Racconti dal passato -non lo è ma dettagli- #12 (Capitolo 44.5)

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Kaminari's pov

–Ce ne hai messo di tempo, eh?– disse Shinsou, quando feci ritorno al KFC. I commessi gli avevano chiesto di pagare ed uscire, così si erano seduti appena fuori ad aspettarmi. Kirishima e Bakugou, sebbene ancora abbastanza distanti ed imbarazzati, si tenevano per mano.
–È stato difficile ritrovare Hawks– mi giustificai, porgendo il foglietto di carta a Bakugou. –Era volato lontano.

Il porcospino lo afferrò con un rapido gesto e se lo infilò in tasca dopo avergli dato un'occhiata. –...grazie– mormorò, voce così bassa che per poco non lo sentii.
Almeno quella sera Bakugou si stava sforzando di essere gentile.
Kirishima gli rivolse un sorriso, piacevolmente sorpreso dal suo comportamento.

–Lasciamoli un po' da soli– propose Shinsou. Senza aspettare risposta né da parte mia né da parte di Bakugou e Kirishima, mi prese per mano e mi trascinò via, laddove non avremmo potuto disturbarli.
E mentre io e lui sorseggiavamo un cocktail gratuito lontano da locali affollati, il point of view si spostò sull'altra coppia di fidanzatini.

*****

Kirishima's pov

Io e Bakugou sedevamo ancora sullo stesso muretto dove Shinsou e Kaminari ci avevano abbandonati, le nostre mani ancora intrecciate ma era troppa la timidezza per guardarlo negli occhi.
Non avevo esperienza con queste situazioni, e non avevo idea di come sarebbe stato giusto comportarmi. Neanche Bakugou aveva l'aria di essere molto più esperto di me, ma, tenendo lo sguardo basso, non mi ero reso conto che si era voltato verso di me e mi stava studiando ogni centimetro del volto con lo sguardo.

Sentii un tocco leggero che mi sfiorò dalla fronte fino all'orecchio, portandosi dietro una ciocca di capelli rossi.
–Sei carino con i capelli così– disse.
Solo allora mi voltai verso di lui. Era un pochino imbarazzato, ma sorrideva. Senza quell'espressione perennemente scazzata in volto, era anche più affascinante del solito.
–Anche tu– mormorai con un sorriso, rapito da quegli occhi rossi come le sue esplosioni. –Sei molto carino, Bakugou-kun.

Mi rivolse un sorriso sincero, e decise che era giunto il momento di avvicinarsi a me. Scivolò lungo il muretto su cui eravamo seduti finché non fummo letteralmente uno attaccato all'altro, ginocchio contro ginocchio.
–Allora...– iniziò, senza però sapere come andare avanti.
–Allora?– ripetei, cercando di incoraggiarlo.
–Beh, non so esattamente cosa dire– ammise. –Non mi ero certo preparato un discorso.
Presi un respiro profondo, profondissimo, raccogliendo tutto il coraggio che non pensavo di avere. –E allora che ne dici se...
–Se..?
Gli feci un cenno con il volto, sporgendomi in avanti come a dirgli "avvicinati dai dai dai". Bakugou mi guardò confuso.
Caspita se era stupido.
Le mie intenzioni erano chiare, cristalline, ma lui sembrava non capire.
–Ah, fanculo, sta zitto e baciami.

Bakugou alzò un sopracciglio, sorpreso da tale richiesta, ma prese la palla al balzo non se lo fece ripetere due volte; poggiò le sue labbra sulle mie con delicatezza, ma eravamo entrambi molto rigidi e impacciati.
Non fu un bel bacio. Eravamo imbarazzati, non sapevamo cosa fare e, personalmente, fui investito da un certo senso di deja vu che non riuscii a spiegarmi, dato che quello era il mio primo bacio in assoluto. Durò giusto una manciata di secondi, finché Bakugou, un po' contrariato, non si ritrasse.
–Beh, che dire...– sospirò, sfiorandosi le labbra con le dita. –Come primo bacio è stato uno schifo.
–È vero– concordai, scoppiando a ridere. –A dir poco tremendo.
Bakugou si unì alla mia risata, alleggerendo di gran lunga l'atmosfera. Si guardò intorno, poi aggiunse: –Vediamo se va meglio al secondo tentativo?

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora