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Trasferirsi in una nuova città non è mai facile. Cambiare amici, cambiare vita, ritrovarsi in un posto dove sei completamente spaesato e hai paura di come la gente ti guarderà, ti chiedi se lo farà, se piacerai mai a qualcuno. Quando mio padre ha deciso di trasferirsi a NewHope - un comune nella cittadina di Bucks, in Pennsylvania- non ero affatto d'accordo. Lo chiamano 'il luogo dei misteri' ed è bastato questo ad inquietarmi.
Adoro le grandi città, quelle con la metropolitana e l'odore del caffè caldo di prima mattina. Avrei tanto voluto oppormi alla sua decisione di andare via da Manhattan ma, quando si tratta di lavoro - in questo caso della stesura di una delle sue opere più grandi - , mio padre non dà retta a nessuno, nemmeno alla sua stessa figlia.
Così ho dovuto fare la valigia, impacchettare la mia roba, trovare il coraggio di abbandonare la mia casa e prendere l'aereo sul quale mi trovo. Questa scatola di metallo volante mi farà venire un attacco di panico; ho la gola secca, le mani mi sudano e sento uno strano bisogno di andare in bagno ogni cinque minuti.
"Tutto bene piccola?" chiede papà notando la mia espressione pallida.
Inspiro ed espiro lentamente e con uno sguardo cadaverico, come se stessi partorendo.
"Alla grande" mento, anche se il mio senso di nausea aumenta ogni secondo che passa.
"Guarda che non devi fare per forza la dura, se hai paura puoi dirlo" afferma.
Psicanalizzarmi è sempre stato il suo passatempo preferito, quando non è troppo impegnato a parlare del suo lavoro.
Ho letto tutte le opere di mio padre, racconta storie di fantasmi e demoni, spesso molto macabre, perfette per passare un venerdì sera alternativo. La sua passione per il genere horror è nata anni fa e il suo tentativo di portarmi sulla strada del brivido è fallito miseramente quando, durante la prima scena di Nightmare, ho urlato a squarciagola e ho pianto fino a esaurire le lacrime.
"Paura? E perché mai dovrei averne? Stiamo per trasferirci in una città che per miracolo è segnata sulle mappe e stiamo viaggiando con la pioggia su un aereo che continua a traballare. Ma è tutto perfetto, dico bene?" chiedo con tono ironico.
"Lo sai che questo libro è importante per me. A New Hope avrò l'ispirazione giusta, ma non siamo costretti a restare lì tutta la vita."
"Non importa quanto tempo resteremo. Odio già tutto questo, specialmente la pioggia."
Non so cosa ci trovi la gente nel mal tempo. È così angosciante sentire il vento nelle orecchie e l'acqua che picchia sulla finestra; ogni volta che c'è un temporale, chiudo tutte le tende e aspetto che finisca, come una vera bambina.
"Mi dispiace che tu stia male, ma in fondo non hai lasciato nulla a Manhattan; non uscivi mai, la tua vita sociale non era di certo perfetta" mi rammenta, lanciandomi addosso una bomba di verità senza il minimo tatto. Mi irrigidisco e abbasso lo sguardo,  fingendo che non mi importi.
"Non ero completamente sola: parlavo spesso con la bidella Mary, una donna molto simpatica che mi passava le risposte durante i compiti in classe" dico scherzosamente.
Di solito, le ragazze impopolari nei film vengono rappresentate come delle ingenue sottomesse, ma io non lo sono mai stata.
Non vado in giro con uno sguardo da pesce lesso in cerca di approvazione, non mi vedo brutta o troppo in carne, semplicemente sono diversa dagli altri e questo piccolo dettaglio complica le cose.
"Sfrutta questa opportunità per impegnarti nello studio, non avrai molto da fare a New Hope se non stare con la testa sui libri" dice con il solito tono severo che mi fa innervosire.
"Oppure, potrei unirmi a un gruppo di drogati e fare festa tutte le sere" replico sbeffeggiandolo.
"Non è divertente, Zoe" risponde fulminandomi con lo sguardo.
Un attimo dopo, arriva un'altra turbolenza che mi fa sobbalzare sul sedile e, lasciandomi scappare un urlo, attiro l'attenzione dei passeggeri.
"Mio Dio, ma chi lo sta pilotando l'aereo? Un sonnambulo?" sbraito, scaturendo le risate di alcuni ragazzi che mi guardano incuriositi.
Papà non sembra molto contento delle loro occhiate ma, rilassatosi nuovamente, si fa sfuggire una risata di fronte al mio sguardo spaventato.
Arrivati alla nostra destinazione, analizzo l'ambiente circostante.  L'aeroporto non è molto grande:
ci sono due piccoli bar, dei quali uno vende solo dolciumi, l'altro panini e schifezze come hot dog e patatine fritte. Le persone, però, non si fermano a comprare nulla; sembrano tutti annoiati e il loro unico obiettivo è quello di uscire da qui.
"Sù, prendi la tua valigia e andiamo, il taxi ci aspetta" dice mio padre.
I capelli neri e leggermente brizzolati gli cadono sulla fronte. La sua barba non è molto accentuata, ha un naso grande, che sono felice non abbia ereditato, e i suoi occhi marroni mi guardano severi.
Ha sempre avuto uno stile elegante e il suo modo di approcciarsi al mondo lo è altrettanto; non ho mai conosciuto una persona diplomatica quanto lui.
Sospiro e, prendendo la mia valigia, incontro lo sguardo di un ragazzo, che era puntato su di me.
Come dicevo, non mi reputo una brutta ragazza; solo un po' strana: porto dei lunghi capelli scuri che ho provato più volte a tingere di biondo o di rosso, ma ciò mi dava l'impressione di annullare la mia essenza. I miei occhi sono neri, rotondi e grandi; li ho sempre ritenuti particolari e a scuola mi chiamavano 'strega' a causa di ciò, ripetendolo continuamente, poiché non accettavano la mia diversità. Sono molte le cose che mi rendono diversa:
non vado mai alle feste, cerco di rendermi invisibile quando mi trovo in mezzo a tanta gente e, soprattutto, non ho mai avuto un'amica - o almeno non una che mi sia rimasta accanto per più di un mese - .
Ricambio lo sguardo del ragazzo e i miei zigomi si alzano accennando a un sorriso.
Mio padre, come già immaginavo, nota il mio gesto:
"Non guardare quel tipo, è strano" mi riprende lui irritato.
"Papà, per te sono tutti strani" dico ridendo.
"No, parlo sul serio! In questa città girano delle voci ed è meglio non rischiare" risponde, sta volta con tono più protettivo.
Aggrotto la fronte in preda la confusione.
Se ritiene questa città così pericolosa, perché mi ci ha portata? Penso che non avrò mai una risposta a questa domanda.

Spazio autrice:
Eccomi qui con una versione nuova e aggiustata della storia. Inizialmente noterete modifiche solo nello stile di scrittura ma più in là arriveranno anche nuovi personaggi.

Undead (ritorno a New Hope) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora