I Bangtan Boys erano molto preoccupati per la riunione d’emergenza: Bang non la convocava da quasi un anno, e non si aspettavano che lo facesse proprio in quel momento di apparente tranquillità.
I sette erano stati tempestivi, e dopo pochissimi secondi dall’ordine di Namjoon stavano già andando verso la macchina.
Una volta saliti nel veicolo, iniziarono a recuperare il fiato perso durante la corsa, soprattutto Jungkook e Yoongi: i due non si erano ancora del tutto ripresi, e quello sforzo non aveva giovato alla loro salute.
«Perché cazzo convoca una riunione d’emergenza proprio ora?» domandò con frustrazione Jimin.
«È quello che ci stiamo chiedendo tutti, Jimin-ssi.» disse Yoongi, stringendo i denti.
«Namjoon, sicuro che lasciare Yun da sola sia stata una buona idea?» chiese Seokjin all’amico.
«No, ma non ho avuto il tempo per chiamare Jaebum… e poi, gli sto chiedendo troppi favori. Le riunioni di questo genere sono molto brevi di solito, speriamo che lo sia anche stavolta. E poi, sono più che sicuro che Yun non scapperà.» spiegò il leader.
«Siamo stati fortunati ad avere proprio lei come ostaggio. Voglio dire, non credo che altre persone ci avrebbero aiutati nonostante il rapimento.» affermò Hoseok, e gli altri annuirono di rimando.
Il viaggio continuò in silenzio: i sette erano persi nei propri pensieri, e non volevano condividere le singole preoccupazioni soltanto per poi pensare insieme al peggio.
Jungkook cercava di scaricare la tensione muovendo velocemente la gamba destra: anche Seokjin e Hoseok avevano avuto la stessa idea.
Jimin continuava a passarsi una mano tra i capelli mentre gli altri ragazzi stavano stringendo i pugni fino a farsi male.
Solo Namjoon era immobile.
Aveva troppi pensieri per la testa, da Yun alla riunione, e non sapeva a chi dare i resti.
Si fidava della ragazza e sapeva che non sarebbe scappata, ma era comunque in pensiero per lei.
Da quando aveva scoperto che Lisa era andata a trovare Yoongi, si aspettava un attacco imminente dalle Blackpink.
Ma quando?
Namjoon detestava lasciare Yun da sola, ma le riunioni d’emergenza avevano la priorità assoluta: dovevano essere molto puntuali, e soprattutto preparati alla notizia o missione che avrebbero presto ricevuto.
Se fosse mancato ad una di quelle riunioni, Bang lo avrebbe licenziato e cacciato dal gruppo seduta stante: non erano ammesse ribellioni. Nessuno sarebbe stato capace di contrastare il potere del CEO della BigHit: era facile creare uno scandalo ed usarlo come scusa per mandare via dal gruppo uno dei membri.
Varie volte, altre case discografiche erano state costrette ad usare questo metodo per nascondere ai fan la verità dietro ogni licenziamento.
In sostanza, ogni idol era succube della propria casa discografica.
Il leader non fece in tempo a distogliere la sua concentrazione da quei pensieri, che la macchina si fermò e i ragazzi iniziarono a scendere.
Nel breve lasso di tempo in cui erano fuori dall’agenzia dovevano agire con calma, dato che nessuno poteva sapere se fossero filmati da qualche sasaeng oppure no.
Perciò i sette si incamminarono verso l’entrata cercando di restare calmi e sorridersi a vicenda.
Non appena furono dentro l’edificio, però, iniziarono a correre verso l’ufficio del direttore e dopo circa venti secondi furono davanti alla porta.
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Hidden Truth - Namjoon
أدب الهواة{ℂ 𝕆 𝕄 ℙ 𝕃 𝔼 𝕋 𝔸} Yun va al concerto dei suoi idoli, insieme alla sua migliore amica. Apparentemente è tutto perfetto. Poi, però, la bolla in cui Yun vive, scoppia. Tratto dal capitolo 7: «Te lo ripeto un'altra volta... ti sembra che sono un...