Capitolo trentasei

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Kaminari's pov

–Sapevo che vi avrei trovati qui– disse Monoma, spuntando da dietro un albero e sedendosi sul prato accanto a me e Hitoshi. 
–Non è che lo sapevi, deficiente, siamo noi che ti abbiamo detto che eravamo qui– obiettai, mostrandogli il messaggio che gli avevo mandato su WhatsApp venti minuti prima. –E l'hai anche visualizzato.
–Dettagli– disse lui, senza voler ammettere di aver detto una fesseria. –Ho portato un po' di roba, volete?
Alazai un sopracciglio e accettai l'offerta molto volentieri; subito dopo tirai fuori un accendino per accendere lo spinello che Neito mi stava passando. Lui tirò fuori le sue solite sigarette, e mi chiese se gliene potessi accendere una. Lo accontentai, ed iniziammo entrambi a fumare beati.

–Per me, invece?– chiese Hitoshi, con l'espressione di uno che già sapeva cosa aspettarsi.
Monoma ricambiò il ghigno, tenne ferma la sigaretta tra le labbra ed iniziò a rovistare nel suo zaino in cerca di qualcosa. Tirò fuori una bottiglietta di plastica che all'apparenza sembrava contenere semplice acqua e gliela lanciò. –Ecco a te.
Hitoshi la afferrò al volo, la stappò e ne bevve qualche sorso. –Ti adoro– disse, soddisfatto. –Ottima scelta.
Il ragazzo biondo gli fece l'occhiolino. –So sempre come far felici i miei amici.
–Da quando siamo passati dall'essere i tuoi "clienti" a i tuoi "amici"?– gli chiesi, nascondendo che ciò mi facesse sorprendentemente piacere.
Monoma mi rivolse un sorriso sincero, privo della solita aria maliziosa. –Più o meno da quando mi hai rotto il naso.
–Strano modo per fare amicizia– scherzai.
Neito alzò le spalle. –Che ti devo dire, ha funzionato.

–Allora– esordì Hitoshi, quando bevve abbastanza gin da poter mettere da parte la bottiglia. –A cosa dobbiamo la tua compagnia, sta volta?
–Beh, sono o non sono il terzo membro della coppia?– scherzò. –Dai, ammettiamolo, senza me che rompo le palle la ship non sarebbe completa.
Buttai fuori il fumo, divertito. –Noi e te non stiamo insieme, Monoma.
Mi strinse affettuosamente una guancia, e mi rivolse un sorriso. –Lo so, tesoro, ma lasciami sognare.
–Ma perchè non ti ho ancora ammazzato?– gli chiesi in modo abbastanza scherzoso, ma neanche troppo.
–Sotto sotto mi vuoi bene– rispose con la sua solita voce melliflua. –Ma prima che provi ad uccidermi, sappi che devo finire un lavoro per il Festival della Cultura e sarebbe carino evitare di sanguinarci sopra.

Alzai le spalle. –Mi sembra giusto.
–Quando lo devi consegnare?– chiese il ragazzo dai capelli viola.
–Stasera.
–Che lavoro è?– chiese ancora Hitoshi. –Noi facciamo una specie di ristorantino, ma essendo una pippa a cucinare io non devo far nulla.
–Stiamo organizzando una recita teatrale– spiegò Monoma. –E la sceneggiatura devo scriverla io, anche se al momento non ho grandi idee nemmeno per iniziare.
–Che ne dici di una storia d'avventura?– proposi. –Con un cavaliere medioevale che va a salvare la principessa. Una cosa semplice, ma piace sempre!
–Nah, io la farei un po' più fantasy– disse il mio ragazzo. –Con draghi, elfi, streghe e oggetti magici.
–Che ne dici del cavaliere con la spada magica, tipo Excalibur, che va a salvare la principessa da una strega cattiva?– dissi, rendendomi conto che forse era troppo banale. –Però bisogna aggiungerci altro, se no è già vista. E Neito-kun, che è francese, lo saprà meglio di noi.

–Che ne dite se la strega è al servizio di un Oscuro Signore?– aggiunse lui, prendendo palesemente ispirazione, per non dire copiando, il Signore degli Anelli. –E il cavaliere fa parte di una compagnia di persone che lo deve sconfiggere... la strega sarebbe una specie di mini-boss.
–Mettiamoci anche un po' di drama, che in queste cose ci sta sempre bene– disse Hitoshi, dopo aver bevuto altro gin. –Che ne dite se la principessa si prende una cotta per il fratello del cavaliere? Anzi no, al contrario!
–Il fratello del cavaliere che si innamora della principessa?– chiesi per conferma. Toshi annuì.
–Oh, ci sta!– disse Monoma, scrivendosi tutto a matita su un quadernetto che aveva tirato fuori dallo zaino. Si fece gli ultimi tiri, poi buttò il mozzicone di sigaretta in mezzo al prato e si accese uno spinello. –Ma il mio istinto francese dice che in questa storia medievale manca ancora qualcosa...

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora