Capitolo 2: Panico

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Yun aprì gli occhi.

Si trovava per terra, in una stanza buia, priva di oggetti, e intravedeva una porta a pochi metri da lei. Non c'erano mobili, mancava perfino il letto, era un ripostiglio.

Allora non era un sogno... era successo veramente. Il concerto, la fuga... i ragazzi incappucciati. I suoi idoli che l'avevano rapita. Perché lei? Perché Jennie era scappata? Perché volevano loro? Ci doveva essere un malinteso. Un enorme malinteso. Lei non aveva fatto niente, Jennie era una bravissima persona, e loro non erano così. Erano i suoi idoli, la perfezione, la bellezza assoluta, lo spirito forte... non erano rapitori.

«C'è stato un malinteso! Non ho fatto niente!» urlò allora, nella speranza di riuscire a farsi sentire e a chiarire subito. Continuò a ripetere quelle parole finché non sentì dei passi in lontananza e la porta aprirsi di scatto.

«Che cazzo ti urli?» sbraitò entrando un ragazzo, spaventando Yun.

«Namjoon..? Sei davvero te?» chiese la mora a bassa voce.

«Si, sono io. Mi spieghi adesso perché stavi urlando?» sbuffò lui.

«Io non sto capendo. Mi avete rapita? È uno scherzo? E Jennie? Perché mi trovo qui?»

Namjoon avanzò velocemente verso la mora, che indietreggiò spaventata finché non raggiunse il muro. Quel contatto visivo era pericoloso, sbagliato. Il ragazzo le accarezzò la testa.

«La stanza non è di tuo gradimento? Alloggerai qui per un po', e se non ti sta bene ci sono le stanze dei ragazzi, ma non so quanto ti convenga, sai... possono essere molto aggressivi. Un'altra cosa: piantala con le domande. Sono fastidiose e inutili, non ti risponderò in ogni caso. Non è una vacanza. Sono stato chiaro?» sussurrò con voce maligna Namjoon.

«C-chiaro...» balbettò lei, spaventata.

Il suo bias la stava minacciando, sarebbe rimasta lì, da sola, circondata da quelli che pensava fossero i suoi idoli, in attesa di qualcosa o qualcuno che l'avrebbe salvata. Ma se non fosse mai arrivato?

~~~

Seokjin vide Namjoon uscire dal ripostiglio. Era agitato, nervoso. Taehyung stava osservando la ferita di Hoseok, Jimin e Yoongi erano sdraiati sul divano a parlare, Jungkook era seduto, mentre aspettava: tutti si fermarono e fissarono il loro leader, in attesa. Seokjin gli andò vicino e posò una mano sulla sua spalla.

«Hai già parlato col capo?» gli chiese, ansioso di sapere la risposta.

«Si. È molto arrabbiato. Dobbiamo pensare noi alla ragazzina che abbiamo preso, e se il gruppo della Yg riuscirà a debuttare, ci abbasserà lo stipendio. Dobbiamo agire con più coordinazione, dobbiamo migliorare. È normale litigare, sono il primo a non sopportare alcuni comportamenti, ma ci convivo. Fate lo stesso, e stasera agiremo come al solito, ma con più cautela. Voglio un lavoro di squadra perfetto, chiaro?» disse Namjoon, guardando negli occhi tutti i membri del gruppo.

«Chiaro.» risposero in coro gli altri, tranne Jungkook, che continuò a fissare il leader.

«Che facciamo con la ragazza?» chiese, facendo suscitare diverse preoccupazioni.

«Per ora, rimarrà con noi. Non toccatela contro la sua volontà, provocatela, guardatela, ma non andate troppo oltre. Non ci deve odiare. Siamo i suoi idoli, sfruttiamo questa cosa. Se sarà dalla nostra parte, sarà tutto più facile. Se non prova a scappare, non ci sono problemi. Chi si vuole prendere l'incarico di farla restare in vita?»

«Il nostro maknae si è preoccupato così tanto per lei, facciamogli avere un'amichetta! Dovrebbe occuparsene lui.» disse con fare derisorio Jimin, arruffandogli i capelli.

Hidden Truth - NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora