Capitolo quarantadue

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Shinsou's pov

Qualcuno bussò alla mia porta. Tre colpi secchi e molto rapidi, poi la voce di Kureiji spezzò il silenzio con i suoi toni esaltati. –Shinsou-kun! C'è una visita per te! 
Mi alzai, poggiai il manga che stavo leggendo sul letto e le aprii quanto bastava per parlarle faccia a faccia.
–Una visita?– ripetei, guardandola dall'alto. –E chi è?
La ragazza scrollò le spalle. –Non lo so come si chiama, è un porcospino biondo che non fa altro che strillare. Quel tizio strano che ha vinto il torneo, qualche mese fa.
–"Devo vedere lo zombie con i capelli viola!"– lo imitò, canzonandolo. –È un pazzo, però mi sta facendo scassare dalle risate.

Bakugou-kun? Che cosa mai poteva volere da me, in quel momento? E, tra l'altro, non aveva gli allenamenti con la classe per prepararsi all'esame per la licenza provvisoria?
–Gli dico di salire?– chiese, già in procinto di tornare nel soggiorno dove, probabilmente, stavano facendo qualche torneo alla Playstation.
–Okay, grazie– accettai.

Bakugou-kun fu in camera mia nel giro di un minuto. Non salutò e prese prepotentemente posto sulla mia scrivania -sì, si sedette letteralmente sul piano di legno, spiegazzandomi, tra l'altro, un paio di quaderni.
Chi, acciambellato vicino a lui, non sembrò gradire molto la sua presenza. Gli soffiò contro pensando di essere minaccioso, ed io fui costretto a prenderlo in braccio e metterlo sul tiragraffi nell'angolo. Quando lo mettevo là, indipendentemente dalla situazione, si calmava ad iniziava a giocare. Non conoscevo il motivo di questo suo comportamento; i gatti erano esseri strani.
–Non pensavo si potessero tenere animali a scuola– disse Bakugou, lanciando un'occhiata alla palla di pelo bianco.
–In teoria non si potrebbe– ammisi con un'alzata di spalle. –Ma se mi faranno problemi gli ricorderò che anche il nostro preside è un animale. E lui a scuola può entrare.
–Non penso sia la stessa cosa– obiettò, ma venne ignorato.

–Ebbene– gli dissi, cambiando discorso. –A cosa devo la tua visita?
–Ti devo chiedere due cose– rispose lui diretto, alzando l'indice ed il medio della mano destra. –La prima è rispondere a una stupidissima domanda.
–Ovvero?
–Tu e quel Pikachu scrauso state insieme, no?– chiese.

Avrei desiderato tanto far finta di essere Amajiki senpai e prendere a testate il muro fino a spaccarmi la fronte. Era così ovvio che io e Denki fossimo fidanzati?! Perché lo capivano tutti, dannazione?!
Resistetti alla sopracitata tentazione e gli risposi. –Okay che è un Pikachu, ma scrauso non ti permetto di dirlo.
–Non è quello che ti ho chiesto, se posso definirlo scrauso o meno– mi fece notare. –Quindi state insieme?
–Sì, ma non farlo sapere in giro.
–L'hanno capito tutti, deficiente– sbottò. –È inutile sforzarsi per nascondere una cosa così ovvia. Io volevo solo una conferma.
–Hai intenzione di farmi la predica o andiamo avanti con la seconda cosa che ti serve?– chiesi sfacciato, sperando di non beccarmi un'esplosione in faccia -il che è un po' un controsenso, dato che fino a cinque secondi prima volevo fracassarmi la fronte.

Bakugou mi rivolse uno sguardo ostile, ma passò dritto al secondo punto. –Tra poco è San Valentino.
–E quindi?– lo spronai a spiegare.
–Volevo chiedere a Kirishima di uscire insieme.
Aspettai che continuasse, ma dalla sua bocca non uscirono altre parole. –E io in tutto questo cosa c'entro, esattamente?
–Dato che tu ed il Pikachu storto state insieme, manda un messaggio a Kirishima e chiedigli di fare un'uscita a quattro– lo disse come se fosse una cosa ovvia, che io avrei già dovuto sapere. –Ma non rendere troppo ovvio che sia un appuntamento.
–Perchè non glielo chiedi tu?– proposi. –Non ti dice di no, su questo puoi stare sicuro.
–Io non glielo voglio chiedere– rispose, frustrato.
–Trenta secondi fa hai letteralmente detto "Volevo chiedergli di uscire"– gli feci notare, innervosendolo solo di più. –Che c'è? Ti caghi sotto?
Se gli sguardi potessero nuocere fisicamente, in quel momento sarei diventato un mucchietto di cenere esplosiva.
–Non ho paura di chiedergli di uscire, figurati– rispose Bakugou, sentendosi attaccato nell'orgoglio. 
–E allora perchè non glielo chiedi tu e basta?– chiesi, con l'ovvia intenzione di provocarlo.

The Void Behind Your Eyes‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora