Capitolo dodici

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Shinsou's pov

Dopo tutto ciò che era successo durante e dopo il ritiro estivo nei boschi, temevo che Kaminari non avesse più voglia di uscire e festeggiare in ritardo i suoi sedici anni. Inoltre, i ragazzi della Bakusquad -nome proposto, naturalmente, da Mina- organizzarono una festa a sorpresa per il mio compleanno, e portarono una torta in più anche per lui.

Senza avere la scusa del compleanno da festeggiare, non ebbi più il coraggio di proporre di uscire da soli. Forse Kaminari si accorse che non me la sentivo più di richiederglielo, dato che una sera di inizio luglio fu lui stesso a chiedermi che giorno volessimo uscire. Mi scrisse anche per dirmi che stava passando una cometa, e che se ci andava potevamo andare nel parco a vederla invece che passare la serata in centro o al cinema come al solito.

Stranamente, dopo aver letto i messaggi, diventai nervoso e iniziai a mordicchiarmi l'interno delle guance, assorto nei miei pensieri.
Tra il ritiro e le vacanze avevo capito che Kaminari mi piacesse sul serio, anche se non riuscivo ancora a mandare completamente giù l'idea di essere attratto da un ragazzo. In realtà non ero nemmeno attratto da lui in senso fisico, anche perché il suo fisico in effetti non l'avevo neanche mai visto. Portava sempre abiti troppo larghi per la sua taglia, che non lasciavano intravedere praticamente niente. Era comunque molto facile immaginare che a differenza mia fosse molto snello e muscoloso ma, a dir la verità, non erano i suoi presunti pettorali ad attirare la mia attenzione.

Parliamoci chiaro, di lui mi piaceva tutto: il carattere solare, il suo lato estremamente negativo, i suoi infiniti segreti che mi sarebbe piaciuto pian piano svelare, i suoi modi di fare stravaganti e un po' fuori dal comune e quegli occhietti vispi che però si svuotavano e si intristivano facilmente. Senza tutto questo non mi sarebbe mai piaciuto, il che mi portava a pensare che fossi attratto nello specifico da Kaminari e non dai ragazzi in generale. Kirishima o Sero, per fare dei nomi, erano sicuramente bravi ragazzi, ma Kaminari era una storia a parte. Vedevo bello solo lui, e solo lui mi sarebbe mai potuto piacere in quel modo.
E, con un certo imbarazzo, ammetto che solo a lui avrei concesso di baciarmi di nuovo.

Uscire con lui per andare a vedere le stelle sarebbe stato certamente molto romantico, che lo volessimo o meno. Cosa sarebbe successo se avessi detto o fatto qualcosa di compromettente? Se mi avesse guardato con occhi diversi, e mi avesse detto che per la mia... oh, e va bene, per la mia cotta per lui non potevamo più essere amici? L'avrei messo in imbarazzo, o qualcosa del genere?
Con la mente tornai a quella volta in cui mi si era sporcata la camicia e mi stavo cambiando in sua presenza, mentre lui stava facendo tutte quelle battutine... Lì per lì l'avevo presa sul ridere e non ci avevo più pensato, ma se fosse stato serio? Se quelle cose le pensasse veramente..? Se..?

Colto da un'improvvisa e forse avventata illuminazione, scrissi a Mina chiedendole se avesse tempo per fare un'altra telefonata veloce. Come risposta, pochi minuti dopo, fu lei stessa a chiamarmi.

–Ehi, scusa il disturbo– dissi, appena iniziata la chiamata. –Avrei bisogno di chiederti una cosa.
–Certo, dimmi pure– rispose con voce allegra. –Serve un consiglio d'amore? In tal caso sappi che sono single da una vita, ma ho visto abbastanza k-drama da intermene!
–Oh sì, cioè no, non proprio... Rispondimi e basta, se puoi.

Stavo iniziando a pentirmi di averla chiamata senza pensarci due volte, ma ormai il danno era fatto e dovevo andare fino in fondo. –Kaminari-kun... sai se è... se è etero?– chiesi, dopo aver fatto un respiro profondo.
Mina ridacchiò. –Come mai ti interessa tanto saperlo?
–Tu rispondimi e basta, per favore– tagliai corto, imbarazzato. Grazie al cielo non poteva vedermi: ero rosso come i capelli di Kirishima.
–Va bene... È segretamente bisessuale, ma non dirgli che te l'ho detto o potrebbe anche ammazzarmi– rispose maliziosa, dopo essersi lasciata scappare una risatina. –E neanche tu sei molto etero, direi.
–Io non...
–Hai paura per il vostro appuntamento, vero? E non dire che non è un appuntamento, perchè lo è.
–Ma tu come..?
Ridacchiò. –Non accade cosa, in questa scuola, senza che io ne venga a conoscenza. Sappilo.

Quella ragazza mi inquietava, in un certo senso. Sembrava sapere sempre tutto di tutti, come se leggesse nella mente delle persone. Dato che sapeva, mandai a quel paese la mia riservatezza e le raccontai il problema.
–Ho paura di fare qualche cazzata, di dire o fare qualcosa di sbagliato; e poi non ho molta esperienza con gli appuntamenti– ammisi.
Parlando, le parole uscirono fuori da sole. –In particolar modo, non ne ho con i ragazzi.
–Non pensare che Kaminari sia più esperto di te... che io sappia, non è mai stato fidanzato o ha avuto qualche cotta– rispose lei, divertita. –E poi, non è così diverso che provarci con una ragazza. Anzi, probabilmente è più facile.
–Tu dici?– chiesi. Probabilmente era vero che in generale i ragazzi avessero meno pretese, ma ciò non significava che anche Kaminari, particolare com'era, non ne avesse.

–Non lo so, non ci ho mai provato con una ragazza e non posso farti il paragone– ammise. –Ma in tutte le fanfiction che ho letto su Wattpad dicono che è così.
–In tutte le fan-che?
–Lascia stare, non vuoi saperlo veramente– fece una pausa, poi borbottò qualcosa tra sé e sé. –Ma su Wattpad potreste anche trovare un po' d'ispirazione, tu e Kaminari...
Mezzo spaventato e mezzo intrigato dalle sue ultime parole, decisi che fosse meglio rimandare il discorso ad un'altra volta.

–Tornando a noi, cosa dovrei fare, secondo te, se Kaminari...
–Come ti ho detto anche l'altra volta, mio caro, ti preoccupi troppo– mi interruppe bruscamente, con la voce di qualcuno che ha sentito troppe volte la stessa canzone e non ne può più. –Uscite, e fidati anche del tuo istinto oltre che del tuo cervello. Andrà bene, credimi! E se ci pensi troppo potresti sprecare qualche occasione!
–Che intendi con "occasione"?– chiesi.
Fece un sospiro rilassati. –Suppongo che quando quest'occasione si presenterà, capirai da solo di cosa sto parlando.
Annuii, anche se non poteva vedermi. –Grazie, Mina-san.

Chiusi la chiamata dopo averla salutata, e mandai un messaggio a Kaminari giusto qualche minuto dopo.
Mi sentii più leggero; parlare con quella ragazza mi aveva davvero aiutato.

*****

Kaminari's pov

–Chi era al telefono?– chiesi, vedendo Mina tornare e sdraiarsi sul lettino a bordo piscina. Prese lo specchietto per abbronzarsi e lo usò per appuntarsi la luce in faccia, ed io non potei non chiedermi di che colore diventasse da abbronzata.
–Oh, nessuno di importante– disse, sbrigativa, lasciandomi intendere di aver parlato con un qualcuno di fondamentale. –Piuttosto, vatti a fare un tuffo. Kirishima ti sta aspettando da un po', e io non ti ho costretto a venire in piscina solo per vederti sdraiato a controllare il cellulare ogni cinque secondi.
–Non ti sei nemmeno messo il costume!– aggiunse a mo' di rimprovero, dandomi uno schiaffo sulla pancia coperta dalla maglietta.
–Sto aspettando un messaggio importante– mi difesi. –E la piscina non scappa da nessuna parte. Mi bagno quando voglio.

Gli ripetei le stesse parole che aveva usato Shinsou nel gruppo WhatsApp, dopo che per qualche ragione aveva declinato l'invito con forza l'invito di Mina. Diceva di essere già impegnato, ma a me parve particolarmente innervosito dalla richiesta.

–Che noia che sei oggi– sbuffò. –Che messaggio aspetti? È da parte di uno certo ragazzo con i capelli viola?
La sua invadenza di quel pomeriggio tendeva a innervosirmi più del solito, e cominciai a non sopportarla più. –Niente che ti riguardi.
Mina alzò le spalle, e parlò con una vocetta carina e pucciosa pensata apposta per infastidirmi ancora di più. –Sai benissimo che non me ne vado finché non parli.

–E va bene! Come ti sei già fatta dire ieri, ho chiesto a Shinsou di andare a vedere la cometa– confidai, sapendo benissimo che togliersela di torno sarebbe stato impossibile. –Anche se me l'ha chiesto durante il ritiro, non siamo ancora usciti da soli.
–Ma dai! Andate a vedere le stelle! Che romanticoni!– sorrise, e sperai vivamente che non ricominciasse a sclerare. Grazie al cielo mi suonò il telefono, che la distrasse e le impedì di urlare; era il messaggio che avevo atteso con tanta ansia per un tempo che mi parve infinito.

–Direi che ha accettato– osservò la ragazza, spiando il mio schermo dopo aver poggiato il suo faccione rosa sulla mia spalla senza consenso. –Occhio a quello che dite e fate, voi due piccioncini!
La spinsi via, sentendo le guance andarmi a fuoco. Per poco non cadde a terra.
–Privacy, grazie!
–Scusa, eh– si finse offesa, ma non smise di sorridere. –Divertitevi, domani sera.

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora