per poi tornare subito serie.
"Sono anche una tua amica, Leona, e devo ammetterlo: è interessante la reazione che hai avuto entrando in contatto con il professore".
"E anche la crisi di panico che è svanita nel nulla, come lo spieghi?".
Seguì un minuto di silenzio tra noi. Forse Diana aveva bisogno di tempo per pensare cosa volesse dire la mia reazione strana. Lei mi ha sempre detto che a causa della mia sindrome, oltre che ad avere difficoltà a creare legami con le persone, avevo una forte predisposizione nel detestare ogni forma di contatto fisico col prossimo. Tramite svariate sedute e prove fisiche, imparai ad abituarmi al contatto con le persone a me care, imparai anche ad abituarmi ai saluti ( quelli che richiedono un contatto fisico), come ad esempio il doppio bacio sulla guancia o la stretta di mano. A poco a poco stavo facendo piccoli progressi. Ma quello che era successo con il professore il giorno precedente era alquanto strano.
"Dovremmo capire se si è trattato di un caso oppure no".
"Mi stai suggerendo che dovrei toccarlo di nuovo?".
Le chiesi con un tono di voce leggermente agitato mentre lei finiva di scrivere sul suo block notes personale degli appunti.
"Esatto".
"Oh bene. La prossima volta che seguo una sua lezione mentre sta spiegando lo interrompo e lo abbraccio. Che ne dici?".
Chiesi ironicamente. Diana sorrise continuando a scrivere.
"Potrebbe essere un'idea".
"Ma falla finita".
Seguì un altro minuto di silenzio. Poi, non appena lei finì di scrivere, sollevò il suo sguardo su di me, guardandomi molto seriamente.
"Immagina che lui sia fisicamente qua. Immagina di abbracciarlo. Cosa proveresti?".
Sgranai gli occhi stupita da quella domanda particolare. Scossi la testa e mi sforzai di immaginare la scena.
"Lui è.. il suo portamento.. è.. molto elegante.. vorrei.. penso che.. mi piacerebbe abbracciarlo".
Pronunciare quelle parole mi fu molto difficile, ma nello stesso istante in cui le pronunciai, mi resi conto che era vero.
"Prima di dirti cosa ne penso, ho bisogno di sapere se quell'episodio è stato soltanto un caso, una coincidenza, oppure no. Pensi di riuscire a trovare un momento in cui potrai stargli più vicino?".
Pensai subito alla nostra prossima intervista.
"Sì".


Quando tornai a casa dopo l'incontro con Diana, era già buio. Le prime cosa che feci furono andare in bagno, sciacquare la faccia, e spogliarmi dagli scomodi jeans. Poi iniziai a preparare la cena. "Non racconterò nulla a Caterina", pensai. Decisi che non le avrei raccontato nulla riguardo il mio comportamento strano nei confronti del professore. Non perché non mi fidassi del suo silenzio, ma perché dovevo ancora capire cosa stava succedendo dentro di me.

Quel fine settimana passò molto lentamente. Il Sabato mattina e pomeriggio mi dedicai allo studio. La sera costrinsi Caterina a disdire i suoi impegni con la sua comitiva per stare con me. Ordinammo due pizze e vedemmo qualche film fino a tarda notte. La Domenica mattina andò via ed io non feci altro che pensare a lui per il resto della giornata. Poi, la sera, prima di mettermi a letto, controllai la mail. Quando lessi il suo nome tra le mail ricevute sentii il cuore battermi fin troppo forte.



Ciao bimbe!
Come sempre scusate se mi intrometto nella storia..
Spero di riuscire a mantenere questo ritmo così frequente nella pubblicazione dei capitoli, perché purtroppo gli esami per me son sempre più vicini e non ho molto tempo libero. Voglio che i miei capitoli siano perfetti, perciò, se dovessi scriverli in poco tempo e senza la giusta attenzione, rischierei di commettere qualche errore..

Un'ultima cosa..

show this story some looove!


Non mi piace elemosinare likes ( o come caspita si chiamano) o commenti, ma se la storia vi piace, non potete capire quanto sarebbe bello per me saperlo! Sto dedicando molto tempo a Leona e alle sue avventure, perciò, se la storia vi sta piacendo, non esitate a dimostrarlo!
Tanti bacini

Start living again - Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora