Capitolo quattordici

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Kaminari's pov

–Grazie per avermi aiutato, poco fa– dissi, mentre stavamo camminando mano nella mano per il parco in cerca di un buon punto di osservazione. Purtroppo c'era troppa luce ovunque ed era impossibile vedere le stelle.
–Di nulla, figurati– Shinsou si passò la mano libera tra i ciuffi viola. –Avresti fatto lo stesso per me, se mi fossi sentito male io.
–Sì– confermai, con una sincerità che avevo dimenticato di possedere. –L'avrei fatto.

–Ti capita spesso?– chiese. Il suo tono era tranquillo ma alle mie orecchie le sue parole suonarono più come un interrogatorio.
Scossi la testa. –Solo quando mangio troppo.
"Tu mangi sempre troppo, razza di deficiente" mi ricordò la vocina in tono canzonatorio. Voleva essere un'offesa, ma per una volta tornò utile.
–Troppe cose con il glutine, intendo– precisai, soffocando piano nella mia ragnatela di menzogne. In quel momento riuscivo a reggere, ma quanto a lungo sarei riuscito a tirare avanti restava un'incognita.

Sospirai avvolto dai miei tristi pensieri, e Shinsou per tirarmi su di morale mi accarezzò delicatamente una guancia.
–Va tutto bene, tranquillo.
–Temevo di aver rovinato l'atmosfera... deve aver fatto schifo– obiettai, con un dispiacere era autentico.
–Non rovini niente, non pensarlo neanche– rispose. Quella sera era più dolce e gentile del solito, e questo suo lato non mi dispiacque per nulla; un po' di dolcezza, ogni tanto, ci stava.
Sorrisi, sperando che le sue parole potessero un giorno diventare più vere.

Quando trovammo un piccolo fazzoletto d'erba abbastanza scuro e stendemmo a terra due tovaglie, ci sdraiammo vicini, attendendo di vedere la cometa. Per l'occasione mi ero portato dietro un vecchio binocolo, con il quale ogni tanto davo uno sguardo al cosmo. Nell'attesa di trovare la stella, battendosi leggermente una mano all'altezza della clavicola, Shinsou mi invitò ad accomodarmi sulla sua spalla per stare più comodo.

Accettai l'invito e appoggiai la nuca dove mi aveva indicato, con la testa all'insù, rivolta verso le stelle. Il ragazzo aveva messo su un po' di muscoli rispetto a quando avevo "accidentalmente" sbirciato mentre si cambiava, e questi rendevano il mio cuscino molto più rigido di quanto non avessi immaginato. Non era affatto un problema, anzi.

Mi poggiò dolcemente un braccio sul petto con fare protettivo; il solo tocco leggero della sua mano contro la mia maglietta fu abbastanza per scaldarmi, in senso sia letterale che figurato, il cuore.

–Guarda, Hitoshi! È lì!– con un po' di difficoltà nel liberarmi dalla presa di Shinsou, che mi cingeva da dietro, alzai un braccio ed indicai un angolo nel cielo dove era apparsa la cometa.
–Wow... certo che è un puntino stupidissimo come tutti gli altri– sussurrò il ragazzo accanto a me, gli occhi nascosti nel binocolo. –Chissà che mi aspettavo.
–Già, molto strano– concordai, dopo che mi passò quell'affare per vederla meglio. –Ah no, scusa, era solo Gamma Cassiopeiae. Stasera è più luminosa del solito.
–Non sapevo che conoscessi le stelle– disse, ammirato.
–Non che ne sappia tanto– negai dopo un attimo di silenzio. –Ma mi hanno sempre affascinato e quindi tempo fa ho iniziato a memorizzare i loro nomi e la loro posizione.
–Figo– disse.

–Di solito non mi piace molto guardarle– confidò lui. –Mi ricordano che non sono altro che un granello di sabbia in mezzo all'oceano. 
–Pensando a quanto sia grande l'universo, probabilmente in proporzione tu e io insieme facciamo meno di mezzo granello– osservai, essendo forse fin troppo razionale e guastando un po' il momento.
–Che depresso che sei...– borbottò.
–Guarda che hai cominciato tu!
–Oh... hai ragione– Non se ne era nemmeno reso conto. Davvero con me si sentiva così tanto a suo agio da poter rivelare il suo lato depresso con una tale leggerezza? Davvero si fidava di me a tal punto da rivelare i propri drammi, senza paura di essere giudicato? Lo ammirai molto per questo; io avevo l'abitudine di misurare attentamente ogni singola lettera che usciva dalla mia bocca, e parlare a cuore aperto mi risultava sempre difficile.

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora