Racconti dal Passato -è troppo triste per la battuta- #13 (Capitolo 47.5)

498 65 11
                                    

Shinsou's pov

Quando ancora avevo la lametta in mano, Denki bussò alla porta. –Toshi, aspetta... aprimi.
Sentire la sua voce mi fece sobbalzare e la lama cadde di mano. Da quanto era lì? Aveva sentito che ero in camera?
–Lo so che sei qui e che mi senti– disse lui, quasi rispondendo alla mia domanda. –Ti prego... voglio spiegarti.
Il suo tono, che in un momento diverso avrei interpretato come supplichevole, giungeva alle mie orecchie solo come inquietante. Stava cercando di entrare? Gliel'avevano detto i villain di venire e parlare con me? Ma no, era normale che volesse parlarmi... d'altronde, sarebbe stato strano il contrario.

Mi alzai, avvolsi meglio che potevo il mio braccio in un asciugamano pulito e andai verso la porta, intenzionato ad aprirla, ma le sue parole successive mi bloccarono.
–Ti dirò la verità– disse lui, dall'altro lato del legno. 
"Ah sì? La verità?", pensai. "Quante altre volte aveva promesso di dirmi la verità? E in quante, tra queste, la suddetta verità si era rivelata autentica?"
Quelle parole scatenarono in me uno scatto di rabbia improvviso, e pur di non aprire e tirargli un pugno in faccia battei un colpo sulla porta che rimase ben chiusa a chiave. Ciò non fece bene alle mie nuove ferite, che ripresero a sanguinare.
–Vattene via– gli dissi, combattuto, trattenendo a stento lacrime di dolore.
–Toshi, ti prego... ti voglio spiegare tutto– fece lui dopo un attimo. –Sarò onesto, te lo giuro.
–E pensi davvero che ti creda ancora?!– sputai fuori quelle parole non tanto con un tono che parve rabbioso, ma arrabbiato non lo ero affatto. Ero scosso, deluso, ferito, ma non arrabbiato.

Denki mi aveva deluso nel profondo. Se fosse stato onesto, se me l'avesse detto lui di sua spontanea volontà, forse sarei riuscito ad accettare il suo rapporto con i villain. Forse, in nome di quello che provavo per lui, l'avrei accettato. Ma no, lui aveva preferito tenere tutto nascosto! Perchè? Pensava di non potersi fidare di me? O non mi amava abbastanza da volermelo confessare? O, mio terrore più grande, aveva finto di amarmi per qualche motivo? Poteva anche essere, era così un bravo attore...

–Per favore, amore– disse quasi con tenerezza. –Per favore, Toshi, aprimi, voglio spie-
–Vattene!– urlai, interrompendolo. –E smettila di chiamarmi "amore"!
Non potevo cedere alle sue preghiere.
Mi venne ancora da piangere, ma non ero intenzionato a cedere. Almeno non finché lui fosse stato lì.
Davvero aveva ancora il coraggio di chiamarmi "Toshi"? Di chiamarmi"amore"? Davvero pensava che gli avrei aperto la porta, l'avrei abbracciato e detto che non me ne fregava niente se era un villain e che volevo stare con lui comunque? Beh, pensava bene, l'avrei fatto eccome, se solo avessi saputo che mi potevo fidare di lui! Ma, in quel momento, non sapevo più nemmeno chi fosse il ragazzo di cui mi ero innamorato. Chi era Denki Kaminari? Quale, tra le sue tante personalità che avevo incontrato, era quella reale? O non lo era nessuna e quella vera era un'altra ancora, a me del tutto sconosciuta?

–Hitoshi...– sussurrò, poggiando appena la mano contro il legno della porta. –Scusami... se vuoi torno tra un po', non so... Mi rendo conto che non sia una bella notizia da digerire ma sono sicuro che dopo che ti avrò spiegato come stanno le cos-
–Ti ho detto di andartene!– con ansia crescente, ricorsi al metodo peggiore che conoscevo. Usai il mio quirk, e Denki, obbediente, se ne andò in pochi secondi.
Appena sentii che era sceso al piano di sotto, scivolai contro la porta e mi accasciai a terra.
–No... che cazzo ho fatto?– sussurrai, e poi scoppiai a piangere per l'ennesima volta.

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora