Capitolo otto

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Shinsou's pov

Kaminari si sedette sul letto, amareggiato, convinto che io avessi appena scoperto della sua dipendenza. Io rimasi alquanto indeciso su che cosa dovessi fare. Avrei dovuto assecondarlo e far finta di averlo appena scoperto o raccontargli dell'incidente precedente? Considerando che non sapevo quanto ricordasse -o meglio, quanto non ricordasse- avrei rischiato di causare un bel casino con la C maiuscola. Se si fosse ricordato del bacio, convinto per esempio che fosse un'allucinazione, sarebbe cambiato qualcosa? Potevo rischiare? Avrei rovinato la nostra amicizia? E se mi avesse chiesto perché non gliel'avessi detto subito? Si sarebbe offeso? Scossi la testa; avevo troppi dubbi. Rivelare tutto era una mossa azzardata e rischiosa.

Il biondino era rimasto immobile sul letto, con lo sguardo perso nel nulla. Era diverso rispetto a quando era sotto effetto degli stupefacenti; triste, sì, ma almeno ragionava in modo sensato. Sperai con tutto me stesso che non scoppiasse un'altra crisi di pianto, anche se dubitavo sarebbe successo. Non avrei sopportato di vederlo di nuovo in quelle condizioni, soprattutto se poi se lo fosse ricordato. Sarebbe stata una sofferenza troppo pesante per entrambi.

–Okay– dissi, raccogliendo i sacchetti da terra e riponendoli con cura nell'angolo dove li avevo trovati. –Erano lì, giusto?
Kaminari passò dall'essere ad un passo dall'essere in preda alle paranoie all'essere semplicemente stralunato. Stabuzzò gli occhi, poi guardò il punto dove avevo rimesso la cocaina e mi rispose. –Eh? Sì... erano lì. Un po' più a destra, se vogliamo essere pignoli.
Li spostai sulla destra e richiusi l'armadio, poi mi rivolsi a lui con un sorriso che voleva essere il più rassicurante possibile. –Non lo dirò a nessuno, tranquillo... come se non avessi visto niente.

Aspettandosi di certo una reazione completamente opposta, Kaminari restò spiazzato. –Ti sta bene? Davvero non ci sono problemi?
Alzai le spalle con nonchalance. –Dovrebbero essercene?
–Non... non lo so. Sei il primo ad averlo scoperto– ammise lui, passandosi nervosamente una mano fra i capelli. –Oltre al tizio della 1ªB che me la spaccia, ovviamente.
–Ovviamente– convenni con un cenno.

–Non posso negarti che non ti immaginavo capace di... di drogarti– continuai, ripensando a quello che avrei voluto dire l'altra volta. –Ma sicuramente quando ti ho conosciuto avevi già iniziato a fare uso di queste sostanze, quindi non è poi cambiato niente, no? L'unica differenza rispetto a prima è che adesso lo so.
–Oh okay... cioè, non è okay, però... ah, fanculo, hai capito cosa intendo– tirò un sospiro di sollievo vedendomi annuire. –Volevo parlartene, ti giuro, ma avevo paura che la prendessi male. Sì, insomma... sniffare non è una di quelle cose che mi riempie d'orgoglio, anzi.
–Ma va'– La tensione nella stanza si era in qualche modo allentata. –Tutti quanti abbiamo il nostro modo di scaricare lo stress. Se questo è il tuo, a me sta bene. Basta che non vai in overdose e muori, eh.
Kaminari annuì, sorridendo. –Eviterò di schiattare, se posso.
–Sarebbe meglio.

–Se ti giri o chiudi gli occhi mi cambio la camicia– aggiunsi, troncando la discussione precedente. Va bene far finta di niente, ma meglio non rischiare di dire qualcosa di compromettente. Sebbene sapessi della cocaina, continuava a fare il finto allegro.
–S-sì! Scusa!– Kaminari chiuse gli occhi. Aveva una faccetta pacioccosa che lo rendeva ancora più carino del solito. Certi pensieri erano diventati sempre più frequenti nella mia testa, quindi smisi di darci peso. Inoltre, da quando Aizawa-sensei mi aveva raccontato della sua vecchia cotta, mi sentivo un po' più sicuro nell'affermare che un ragazzo fosse carino, sebbene ancora mi rifiutassi categoricamente di intenderlo in senso romantico.

–Dannato pervertito, gli occhi devi tenerli chiusi, non chiuderli e riaprirli quando ti pare!– lo rimproverai scherzosamente. Mentre mi stavo sbottonando la camicia perso nei miei pensieri, notai che aveva aperto leggermente l'occhio destro. Arrossì, e strinse gli occhi più forte. Ora che aveva le guanciotte rosse sembrava davvero un Pikachu in carne ed ossa.

Giusto per fargli dispetto e fortemente convinto che gli occhi li avrebbe riaperti lo stesso, gli tirai la camicia sporca in faccia e mi girai di spalle.
Ben presto, comunque, mi sentii i suoi occhi di nuovo puntati sulla schiena, anche se ormai avevo indossato la felpa ed essendo di spalle non potevo dimostrarlo. Come avevo previsto, era troppo piccola per me, ma me la feci andar bene lo stesso.

–Fa strano vederti con i miei vestiti– constatò, dopo che gli permisi di riaprire ufficialmente gli occhi.
–In base a ciò che è appena successo deduco che preferiresti vedermi direttamente senza vestiti, o sbaglio?
Il mio intento era metterlo scherzosamente in imbarazzo; grazie a ciò che disse in seguito, però, ottenni l'effetto opposto.
–Questo no, non mi permetterei mai– disse, alzando e allargando le mani. –Però sai, hai davvero un bel fisico.

Mi correggo: se c'era qualcuno con le guanciotte da Pikachu, quello ero io, non Kaminari. –Gr-grazie..?– balbettai imbarazzato, ma suonò più come una domanda. Quello che stava dicendo non era affatto vero; nonostante gli allenamenti non ero ancora molto muscoloso e, anzi,  avevo anche un po' di ciccia.

Mi voltai per uscire, e me lo ritrovai subito dietro le spalle.
–Ma se anche avessi voluto vederti senza maglietta, non sembrava che la cosa ti turbasse particolarmente, Shinsou-kun– mormorò malizioso a pochi centimetri dalle mie orecchie, provocandomi un brivido e moltissimo imbarazzo.
Mi diede una leggerissima pacca sulla spalla. –Non fare così, sto scherzando.
Non ebbi il coraggio di ribattere; avrei solo negato l'evidenza. Scherzo o no, sotto sotto, mi aveva fatto quasi piacere, soprattutto quello strano complimento finale.

Accennò un sorriso, poi tornammo in cucina e ricominciamo da capo il procedimento per fare i biscotti.
La mia camicia venne messa in ammollo dalla mamma di Kaminari quando tornò dal lavoro, e mi fu restituita pulita e perfettamente stirata due giorni dopo, quando il ragazzo, saltandomi addosso per la felicità, mi annunciò di aver passato tutti gli esami eccetto fisica. Purtroppo aveva fallito ai test pratici insieme ad Ashido, ma non gli avrebbero impedito di partecipare al ritiro nei boschi.
E per la seconda volta in poco tempo, la sua felicità mi parve un po' più autentica.

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Spazio me!

Bella raga sono la personcina strana che sta dietro tutta questa fanfiction :D
Non sono particolarmente socievole ma se vi fa piacere ogni tanto posso fare degli "spazi me" dove parlo di cose a caso o rispondo alle vostre domande! Fatemi sapere uwu

Allur, oggi doppio aggiornamento (amatemi) per festeggiare il compleanno della mia collega, la carissima _EikoChan_!
Fatele gli auguri oppure Denki drogato verrà a piangere in camera vostra stanotte -si vi sto minacciando-

Detto questo, ci vediamo sabato con il capitolo nove

Nikita

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora