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Ci dirigiamo alla residenza Fletcher, dove studiamo un piano per riportare il lato oscuro di Justin all'interno del suo corpo.
L'unico problema è che nessuno di noi sta dicendo nulla da almeno dieci minuti e siamo chiaramente incapaci di formulare un'idea valida.
"Ok...chi di voi ha un piano?" chiede Aaron, rompendo il silenzio spiacevole che nessuno di noi era più in grado di sopportare.
"Credevo che ci stessi pensando tu, sei quello con le idee più malsane" risponde Sam.
"E io credevo che ci stesse pensando Justin, dato che è il più razionale" dice Aaron.
"Io non ci riesco a pensare, ho la testa che mi scoppia" replica lui abbattuto.
"Quindi? Nessuno di noi ha un'idea?" domando scrutandoli uno per uno.
Esprimono il loro dissenso non aprendo bocca e ricambiando le mie occhiate, guardandomi come fossero dei cuccioli smarriti.
"Fantastico! Siamo nella merda" sussurro portandomi una mano alla fronte; sto sudando freddo da almeno dieci minuti e non riesco a riportare il mio corpo a una temperatura normale, nonostante ci stia provando in ogni modo possibile.
"Lo siete eccome; al telegiornale contano già dieci vittime. Non avete idea di quello che sta succedendo là fuori" interviene Claire; il rumore dei suoi tacchi riecheggia nella stanza e il suo forte odore di Chanel inebria le mie narici.
Quando la vedo, punto i miei occhi subito su di lei con astio.
"Claire!" esclamo.
"Risparmiatela; so che hai scoperto tutto e so anche che hai provato a leggere i pensieri di tuo padre ma non ci sei riuscita, dato che gli ho fatto un incantesimo protettivo" mi precede sorridendo furbamente.
Sapevo che Claire mi odiasse ma non immaginavo che potesse mettere in atto un doppio gioco del genere solo per proteggere mio padre e Bill.
"Sei una stronza" rispondo  guardandola sprezzante.
"Una stronza che ha anche provato a salvarvi il culo; perché non avete contattato la mia amica strega?"
"Perché io e Zoe eravamo impegnati a smascherarvi" ribatte Aaron; non avrebbe potuto usare delle parole peggiori di queste.
"Cosa? Tu le hai dato una mano?" chiede Justin di colpo, voltandosi verso di lui in preda alla confusione.
Mi irrigidisco e rivolgo un'occhiata poco amichevole ad Aaron.
"Solo per qualche ora e mi deve un favore adesso" dice lui con tono di presunzione; pare essere un modo per distogliere le attenzioni di Justin dalla faccenda.
"Grandioso."
Justin sospira irritato, scuotendo anche la testa e ridendo nevrotico.
"Mi dispiace" gli dico posando poi la mia mano sulla sua.
Vorrei accarezzarla ma mi fermo prima di compiere questo gesto, intimorita. Potrebbe rifiutarmi ancora e non sarei capace di sopportarlo.
"Ormai non ha più importanza. Dovete fermare quel mostro e l'unico modo che avevate per riuscirci non è qui; dovrete far affidamento sui vostri poteri" si lamenta Claire.
"Siamo in quattro contro uno, magari sarà una passeggiata" dice Sam, poco prima che un fulmine colpisca la finestra; i pezzi di vetro esplodono lungo tutta la stanza e noi ci allontaniamo cacciando un urlo di terrore.
"Oppure no..." continua Sam deglutendo e afferrando per un attimo il braccio di Justin, in cerca di protezione.
"Ok, non possiamo ucciderlo ma possiamo immobilizzarlo e renderlo più debole; è a quel punto che colpiremo" Aaron riprende parola.
"Sembra un buon piano ma nel mentre dovremmo anche proteggere la gente per strada" rispondo.
"Cosa? Sei impazzita per caso? Non possiamo fare entrambe le cose" dice lui contrariato.
"Invece lo faremo, o, almeno, io lo farò" mi ostino.
Non sarà facile farmi cambiare idea;  sono già morte troppe persone e non voglio ulteriore sangue sulle mie mani.
"Zoe, per quale diamine di motivo non lasci il lavoro dell'eroe a quell'idiota di Justin?" sbotta Aaron che si avvicina a me abbassando la voce.
"Perché credo nelle mie capacità" persevero, rivolgendo il mio sguardo a Justin un attimo dopo.
"E perché non ho più paura" aggiungo, ricevendo in cambio un sorriso dolce da parte sua.
Aaron ci guarda mentre sul suo viso appare un cipiglio; è arrabbiato e non può credere che stia tornando a comportarmi seguendo la filosofia di Justin, che non sarò mai il mostro che lui avrebbe voluto diventassi.
"Come vuoi, ma non pensare che io ti salverò il culo quando sarai nella merda" dice Aaron crudelmente.
"È un peccato, perché io sarò lì a salvare il tuo."
La mia risposta lo lascia sorpreso e  inarca un sopracciglio, forse domandandosi per quale motivo non lo stia attaccando con una delle mie solite frasi taglienti.
Sia Justin che Sam ci guardano curiosi mentre Claire sorride trattenendo una risata.
"Sei una stupida" bisbiglia Aaron ridacchiando.
"Anche tu, sei un vero idiota, ma siamo amici, dico bene?"
Non risponde ma si limita a reprimere un sorriso, che presto viene fuori come una smorfia.
Aaron mi ha aiutata molte volte e c'è sempre quando ho bisogno di lui, anche se mi costa ammetterlo, è ormai diventato un'ancora di salvezza per me.
"Ragazzi, non vorrei interrompervi ma fuori c'è un uragano talmente grande da spazzare via anche il vostro cervello; dovete uscire."
Claire ci riporta alla realtà e al motivo per il quale ci siamo radunati qui.
Punto lo sguardo verso la finestra ormai rotta; un vortice di energia oscura continua a girare lungo la strada e trascina con sé qualsiasi cosa trovi sul suo cammino.
"Claire, ti prego, se c'è qualcosa che puoi fare per fermarlo..." dico ma lei mi interrompe immediatamente.
"Credevo di essere stata chiara, ragazzina: io...non...pratico" afferma, cattiva in volto.
"Ma un tempo lo facevi e questa è una questione di vita o di morte."
Non mi arrendo.
"Pensi davvero che possa farmi dire cosa fare da una ragazzina? Non mi importa nulla delle persone in questa città, nemmeno di tuo padre, tanto io sopravvivrò in ogni caso perché quel mostro non vuole me, ma te" mi rivolge uno sguardo infame, facendomi sentire vulnerabile ed esposta agli occhi degli altri.
Quel mostro vuole me perché crede che entrando nel mio corpo, che prendendone il possesso, diventerà invincibile, ed è l'ultima cosa che potrei mai lasciar accadere.
"Zia Claire, abbiamo bisogno di te, non vorrai lasciarci morire?" chiede Sam angosciata.
"Non sarete voi a morire ma tutta la povera gente che non ha fatto nulla di male. Pensate bene a come giocare le vostre carte, questa potrebbe essere la fine di New Hope" risponde lei.
Scambio con Justin uno sguardo ricco di agitazione e, prima che possa dire qualsiasi cosa a riguardo, sento urlare.
"Aiutateci."
Qualcuno sta bussando ripetutamente alla porta mentre grida a squarciagola. 
Riconosco subito la voce di mio padre, seguita da quella di Bill.
Teletrasporto entrambi in casa.
Sono fradici dalla testa ai piedi e hanno perso colore in volto.
"Papà, stai bene?" domando precipitandomi da lui.
Sarò anche arrabbiata ma non voglio che muoia, per nessuna ragione al mondo.
"Definisci bene?" risponde tossendo e aggrappandosi a me.
Rido leggermente e prego che non gli accada più nulla di terribile questa notte.
"Quel mostro ci ha seguito per tutta la strada, è qui e non se ne andrà finché non avrà ottenuto quello che vuole" dice Bill riprendendo piano fiato.
"Ovvero me" replico in un sussurro.
Mi volto verso Justin che evita di incontrare lo sguardo di suo padre; lui, invece, si comporta nel modo apposto e cerca le attenzioni del figlio.
"Justin, non puoi affrontarlo, ok? So che adesso non ti fidi di me ma...credimi, quel coso non vorrà tornare nel tuo corpo, piuttosto ti ucciderà" dichiara Bill guardandolo disperatamente.
Justin non emette un fiato.
"Ti prego, non andare là fuori; andremo via dalla città, se vorrai, ti porterò con me in viaggio, ma tu non uscire, non uscire a combattere contro quello schifoso essere" insiste Bill.
Nella sua voce posso scorgere il dolore che proverebbe se dovesse perdere suo figlio.
Justin tentenna a dargli una risposta;  sembra stia per scoppiare in un fiume di lacrime e che l'unica cosa a impedirgli di farlo sia la nostra presenza.
"Ehi, pezzo di merda!" dice Aaron che, tutto d'un tratto, si rivolge a Bill.
Lui si innervosisce repentinamente.
"Non hai fatto il padre per ben sedici anni, non è questo il momento giusto per iniziare" parla ancora Aaron.
"Davvero? Ora ti permetti di giudicare il mio comportamento? Tu che sei diventato un serial killer?"
Bill ride.
"Sarò anche diventato un pazzo omicida ma non ho mai dubitato delle capacità di Justin. Lui ce la può fare e, anche se non dovesse essere così, ti giuro che ci sarò io a tirarlo su, perché è questo che fanno i migliori amici." Aaron esprime il concetto con enfasi mentre gli occhi di Justin si illuminano di una gioia rara; il ragazzo pare incredulo di fronte a cotanta determinazione.
"Aaron..." dice Justin sorridendo.
"Hai capito bene, razza di eroe fallito da quattro soldi, tu sei il mio migliore amico e verrai là fuori con me a fare il culo al tuo lato oscuro."
Aaron afferra entrambe le sue spalle e lo scuote, mentre un sorrisino si forma anche sulle sue labbra.
"Grazie" risponde Justin abbandonandosi a uno scambio di sguardi complici che, sicuramente, aspettava da anni; credeva di aver perso il suo migliore amico ma si sbagliava, perché Aaron sta dimostrando di tenerci più di quanto tutti noi ci saremmo aspettati.
"Fratelli per sempre, ricordi?"
Aaron estrae dalla sua tasca lo stesso bracciale che possiede Justin.
Non avevo la minima idea che l'avesse conservato anche lui e, a quanto pare, nemmeno Justin avrebbe mai potuto immaginarselo.
Sorrido istintivamente ma provo a reprimere questo mio gesto con imbarazzo.
"Non potrò mai dimenticarlo" dice Justin tirando fuori il suo bracciale, prima che Aaron gli dia una pacca sulla spalla.
"Assurdo" mugugna Bill risentito.
"Non peggiorare le cose" risponde mio padre che, dandogli una gomitata, lo mette a tacere.
La riconciliazione tra Justin e Aaron ci permette di allentare la tensione e ci sentiamo finalmente pronti a combattere.
Stiamo per uscire di casa quando mio padre si posiziona davanti alla porta, impedendomi di andarmene.
"Zoe, aspetta" dice.
"No, so cosa stai per dirmi: vuoi che non vada perché di sicuro verrò posseduta, ma non mi importa.  Questa storia va avanti da troppi mesi e devo fermarlo, sta volta" rispondo prontamente.
"Ti sbagli. In realtà mi voglio scusare;  avrei dovuto dirtelo prima, ora saresti più preparata e l'avresti già sconfitto."
Mi calmo e il rancore nei confronti di mio padre diminuisce.
"Tranquillo, anche se sono arrabbiata con te e credo che tu sia un bugiardo, non ti posso biasimare. Volevi che superassi il trauma, che non ricordassi di essere morta per colpa della mamma" dico l'ultima parte con delusione ma anche con un velo di collera.
Papà annuisce fiaccamente.
"Mi dispiace, so che è un vero casino" ribatte distrutto.
"Un casino che si risolverà presto. Ce la farò."
"Non ho dubbi a riguardo. Credi che non sappia quanto sei forte? Claire me l'ha detto."
"Ti ha parlato di me?" chiedo stupita. Claire non mi sopporta e non avrebbe mai detto delle cose simili a mio padre sul mio conto, non di sua spontanea volontà.
"Potrà sembrare un blocco di ghiaccio e ammetto che è la persona più odiosa al mondo, ma sa riconoscere un vero talento e tu lo sei, piccola mia."
Mi accarezza il volto mentre io sorrido.
"Papà" biascico respingendo via le lacrime. Non posso più mostrarmi arrabbiata, non in un momento simile; il mio orgoglio cade come un castello di carta al vento.
"Sono qui" risponde e, successivamente, mi stringe in un caloroso abbraccio.
Lo ricambio e appoggio la testa sulla sua spalla, mentre domando a me stessa se perdonarlo dopo tutte le bugie raccontate sia la scelta giusta. Aaron, nel frattempo, ci guarda con un'espressione malinconia; credo che, in un momento del genere, gli manchino i suoi genitori e che anche lui, ogni tanto, abbia bisogno di affetto.
Stringo forte mio padre e sorrido comprensiva al ragazzo che continua a fissarci, per fargli capire che io ci sono.
Insieme, tra poco, distruggeremo quel mostro e nessuno potrà più farci del male.

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