Yun non riusciva a respirare regolarmente.
Il suo viso era distante pochi centimetri da quello di Namjoon, che l’aveva circondata appoggiando le mani al muro.
Yun era agitata, il cuore le batteva all’impazzata e il moro riusciva quasi a sentirlo, talmente era forte e veloce.
Lei non voleva che il ragazzo morisse, lo avrebbe protetto a tutti i costi, ma non poteva restare ferma, a vedere la sua unica ancora di salvezza andarsene senza fare niente.
Doveva provarci, sperava di riuscirci, ma aveva fallito.
E in quel momento, pregò con tutta sé stessa che Namjoon si allontanasse da lei, lasciandola respirare.
Ma il ragazzo non si spostava di un centimetro, e Yun poteva sentire il suo fiato pesante e il petto muoversi regolarmente. Sembrava calmo.
«Non dici niente?» sussurrò a quel punto Namjoon, fissando la minore negli occhi.
Yun restò immobile, senza parlare, semplicemente in attesa, così il ragazzo prese nuovamente parola.
«Potresti iniziare col dirmi perché ti sei messa ad urlare, che ne dici?» mormorò, facendo venire i brividi a Yun.
«Io… voglio essere libera…» provò a dire lei, ma sobbalzò dalla paura quando Namjoon sbatté violentemente la mano contro il muro.
«Ti faccio vedere la televisione, ti lascio dormire dove vuoi, ti do regolarmente il cibo, ti ho addirittura dato i libri per non perdere i giorni di scuola, perché mi fai pena, perché non è colpa tua, ti volevo aiutare, e tu mi dici che vuoi essere libera? Sai almeno com’è essere privati della libertà?» ringhiò il leader, alzando di poco la voce.
«Non lo so…» farfugliò lei, cercando di non scoppiare a piangere.
«Mi stai facendo venire voglia di fartelo scoprire. A quel punto, avrei capito se avessi provato a scappare. Non sono stupido, non trattarmi come tale. Me ne sarei stato così buono, secondo te, se ci fosse stato un reale pericolo per me? Ragazzina, non giocare col fuoco.» ruggì nuovamente Namjoon.
«Che cosa… mi farai..?» provò a dire Yun, distogliendo lo sguardo da quello di Namjoon.
«Guardami. Affronta il pericolo, non scappare.» ordinò il leader, e Yun fece scontrare i suoi occhi con quelli del ragazzo.
«Che cosa dovrei farti? Cosa pensi che ti farò?» sussurrò Namjoon.
«Mi punirai in qualche modo…» disse con terrore lei.
«Dillo. So che lo stai pensando, quindi dillo, avanti.» intimò il moro.
«Mi stuprerai, non è vero?» bisbigliò lei, dando voce ai suoi pensieri.
Namjoon spostò una mano dal muro alla testa della minore, e cominciò ad accarezzarle i capelli lisci come la seta.
Lo fece lentamente, osservando tutta la paura visibile dagli occhi di Yun, mentre tremava sotto il suo tocco. Spostò la mano lungo il fianco della ragazza, e continuò a fissarla intensamente negli occhi, senza spostarsi di un millimetro.
«Te lo ripeto un’altra volta… ti sembra che sono un mostro? Faccio tante cose brutte, sì, ma anch’io ho un’anima.» mormorò Namjoon, scuotendo la testa.
«Quindi… perché stai… ecco…» provò a chiedere Yun, vergognandosi di chiedere al ragazzo perché stesse ancora così vicino dal suo viso.
«Perché sto così? Perché volevo spaventarti, Yunah, e ci sono riuscito. Non provare più a fare una cosa del genere, devi fidarti di me. Ti lasceremo andare, prima o poi sarai libera, ma dipende da te in quali condizioni vuoi stare. Se non ti ribellerai più, mi prenderò cura di te. Se continuerai a ribellarti, dovrò seriamente punirti. Oggi ti ho messo alla prova… mi sarei stupito se non avessi urlato… ma sono rimasto comunque deluso, ti avevo detto che rischiavo la morte… da adesso in poi fai la brava, va bene?» sussurrò Namjoon, e Yun annuì subito.
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Hidden Truth - Namjoon
Fanfic{ℂ 𝕆 𝕄 ℙ 𝕃 𝔼 𝕋 𝔸} Yun va al concerto dei suoi idoli, insieme alla sua migliore amica. Apparentemente è tutto perfetto. Poi, però, la bolla in cui Yun vive, scoppia. Tratto dal capitolo 7: «Te lo ripeto un'altra volta... ti sembra che sono un...