Racconti dal passato -scusate il ritardo- #9 (Capitolo 39.5)

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Voce narrante di Shinsou

Convivere con Eri-chan non era poi così male. Avevo la scusa per andarmene via in qualunque momento senza che la gente potesse lamentarsi. Funzionava anche con gli insegnanti noiosi. Le dicevo di mettersi a piangere e ci mandavano fuori. Fantastico, no?

La prima volta che mi presentai in classe con lei al seguito, fu praticamente impossibile tenere la lezione della prima ora. La professoressa di storia passò tantissimo tempo cercando di dividere le ragazze che cercavano di fare le coccole alla bambina, ed allo stesso modo fu difficile spiegare ad Eri come ci si dovesse comportare in aula. Quelli della Yakuza non si erano neanche mai curati di insegnarle a leggere e scrivere, quindi tenerla impegnata era difficile.
La mattina dopo in classe si presentò un'insegnante di supporto, a cui era stato affidato il compito, in via del tutto eccezionale, di insegnare alla bambina.

Eri sedeva in un banchetto vicino alla finestra, ma spesso e volentieri chiedeva al suo insegnante il permesso di stare accanto a me. Tale permesso veniva solitamente accordato, quindi la piccola prendeva la sua sedia e si metteva al mio fianco, continuando a svolgere i suoi compiti. Non disturbava mai ed era la cocca della classe. Tutti la adoravano, insegnanti compresi, e lei pian piano riuscì ad aprirsi con più persone. Grazie all'intervento di Togata e Midoriya, inoltre, aveva anche imparato a ridere, e spesso rivolgeva agli altri sorrisi raggianti.

All'ora di pranzo andavamo in mensa insieme; la portavo sulle spalle per farle scegliere cosa mangiare e subito dopo esserci riempiti i vassoi raggiungevamo i nostri amici al tavolo. Dato che le mie conoscenze, in buona parte grazie a lei, si erano allargate, ogni giorno mangiavamo con un gruppetto diverso. A volte stavo con Mina, Sero, Bakugo e Kirishima; a volte con Amajiki e Togata, a cui si andava ad aggiungere spesso anche Midoriya; altre volte ancora andavamo a mangiare con Monoma. Infine, un po' più di rado ma comunque con una certa frequenza, mangiavo con Tokoyami, Todoroki e gli altri ragazzi della A. Ovviamente, avevo sempre Kaminari al seguito.

Il ragazzo elettrico ed Eri erano diventati amici, ma ancora più d'accordo andavano lei e Monoma. Il nostro povero plurifriendzonato pretendente se l'era presa a cuore, e si faceva in quattro per lei. La aiutava a studiare quando io non potevo, ci giocava spesso insieme e, ogni tanto, spuntava alla mia porta con un nuovo giocattolo per la bambina. Avevo l'impressione che buona parte di quei regali fossero in realtà i vecchi giocattoli con cui giocava anche lui quando aveva l'età di Eri ed veniva ancora trattato come una bambina, ma lei sembrava apprezzare.

All'inizio, lo ammetto, io e Kaminari fummo riluttanti all'idea di lasciare che quei due legassero così tanto, temendo che magari Eri crescesse come una drogata, ma ci rendemmo conto in fretta che tale pericolo non era reale. Monoma faceva di tutto per evitare di farle trovare droghe e alcol nascosti in giro per la sua stanza, e si mostrò molto più responsabile di quanto credessimo.

E se c'era un'altra persona che amava Eri come Monoma, allora quella era Mina. La ragazza rosa adorava giocare con la piccola, e la portava ogni fine settimana in camera sua dove, tra una cosa e l'altra, passava del tempo con tutte le ragazze. Una volta Eri tornò da me con le unghie smaltate di rosa e non ci fu modo di separarla dallo smalto per mesi. Per non parlare di Aizawa, era diventato praticamente suo padre e, dato che ero sempre con lei, anche per me diventò un punto di riferimento più di quanto già non fosse.

L'unica pecca nella vita di Eri era che non avesse amici della sua età ma per quello, purtroppo, c'era ben poco da fare. O almeno così credevo, finché un giorno, mentre eravamo con Tokoyami, lei disse: –Mi piacerebbe avere un qualcuno per giocare.
Il ragazzo-corvo la guardò con i suoi occhioni. –Della tua stessa età o va bene anche una dodicenne?
–Andrebbe benissimo!– rispose lei. –È più grande di me ma più piccola di voi.
Tokoyami le rivolse una specie di sorriso, ed evocò Dark Shadow in forma umana.
Gli occhietti di Eri brillarono in perfetto contrasto con la sua nuova e ombrosa compagna, e le due si misero a giocare insieme ad acchiapparella. Vinceva sempre Dark Shadow ma ad Eri non sembrava importare, felice di aver finalmente trovato un'amichetta.

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora