Capitolo tre

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Hitoshi's pov

Mi presentai puntuale alle porte del centro commerciale alle cinque e mezza, come mi aveva detto Kaminari. Lui ed il suo gruppo arrivarono con pochi minuti di ritardo. Con lui c'erano una ragazza completamente rosa e vestita con dei colori osceni, un tizio con i capelli rossi che sfidavano la gravità ed i denti a triangolo ed un altro ragazzo moro che al posto dei gomiti aveva dei rotoli di qualcosa simile a scotch. Quest'ultimo me lo ricordavo dal torneo perché aveva combattuto contro il figlio di Endeavour, ma non sapevo come si chiamasse.

Allegro come al solito, Kaminari fece delle rapidissime presentazioni, del tipo “Shinsou-kun, Mina-san, Sero-kun, Kirishima-kun. Mina-san, Shinsou-kun. Sero-kun, Shinsou-kun. Kirishima-kun, Shinsou-kun.” Mi disse i nomi dei suoi amici, ma non li memorizzai facilmente.  Continuavo a confondere Kirishima e Sero, ma almeno sapevo che Mina-san era la ragazza.

<<Avevo chiesto anche a Bakugou-kun di venire con noi>> disse lei mentre sbatteva le palpebre come le protagoniste di quei manga stupidi per ragazze, e trascinando noi poveri ragazzi da una vetrina all'altra. <<Come risposta, mi ha urlato contro.>>
<<Cosa ti aspettavi?>> chiese quello con i capelli neri. <<Che accettasse? Dai, su… era scontato.>>
Ashido scrollò le spalle, mentre fissava una minigonna azzurra in una delle vetrine. <<Non hai tutti i torti, Sero-kun.>>
<<A me ha detto che oggi doveva allenarsi>> aggiunse quello che questo punto doveva essere Kirishima. <<Anche se ha vinto il torneo, non si ritiene soddisfatto.>>
<<Quando mai è soddisfatto di qualcosa?>> commentò l’altro ragazzo.

<<Bakugou ha un caratteraccio, una cosa che se non la vedi non la puoi capire davvero>> disse Kaminari, rivolgendosi più a me che agli altri per farmi capire la situazione. <<Però sappiamo che forse, sotto sotto, ci vuole bene.>>
<<Se anche ce ne volesse, non ce lo dirà mai>> sbuffò Ashido, ancora concentrata sulla minigonna. La fissava con gli occhi socchiusi, probabilmente immaginando come le sarebbe stata addosso. <<È solo il suo carattere, ma secondo me sotto sotto è un tenerone… vorrà solo un po’ di attenzioni.>>
Vidi che a Kirishima scappò un sorrisetto mentre la ragazza stava finendo di parlare, ma non gli diedi importanza e me ne scordai molto presto.
<<Posso chiedervi come mai era così arrabbiato, dopo aver vinto il torneo?>> feci io, non proprio incuriosito, ma la domanda me l’ero posta. L'espressione indemoniata del porcospino esplosivo era, come dire, indimenticabile.
<<Non ce l'ha voluto dire, ma forse Todoroki o Midoriya potreb-...>> provò a spiegare Sero, ma venne bruscamente interrotto da Ashido che lo trascinò dentro il negozio.
<<No Sero non hai capito, devi assolutamente dirmi come mi sta quella minigonna!>> fu l'ultima cosa che le sentimmo pronunciare, prima che le loro teste si confondessero con quelle delle altre persone nel negozio e poi svanissero in mezzo ai capi in vendita.

<<Li abbiamo persi>> constatò Kirishima, con l'espressione di qualcuno che ha già vissuto esperienze simili più volte. <<Dite che dovrei andarli a cercare? Giusto per controllare che Sero non venga sfruttato eccessivamente… l’ultima volta gli ha fatto trasportare sette chili di vestiti nuovi.>>
<<Si, dai, lo affidiamo a te.>> gli occhi di Kaminari brillarono beffardi per un attimo, come se avesse avuto un'idea geniale e diabolica assieme. <<Io e Shinsou-kun vi aspetteremo qui fuori.>>

Quando Kirishima scomparve anch’egli nel negozio, Kaminari mi rivolse uno dei suoi sorrisi raggianti, recante però qualche tratto di pura, raffinata e simpatica infamia. <<Ti va se andiamo a prenderci qualcosa da bere alla caffetteria qua dietro? Offro io!>>
La mia solita espressione cupa si rallegrò un po'.
<<Non rifiuto mai nulla che sia gratis>> scherzai, e ci avviammo verso una caffetteria non troppo lontana, ma dall’altro lato della strada.

Io ordinai una limonata, Kaminari un frullato ai frutti di bosco.
<<Hai dormito poco stanotte?>> gli chiesi. Non sapevo cosa dire e si stava creando un silenzio imbarazzante.
Kaminari alzò le spalle. <<Non dormo mai molto di notte, ma considerando che oggi è sabato e mi sono alzato a mezzogiorno non sono affatto stanco.>> rispose. <<È che di pomeriggio dormo un sacco, quindi di notte non sono stanco.>>

Annuii, prendendo un altro sorso di limonata. <<Nemmeno io dormo tanto di solito e credo si noti, quindi scusami se non ti ho risposto alle tre. Non ho usato il telefono, ieri notte.>>
<<Tranquillo>> rispose, tutto felice. <<Mi fa piacere che alla fine tu abbia accettato di uscire.>>
Detta così, mi suonava quasi come un appuntamento.

<<Posso chiederti una cosa?>> fece lui, per cambiare argomento. <<Mi spiegheresti meglio cos'è successo nello scontro di ieri? Non ci ho capito un cavolo.>>
Gli spiegai a grandi linee come funzionasse il mio quirk, e che Midoriya era stato l'unica persona capace di resistergli fino ad allora.

Intanto che stavamo continuando a parlare del torneo di ieri, vidimo gli altri ragazzi e gli facemmo segno di avvicinarsi. Kaminari prese un altro tavolino e lo aggiunse al nostro, e io spostai tre sedie.
<<Spostane quattro>> mi consigliò il biondo.
<<Per chi?>> chiesi, domandandomi se dovesse arrivare un'altra persona o se mi fossi dimenticato di qualcuno già presente. La risposta, ovvia, mi strappò mezzo sorriso.
<<Per le borse di Mina.>>

Solo allora mi accorsi che Kirishima e Sero erano alle prese con un minimo di cinque o sei borse enormi ciascuno. Kaminari aveva fatto bene a proporre di andarcene al bar, o ci saremmo ritrovati a farle da schiavetti personali… chissà, magari avendo quattro braccia in più a disposizione avrebbe comprato il doppio della roba.
Quando tutti, borse comprese, ebbero preso posto, gli altri ragazzi ordinarono e restammo a chiacchierare per oltre un'ora.
Stare con gli amici di Kaminari era divertente, ma facevano davvero tantissimo chiasso e mi sentivo gli sguardi della gente puntati addosso. Gli altri, probabilmente abituati ad essere sempre al centro dell'attenzione, non sembrarono farci caso.

Considerando che tutto sommato c'eravamo trovati bene e non potevo proprio lamentarmi, Ashido insistette per inserirmi nel loro gruppo WhatsApp così che "la prossima volta che usciamo lo saprai subitissimo!". Sospirai, e alla fine cedetti a cotanta insistenza. Poco dopo li salutai e presi l'autobus per tornare a casa.

Fino al momento in cui giunsi alla mia fermata, ascoltai qualche canzone dal telefono. Inoltre, com'era già successo ieri notte, pensai a Kaminari. Chissà perché in questi due giorni si era tramutato in un’entità onnipresente nei miei pensieri. Cercando inutilmente di dare un senso a questo quesito, mi ritrovai già sdraiato sul letto di camera mia.

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Capitolo revisionato il 10/06/2024

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora