56: Aaron

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Sono passate due settimane da quando io e i miei amici abbiamo tentato di salvare New Hope dalla sua inevitabile distruzione e, più precisamente, sono passate due settimane da quando abbiamo fallito e mia zia ci ha tirato fuori dai guai.
Cammino lungo il vicolo buio circondato da cassonetti rotti e buste dell'immondizia; molte persone avrebbero paura a girare di notte con tutta questa nebbia e con l'impressione che qualche maniaco ti stia seguendo ma, nel mio caso, non c'è alcun motivo per provare terrore, perché il maniaco sono proprio io.
Mi fermo quando scorgo la figura di un ragazzo intento a bere e a drogarsi in un angolo.
Deve essere uno di quegli stupidi fattoni che ancora si credono alternativi, solo perché a New Hope di drogati ce ne sono pochi.
Mi avvicino piano a lui per coglierlo di sorpresa. Adoro vedere le loro facce spaventate quando notano i miei occhi neri; è il momento della giornata che preferisco.
Il ragazzo si ferma davanti al muro che segna la fine del vicolo dandomi le spalle e io blocco i miei passi proprio dietro di lui.
Prova ad accendersi una sigaretta ma continuo a spegnere il fumo con un soffio; lui si domanda cosa stia succedendo e incomincia a percepire la mia presenza.
Sembra irrigidirsi, ciò significa che ha capito che qualcuno lo sta fissando e che, finalmente, prova paura.
"Chi c'è qui?" chiede guardandosi intorno.
Decido di teletrasportarmi verso uno dei tetti al di sopra del vicolo e di osservarlo dall'alto.
Questa sarà la mia ultima vittima;  ormai sento di essere vicino al re della morte e che presto lo incontrerò.
"Ah, fanculo!"
Il ragazzo impreca e tira un calcio alla bottiglia per terra, accendendosi nuovamente la sigaretta.
Decido di saltare giù dal tetto proprio in quel momento e faccio volare via la sigaretta dalle sue mani.
"Oh cazzo!" esclama spaventato.
"Già, questa è la reazione che adoro." Sorrido e pregusto già il sapore dolce della sua anima; gliela strapperò via dal petto e il mio potere non farà altro che accrescere, rendendomi l'essere soprannaturale più potente al mondo.
"Chi sei tu?" chiede il ragazzo indietreggiando.
"Domanda troppo personale, scusa, non posso rispondere" dico  camminando verso di lui.
Sento il suo terrore fin da qui ed è davvero eccitante; ogni singolo centimetro del mio corpo è elettrizzato.
"Te l'hanno mai detto che fumare fa male? Se non dovessi ucciderti io lo farebbero quelle cose" lo prendo in giro dandogli un colpetto sulla nuca.
In realtà, non mi importa nulla del fumo o di chi ne fa uso ma mi diverte giocare con le paranoie delle persone.
"Uccidere? Tu...tu mi ucciderai?" domanda in preda alla confusione.
"Potrei, anzi, più tecnicamente, devo;  si fa quel che si può per incontrare i propri idoli."
"Idoli? Ma di che parli?"
Sposta lo sguardo lungo la strada,  terrorizzato e con il cuore a mille; il suo battito è forte come quello di un tamburo e aumenta di velocità a ogni passo che muovo nella sua direzione.
"Vedila così: stanno vendendo su internet i biglietti per il concerto del tuo cantante preferito a basso prezzo, tu devi per forza vedere...chi ti piace come cantante?" chiedo ma lui non sembra capire, quindi aggrotta la fronte.
"Adel, fratello" risponde poi.
"Perfetto! Devi vedere Adel a tutti i costi perché ti piace troppo sentirla canticchiare e vuoi ascoltarla dal vivo, magari prendi anche una maglietta e ti fai una foto con lei" spiego mentre lui si fa sempre più perplesso.
"Vedi, amico mio, tu adesso sei il mio biglietto e Adel è più vicina di quello che pensi, ecco perché devo ucciderti, è il prezzo da pagare."
Una risata maligna mi scappa fuori.
Cammino ancora verso il ragazzo che, ritrovandosi con le spalle al muro, sobbalza per la paura.
"Ti prego, non farmi del male" dice  costretto a portarsi le mani in tasca per nasconderne il tremolio.
"Ma hai ascoltato una parola di quello che ho detto? Il concerto? Il biglietto? Vuoi per caso rovinare il mio sogno?" ribatto.
Odio venire pregato per non uccidere;  rende il tutto così monotono, non c'è mai una volta che qualcuno mi preghi per farlo, quello sì che sarebbe divertente.
"Farò tutto quello che vuoi, non so a quale gioco malato tu stia partecipando per questo biglietto ma te lo posso procurare io, ho i soldi dello spaccio" dice ansioso e supplicandomi penosamente.
"Non parlavo di un vero biglietto, idiota."
Lo afferro dal collo e lui geme per il dolore.
"Non farlo" dice e la sua voce ormai risulta sottile.
"Tranquillo, durerà solo un istante" sorrido malizioso, come sono solito fare quando sto per ottenere quello che voglio.
"Ti prego, no."
Non fa in tempo a dirlo che rubo la sua anima e me ne approprio  stringendo forte la sua spalla.
Il ragazzo lancia un urlo atroce e poi cade a terra privo di vita.
Sprizzi di potere crescono in me ed è sempre una sensazione adrenalinica che mi trasmette puro piacere.
I miei occhi neri si illuminano per alcuni istanti, poi vengo invaso da una grande fonte di energia.
"Ci sono" dico consapevole di aver preso l'ultima anima della quale avevo bisogno; non potrei essere più forte di così.
Il mio entusiasmo cala quando mi rendo conto che non sta accadendo nulla, che l'atmosfera è fin troppo calma e che il re della morte non si sta facendo vivo.
Non è così che dovrebbe andare, ora dovrei averlo davanti a me per ucciderlo, dovrei essere più forte di lui.
"Dimmi che non è stato inutile" parlo a bassa voce.
Uccidere è divertente ma anche stancante e avrei potuto investire il mio tempo in qualcosa di molto più interessante, come passare del tempo a provocare quella novellina di Zoe.
Mentre sto perdendo le speranze, però, accade ciò che sto aspettando da tempo.
Una folata di vento fa alzare i miei capelli e anche la mia maglietta,  scoprendomi la pancia; allora non è stato tutto vano!
"Sì..." sussurro con un sorriso divertito stampato sulle labbra.
Sono pronto a sconfiggere il re della morte e a prendere finalmente il suo posto.
Rido di gusto e aspetto che lui arrivi.
Vedo un bagliore di luce in lontananza e strizzo gli occhi per cercare di capire di cosa, o di chi, possa trattarsi.
"Ehi bello, sono qui, vieni a prendermi" lo invito entusiasta.
Dato che non compie il primo passo verso di me, decido di avvicinarmi alla luce senza perdere il sorriso dalle labbra; ma proprio quando la raggiungo, vengo risucchiato via. 
"Ma che succede?"
Un'energia troppo forte da combattere mi trascina con violenza e, nonostante io provi a tornare indietro, i miei poteri sono nulli contro una tale potenza.
"Cazzo!" grido mentre mi mantengo saldamente a uno dei cassonetti. Le mie unghie scivolano sulla plastica dura e la graffiano nel tentativo di non lasciarla andare. Il cassonetto viene strappato via dalle mie mani e, in seguito a un ultimo urlo disperato, la luce abbagliante mi cattura e sommerge completamente, trasportandomi in chissà quale posto a me sconosciuto.

Undead (ritorno a New Hope) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora