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"Come hai potuto tradirci?" sbraita Justin rivolgendosi ad Aaron e bloccandolo contro il muro.
Gli ho raccontato tutto quello che mi ha detto Jasmine e di come Aaron le abbia fatto il lavaggio del cervello; così non ci ha visto più dalla rabbia e siamo corsi alla residenza Fletcher dove, in breve tempo, ha deciso di attaccarlo, senza neppure salutarlo o metterlo al corrente della nostra scoperta.
"Ok, non mi sembra il caso di incominciare così una conversazione, specialmente quando sono già incazzato" risponde Aaron.
"Giuro che ti ammazzo. Dimmi che cavolo ti passa per la testa!"
Justin lo mantiene bloccato mentre io non posso evitare di gioire della sofferenza di Aaron.
Sta avendo ciò che si merita; Justin ha aperto gli occhi e credo che ci vorranno almeno cent'anni prima che torni a fidarsi dello psicopatico a cui sta per dare una bella lezione. "Almeno spiegami perché sei arrabbiato, adoro litigare con te ma odio quando non ne conosco il motivo."
"Jasmine mi ha detto tutto, so che vuoi aiutarla a ucciderci, così tu non finirai all'inferno e l'unica a sporcarsi le mani sarà lei" dico.
"Sembra un piano molto elaborato, proprio nel mio stile."
Aaron sorride.
"Brutto pezzo di merda! Ci hai veramente fatto questo? Le hai detto la verità su di noi?"
Justin lo sbatte ancora al muro con un colpo più duro del precedente. "Dirglielo era la scelta più saggia; ci ha spiato per settimane, ci sarebbe arrivata comunque, ho prevenuto l'inevitabile" risponde lui restando apparentemente quieto.
"E poi che farai? Le dirai anche come ucciderci? O le darai tu stesso la benzina e l'accendino?" chiedo.
Nel profondo del mio cuore ero convinta che Aaron avesse davvero voglia di collaborare, che ci avrebbe dato una mano a distruggere il nemico, invece ci ha consegnato nelle sue mani.
"Magari, se si trattasse di te" dice guardandomi risentito.
"Ho detto che ti ammazzo!"
Justin stringe il suo collo e Aaron pare congelarsi insieme ai suoi occhi, che lo scrutano, assomigliando a due freddi buchi neri.
"Non vi dovete arrabbiare, ho un piano; so come fermare Jasmine ma dovete fidarvi di me."
"Per favore, ci stai chiedendo di fidarci del male in persona, nessuno lo farebbe, nessuno di intelligente perlomeno" rispondo.
"Allora lo chiedo solo a te. Justin, siamo stati fratelli per anni e la nostra amicizia era sincera, non ti tradirei mai così."
Justin trattiene a stento le lacrime.
"Non ti credo, nulla di quello che esce dalla tua bocca ha senso."
"Ti ricordi quando in prima media ti ho regalato quel bracciale dell'amicizia? Ti dissi che così saremmo stati legati per sempre, che, da quel momento in poi, saremmo diventati una famiglia, che ti avrei protetto da quei ragazzetti stronzi a scuola che ti rubavano la merenda; ci sarei stato..."
Aaron si indebolisce e flebilmente riesce a dire queste cose.
È merito della stretta possente di Justin, alla quale lui non prova a ribellarsi, come se credesse di dover ricevere una punizione da parte di colui che reputava amico.
"Ma sì che te lo ricordi, come potresti averlo dimenticato? Tu mi adoravi" continua Aaron sorridendo furbo, mentre il dolore che si palesa sul volto di Justin mi travolge.
"Guardati, sei diventato un debole, uno che crede che l'amore potrà salvarlo, che questa ragazzina, questa novellina..."
Aaron si ferma un istante per ridere. "Che lei ti salverà, ma non è vero; solo io posso farlo. Possiamo fare grandi cose insieme, devi solo darmi fiducia" termina.
Justin sta per cedere; le lacrime stanno a poco a poco cadendo, lente e sofferenti.
"No!" esclamo allontanando Justin da lui e spingendolo dall'altra parte della stanza, muovendo una mano in avanti.
Mi avvicino ad Aaron e sta volta sono io ad afferrarlo dal collo.
"Tu sei malato e sei anche un traditore, dovresti bruciare tra le fiamme" gli dico, furiosa come non lo sono mai stata.
"Zoe, non ne vale la pena" risponde Justin rimettendosi in piedi e passandosi una mano sul gomito.
Si è fatto male volando con una tale violenza che per me è stata impossibile da frenare.
"Già, Zoe, ascolta il tuo ragazzo, non ne vale la pena, a meno che tu non voglia fare con me una bella vacanza all'inferno."
"Sarebbe bello, almeno ti vedrei bruciare ogni giorno; sai che divertimento?"
Aumento la presa su di lui.
Aaron mi guarda con disprezzo e io faccio lo stesso con un velo di cattiveria, che sta prendendo il sopravvento su entrambi.
Di colpo, sentiamo urlare. Proviene dalla camera di Sam.
"Sam" dice Justin correndo immediatamente da lei.
Libero Aaron e raggiungo la stanza, non avendo il tempo di chiedermi cosa possa essere accaduto.
Corro e basta, spinta dall'agitazione. Sam si sta dimenando nel letto; i suoi occhi neri stanno assumendo piano un colore bianco e piange disperata. "Che le succede ora?" domando.
Non ho mai visto nulla di simile prima, neppure nei film horror che mio padre tanto adora.
"È il mio lato oscuro, sta cercando di avere il sopravvento" risponde Aaron. "Dobbiamo fermarlo! Ci serve Claire con le erbe" dice Justin nel tentativo di calmare Sam, ma lei si dimena farneticando parole che nessuno di noi sarebbe in grado di ripetere. "Lasciatemi andare" grida tirando calci al vuoto.
La mia espressione racchiude terrore e inquietudine ma, quando distolgo lo sguardo da Sam, notando un'ombra farsi spazio sul muro, proprio alle sue spalle, il respiro mi si blocca a metà. Gli occhi gialli di quella sagoma deforme riprendono vita e il mio battito accelera impulsivamente.
"Zoe, aiutaci a tenerla ferma!" dice Aaron stringendo il braccio di sua sorella, che però gli tira uno schiaffo. Se solo non fossi pietrificata da ciò che sto vedendo sarei già lì con loro ad aiutare la mia amica, ma mi ritrovo a essere stregata dal mostro, che ha ancora potere su di me.
Aaron mi guarda confuso, ha capito che qualcosa non va.
Gira il capo verso il muro ma non vede nulla, infatti arriccia il naso, incerto.
"Il mostro, è dietro di voi" dico indicando il muro con un dito.
Justin smette di prestare attenzione a Sam e si distrae per un secondo, uno che basta a rovinare tutto.
Lei lo prende per il collo e lo lancia in aria, distruggendo quasi la parete dove finisce per cadere.
Il quadro appeso sopra a quest'ultima cade e Aaron si precipita addosso a sua sorella, fermandola. "Sam, torna in te, stai distruggendo tutto!" le dice, mentre lei urla in modo insopportabile.
"Non mi toccare!" strilla.
"Sono Aaron, sono tuo fratello, guardami negli occhi."
Sam non gli presta interesse, anzi, lo tira, con un solo colpo, in aria, fino a fargli raggiungere il soffitto.
A questo punto guarda verso di me e sul suo volto appare un sorriso da brividi, così mostruoso da non sembrare reale.
Pochi secondi dopo si teletrasporta via, facendo cadere, di conseguenza, Aaron a terra.
"Ditemi che non è successo davvero" parla Justin, che ha bisogno ancora di riprendersi, infatti fatica ad alzarsi.
"Vorrei tanto poterlo fare. Sam è impazzita e adesso ucciderà qualcuno se non la fermeremo" risponde Aaron. A differenza di Justin non ha alcun problema a tornare pimpante e in forma come prima di venire sballottolato ovunque.
Nel rivolgerci uno sguardo d'intesa capisco che è arrivato il momento di agire.
Dobbiamo liberare Sam dal lato oscuro di Aaron e, per farlo, non abbiamo altra scelta che consultare Claire.
Arriva poco dopo aver ricevuto una chiamata da parte di Justin e, nell'apprendere la notizia della sparizione di Sam, ci urla contro infuriata.
"Vi avevo chiesto una cosa, una sola stupidissima cosa, di controllare Sam finché non fossi tornata e non avessi trovato una soluzione, e voi cosa avete fatto?"
Posso quasi vederle l'ugola per quanto forte stia urlando.
"L'avete lasciata scappare, in mezzo alla città, dove probabilmente ci sarà una strage questa sera. Spero che siate contenti."
"Non è stata colpa nostra, sembrava come...posseduta, e ha perfino battuto Aaron" risponde Justin.
"Che mio nipote fosse un idiota incapace lo sapevo già, ma grazie per avermelo ricordato."
"Ehi, almeno io le sono stato dietro, non era di certo nei miei piani; ora dovrei essere in giro a rubare l'anima a qualche vecchiaccia ricca e infelice come te" ribatte Aaron con seccatura. "Te lo dico io dove dovresti essere ora: lontano da New Hope. Se Sam morirà sarà solo colpa tua e ora tocca a te risolvere il problema."
"E come?" chiede lui alzando i toni. "Ho letto molti libri oggi e ho scoperto che si può trasportare il lato oscuro da corpo a corpo, vi basterà trovare qualcuno da sacrificare e fare lo scambio, sempre che Sam poi lo possa perdonare; è una buonista irrecuperabile, potrebbe odiarvi per sempre se qualcuno dovesse morire a causa sua."
"Quindi la perderemo in entrambi i casi, fantastico. Ci deve essere un'altra soluzione" rispondo scartando subito questa idea.
Sam non lascerebbe mai morire qualcun altro al suo posto ed è questo il motivo per il quale nemmeno noi dovremmo farlo.
"Tesoro, se ci fosse, di sicuro l'avrei già trovata."
Mi sorride Claire, ma a malincuore. "Le tue erbe possono funzionare ancora un po', prenderemo tempo così" insisto.
"Ormai il demone è troppo forte, stiamo parlando del lato oscuro di Aaron, non è di certo facile da gestire" lo dice rivolgendo ad Aaron un'occhiata altezzosa.
Lui si stringe nelle spalle, ridendo per scaricare la tensione.
"Trovate Sam e fate lo scambio, è l'unica scelta che avete, sempre che non vogliate ucciderla, ma a quel punto uno di voi finirà all'inferno e non sarebbe piacevole, dico bene?" domanda Claire bevendo di seguito un sorso di Martini, che si è preparata prima di urlarci addosso. 
Guardo Justin e lui annuisce. Sta dicendo che non possiamo fare altrimenti, che lo scambio potrebbe essere il solo modo per salvare Sam da morte certa.
"Dove potrebbe essere andata? Non abbiamo idea di quello che voglia fare" dico mentre siamo intenti a cercarla in giro per New Hope, affidandoci al nostro intuito.
"Mia sorella ha sempre adorato giocare a nascondino, è brava a non farsi trovare, ma non più di me; vincevo sempre io" risponde Aaron con aria di compiacimento.
"Non è il momento adatto per vantarsi, dovresti essere preoccupato adesso" ribatte Justin.
"Che vuoi dire?"
Aaron sogghigna.
"Voglio dire che non sembra te ne importi più di tanto e stiamo parlando di tua sorella."
"Scusa Justin se non mi metto a piagnucolare come te, è che so che andrà tutto bene, non dubito di lei, è forte, ce la farà."
"E cosa mi dici dello scambio? Vogliamo davvero sacrificare qualcuno? Sam ci odierà per questo" dico attraversando la stradina della piazza, dove regna un silenzio tombale a quest'ora della sera.
Sono appena le 20:00 ma la città è già deserta e i negozi chiuderanno a breve.
"Potrò vivere con questa consapevolezza, non mi importa di essere odiato, mi basta che lei non muoia, quindi faremo questa cosa" risponde Aaron aspramente, privandoci della possibilità di controbattere alla sua affermazione. "Ma Sam..."
Justin prova a rispondere, ricevendo in cambio quell'abituale sguardo risoluto che gli impedisce di terminare la frase.
"Ho detto che lo faremo, fine del discorso."
Aaron lascia intendere che qualsiasi cosa diremo non gli farà cambiare idea, quindi né io né Justin fiatiamo.
Comincia a piovere, le gocce d'acqua cadono violentemente sul mio corpo e per non bagnarmi troppo alzo il cappuccio della mia felpa.
"Così sarà anche più difficile trovarla, non vedo nulla con la pioggia" mugugno.
"Non serve vederla, noi abbiamo dei poteri, quindi usiamoli; la possiamo rintracciare" dice Aaron.
"Non ho abbastanza forze da solo, lo sai."
Justin si ferma nel bel mezzo della piazza, davanti alla statua di un grifone che ho fotografato qualche tempo fa. Me la ricordo bene la sensazione di inquietudine che mi colse quel giorno nel vedere tutte queste costruzioni antiche e pittoresche.
"Infatti non lo farai tu, io e Zoe siamo i più forti, uniremo i nostri poteri." Anche Aaron smette di camminare, obbligandomi a fare lo stesso.
"Cosa? Ma se noi due ci odiamo, non funzionerà mai" rido, scettica nei confronti di un'idea così sciocca da parte sua.
"L'odio alimenta le energie, concentrati su quello e troviamo mia sorella."
Diminuisce la distanza tra noi avvicinandosi di qualche passo.
"Non lo so, io..."
Unire i miei poteri con quelli di Aaron, che razza di follia sarebbe?
"È ok, fallo" dice Justin incitandomi. "Non ne sono in grado" rispondo. "Novellina."
Aaron mi costringe a guardarlo, toccando il mio volto per un attimo. "Ricordi perché ti voglio fare fuori? Sei più forte di me, quando ti impegni, quindi non dire stronzate" continua. "Non solo quando mi impegno ma sempre."
Metto in chiaro.
"Zitta e dammi le mani."
Stringe le mie mani e mi guarda negli occhi, deciso a compiere questo atto inaspettato ma che, più passano i secondi, e più mi sembra possa funzionare.
"Ora chiudi gli occhi e concentrati, cerca Sam con tutte le tue energie" dice.
Annuisco, poco prima di rivolgermi con il capo a Justin, che sorride. Raccolgo coraggio e chiudo gli occhi, venendo invasa immediatamente da una dominante energia.
La mia anima viaggia lontano, verso i luoghi di New Hope.
Vedo il bosco e la pioggia che cade sugli alberi, sento il fruscio del vento che picchia sulle finestre in lontananza e poi arrivo a una casetta sperduta.
Superato il bosco incontro la scuola;  entro nel corridoio, passando dal cortile e dalla staccionata bianca, poi raggiungo l'aula di chimica, dove il club di scienze si è riunito per studiare. Ricordavo che oggi avessero il loro ritrovo settimanale.
Sam cammina lungo il corridoio e si dirige proprio verso quella classe, producendo, intanto, un rumore acuto e fastidioso mentre striscia le unghie sugli armadietti.
"L'ho vista!" dico, con un misto di felicità e ansia che mi divorano contemporaneamente.
"Anche io. È a scuola, dobbiamo teletrasportarci lì, non abbiamo tempo" risponde Aaron, che mi sta ancora tenendo per mano.
Ce ne rendiamo conto quando Justin ci guarda risentito.
Ci lasciamo andare e poniamo fine al contatto visivo tra noi bruscamente.
"Io non lo so fare, ci sono riuscita una volta sola ma è stato per puro caso" dico.
"Fatti dare un passaggio allora."
Dopo averlo detto, Aaron scompare, salutandoci con un rapido sorriso di superbia.
"Puoi venire con me, basta che mi tieni forte il braccio" dice Justin, camuffando, nervoso, il  dispiacere di prima.
"Justin, mi dispiace per aver tenuto le mani ad Aaron, sai che non avrei mai..."
"È tutto a posto, era necessario per trovare Sam, io sono un essere soprannaturale debole, a differenza vostra, anche se non capirò mai cosa ci sia di così diverso in te. Perché tu hai tutto questo potere?"
Una domanda alla quale cerco di dare risposta da quando ho messo piede in questa città.
Claire ha ribadito più volte quanto io sia pericolosa, Aaron mi vuole morta per questo e i miei poteri non fanno altro che intensificarsi, nonostante io li tenga a bada. Non riuscirò a farlo per sempre e mi chiedo chi sarà il primo a rimetterci quando la mia parte malvagia verrà liberata interamente.
"Non lo so e ora non mi interessa saperlo, voglio solo che le cose vadano bene, con Sam e con te."
"Allora andiamo a salvarla."
Mi stringo forte a lui e strizzo gli occhi, pronta a venire trasportata via.
Velocemente, saltiamo nel corridoio scolastico, caratterizzato da un buio pesto e da dei rumori flebili in lontananza.
"Non c'è nessuno qui" dice facendomi allontanare dalla sua stretta, che mi avvolgeva ancora.
Rimango alle sue spalle, studiando il perimetro, volendo scovare qualsiasi dettaglio fuori posto che ci possa portare da Sam.
Entriamo nell'aula di chimica con la convinzione che i ragazzi del club siano qui, ma di loro non c'è traccia. "Non è possibile, io li ho visti, erano proprio qui, seduti a questo tavolo" dico indicando il banco vuoto sotto la finestra, quello che viene occupato da Alec, la maggior parte delle volte. "Forse sono scappati quando hanno visto Sam ridotta in quello stato." "Oppure sono morti."
"Zoe."
Justin mi riprende, intollerante a questa negatività.
"Che c'è? Non possiamo escludere nulla" dico.
Lui scuote la testa, disperandosi. Interrompe le sue occhiatacce mentre fissa il pavimento.
"Aspetta, c'è qualcosa a terra" dice piegandosi.
Un piccolo orecchino rosa è caduto sotto a un banco e Justin lo raccoglie con cura.
"È di Sam, ce l'ha da quando aveva dodici anni" dice esaminandolo. "Allora era davvero qui, ma che fine ha fatto?"
Non ho il tempo di ricevere risposta: Justin viene colpito alla mano da una freccia infuocata che lo fa urlare per il dolore.
Grido anche io e mi volto, scoprendo chi ha cercato di ucciderci.
È proprio Jasmine, che ci punta contro un arco composto da frecce ricoperte di fuoco.
"Justin, mio Dio!" dico sconvolta, allungandomi verso di lui, che sta piano bruciando vivo.
La pelle della sua mano è raggrinzita e ricoperta di tagli sanguinanti. "Scappa, ucciderà anche te se non te ne andrai" risponde biascicando per il dolore.
"Non ti lascio così!"
Gli tolgo la freccia dalla mano e la butto fuori dalla finestra.
Jasmine mi sta osservando, non spara un'altra volta ma aspetta che ricambi il suo sguardo soddisfatto.
Justin è gravemente ferito e lei gode della sua sofferenza; ero convinta di essere un mostro ma qui l'unica bestia che vedo è proprio lei.
"Quindi hai capito come ucciderci" dico.
"E io vedo che hai deciso di restare qui a morire" risponde Jasmine, preparandosi a lanciare una freccia contro di me.
Non appena ciò accade, la evito con un movimento tempestivo.
"Andiamo, puoi fare di meglio." Jasmine mi guarda con rabbia e lancia una freccia dopo l'altra, decisa a colpirmi e uccidermi.
Riesco a schivarle tutte, afferrando l'ultima dalla parte dove, per fortuna, non si trova il fuoco.
Le frecce di poco fa sono finite per terra e, non sapendo come spegnere il fuoco - i miei poteri non ne sono ancora in grado - prendo l'estintore e mi sbarazzo delle fiamme.
"Merda, le ho finite!" impreca Jasmine mentre io butto a terra la freccia che avevo in mano, spegnendo il fuoco anche lì.
"Ne ho altre cento a casa mia e dirò tutto ai genitori di Alec; suo padre manderà un esercito di cittadini a prendervi con i forconi, morirete tutti e quattro!" dice inferocita.
"Jasmine, so che mi hai sempre visto come un nemico, che hai avuto paura di me per anni, ma io non sono cattivo, è Aaron il vero problema" risponde Justin.
Ha finalmente ripreso il suo colorito naturale in volto.
Una freccia sulla mano non è bastata a ucciderlo.
"Aaron non mi farebbe mai del male, da quando abbiamo parlato, quel giorno a mensa, ho sentito come una forte energia dentro di me; mi ha ridato la gioia e io lo amo per questo." Alec, che entra in classe in questo preciso momento, sente ogni sua parola.
"Jasmine, credevo fossi tornata a casa" le dice.
"Anche io credevo che te ne fossi andato via" replica lei esitante.
"Ho dimenticato il mio quaderno, ma tu perché hai un arco in mano? Che stai facendo?"
Il ragazzo in cerca di una spiegazione ha la tipica aria di qualcuno che sta per ricevere una risposta spiacevole, che gli cambierà la vita.
"Vuole ucciderci, te l'avevo detto, ed è anche succube di Aaron adesso" ribatto al suo posto, impedendole di inventare un'insulsa scusa da propinare poi ad Alec.
È talmente innamorato che crederebbe a qualsiasi bugia se solo fosse lei a dirgliela.
"Davvero? Tu ami quello psicopatico?" domanda Alec, tirando fuori una risata involontaria e ricolma di tensione.
"Come potrei non amarlo? Ma l'hai visto? È perfetto."
"È cattivo, non perfetto, cattivo! E tu non andrai mai con lui. Ti prego Jasmine, non metterti nei guai."
Le si avvicina ma lei indietreggia inorridita.
"Sta lontano! Ormai ho preso la mia decisione: voglio Aaron, saremo felici insieme."
"Puoi essere felice anche con me e gli altri del gruppo" risponde Alec, sconsolato a tal punto da non avere più un tono di voce deciso.
Ha perso quella durezza che rivolgeva a Jasmine, lasciando che la tristezza prendesse il suo posto.
"Voi siete le persone più noiose al mondo ed ero tua amica solo perché tuo padre è uno scienziato; diventare la prima ragazza al mondo a scoprire l'esistenza del soprannaturale è sempre stato il mio sogno più grande." Jasmine non accenna ad alcun rimorso, è emozionata al pensiero di poter vivere una lunga avventura di passione e pericolo accanto al suo amato Aaron.
"Cosa? Tu...non puoi essere seria." "Aaron le ha fatto il lavaggio del cervello, ha bisogno di aiuto" dice Justin, prima che qualcuno gli dia un pugno sul braccio, spingendolo, una seconda volta, a terra, proprio quando era pronto ad alzarsi.
"Vi sono mancata?"
Sam piomba al centro della stanza, con gli occhi iniettati da un'accessa furia omicida.
Alec accantona la rabbia verso Jasmine, concentrandosi sul demone che ora lo sta scrutando, affamato della sua anima, incutendogli una surreale paura.
"Scappate, forza!" dico rivolgendomi ad Alec e Jasmine che, se prima voleva essere spavalda, adesso non può fare a meno di strillare.
Loro non esitano ad andare via, io e Justin, al contrario, ci apprestiamo a combattere.
"Ma dove diamine è Aaron quando serve?" chiedo.
Ci siamo trasportati qui nello stesso momento, avremmo dovuto trovarci tutti e tre nel corridoio scolastico ma non è stato così, perché Aaron non si è più palesato.
"Non lo so ma dobbiamo cavarcela da soli o Sam ucciderà Alec e Jasmine" risponde Justin attirandomi dietro di sé con un movimento del braccio.
"O noi, nel peggiore dei casi."
Mi guarda crucciandosi, poi si concentra sull'espressione orripilante di Sam, che si volta pericolosamente verso a noi.
Un urlo stridulo abbandona le labbra del demonio che ha inglobato la nostra amica.
Ci spinge grazie a una barriera di energia capace di lanciarci nel corridoio.
Justin non controlla una simile brutalità, quindi cade di schiena su un armadietto; io, invece, striscio il piede, spezzandolo quasi, sul pavimento, rimanendo in equilibrio. "Sam, devi fermarti" dico aizzando i miei poteri contro di lei, pur di tenerla bloccata.
Si libera con poco sforzo e utilizza ancora quella barriera di energia per spingermi verso Justin; nonostante i numerosi tentativi da me adoperati per fermarla, cado.
"Lasciala!"
Justin allunga una mano in avanti e, di colpo, l'energia di Sam si interrompe, ma non la cattiveria nel suo sguardo, quella rimane vivida e impressa in ogni centimetro del ghigno che ha sulle labbra.
"Di là!" grido indicando a Justin di seguirmi nella direzione dei bagni. Procediamo velocemente, malgrado Sam si ostini a seguirci camminando a scatti e con movimenti poco fluidi. Non pare nemmeno più lei, mentre le sue guance assumono un colore cadaverico e i capelli le si staccano da sopra la cute.
Jasmine ci sbarra la strada prima che possiamo aprire la porta del bagno, puntandoci contro un fiammifero acceso.
"Allontanatevi e lasciatemi uccidere quell'essere."
"Non puoi farlo, Sam è nostra amica" risponde Justin, addocchiando un attimo la situazione alle nostre spalle;  Sam si fa sempre più vicina.
"No, è un mostro, il fatto che ci stia seguendo in quel modo ne è la prova." "È stata posseduta dal lato oscuro di Aaron, tutto questo è colpa sua!" sbotto.
Non ho intenzione di tollerare Jasmine e le fandonie sul suo amore proibito per Aaron; sono loro il vero e unico problema, hanno causato tutto questo male e si comportano come se volessero eliminarlo, come se fossero dei giustizieri dalla lucente armatura pronti a salvare New Hope dalla folle e cattiva Samantha Fletcher. "Spostatevi!" urla lei senza darci retta. Sam ci ha quasi raggiunto e, se Jasmine non si sposterà, una delle due finirà per bruciarsi, letteralmente. "Ora!" continua stringendo il fiammifero.
Vedendo che nessuno dei due si sposta, decide di spingerci e si avvicina a Sam.
"No, ferma!"
L'opposizione di Justin non basta a farle cambiare idea.
"È la tua fine, mostro!"
Jasmine solleva il fiammifero, tramite il quale viene sparso in giro per il corridoio un odore sgradevole di fumo.
A frenarla ci pensa Aaron che interviene spuntando tra di loro e la spinge lontana da Sam.
Le strappa via il fiammifero che si dissolve poco dopo nell'aria.
Ha usato i suoi poteri per distruggerlo.
"Aaron, che stai facendo?" domando, inspiegabilmente sollevata nel vedere che non gli sia accaduto nulla di grave.
"Salvo mia sorella" risponde, agguantando entrambe le sue braccia e fissandola negli occhi.
"Sei sparito nel nulla, perché ci hai fatto aspettare così tanto?" chiede Justin.
"Dovevo aumentare i miei poteri." "Ma che vuoi dire?" gli pongo un ulteriore quesito, piena di dubbi.
La mia curiosità viene sfamata nel notare del sangue che cola da sotto la porta del bagno, sporcando le mie scarpe.
Justin guarda in basso e percepisco il brivido freddo che attacca le sue vene, facendo tendere i suoi muscoli facciali.
Sento le stesse cose, le mie mani si induriscono e le mie gambe perdono stabilità, mentre un'oscura sensazione di malessere mi stringe lo stomaco.
"Hai ucciso i ragazzi del club..." dice Justin con voce sussurrata.
La paura di dire una cosa simile è sconvolgente.
"Devi essere forte se vuoi battere un mostro come questo" risponde Aaron incurante.
"Non può essere" dico io, con un conato di vomito nello stomaco che mi spinge ad allontanarmi dal bagno. Sam si dimena caoticamente e Aaron la tiene ferma passandole una mano sul viso.
"Sorellina, sono io, piccola Sam, presto sarà tutto finito" dice con un mezzo sorriso.
Sam trema dalla testa ai piedi, ascoltando imbambolata le parole dolci di suo fratello.
"Guarda come sei ridotta, non meriti tutto questo" continua Aaron.
Sono scombussulata dalla morte dei ragazzi del club ma ogni tentativo di distogliere lo sguardo da Aaron e di mettermi a urlare si tramuta in ulteriore interesse verso quello che sta facendo.
Jasmine si alza in piedi e accende un altro fiammifero, così si lancia a capofitto contro Aaron e Sam.
Lui la blocca, ridendo e prendendola in giro. Gli è bastato desiderare che smettesse di correre ed è accaduto. "Che mi hai fatto? Mi avevi detto che li avremmo uccisi insieme!" borbotta Jasmine, tirando dei pugni alla barriera invisibile che la sta tenendo immobile.
"Mi dispiace ma credo proprio di aver mentito, sai, sono fatto così."
Aaron sorride e posa entrambe le mani sul volto di Sam.
L'ha ipnotizzata, il suo potere ha acquisito una forza che gli permette di combattere il lato oscuro facilmente e lo controlla in qualche modo contorto.
Aaron sfrutta tutta quell'energia che ora gli appartiene per tirare fuori dal corpo di Sam il demone che l'ha posseduta.
Lei urla contorcendosi e battendo i piedi disperatamente a terra.
Non ho mai visto nulla di così orribile, una ragazza distrutta dal dolore lancinante che le tira via ogni traccia di umanità dagli occhi.
Le pupille bianche e spente stanno per uscirle dalle orbite.
Aaron lancia il mostro verso Jasmine che ne viene sopraffatta e adesso è lei a gridare.
Sam perde i sensi e cade sul pavimento, mentre Aaron salta addosso a Jasmine, tirando in alto le sue braccia, dandole scarse possibilità di potersi ribellare.
"Aaron, che cosa..." gli dice con voce tremante e a tratti spaventata. 
"È stato bello finché è durato, ma ora sei tu quella pericolosa, quindi...per il bene di tutti..."
Non termina la frase, pone una mano sul braccio della ragazza e si appropria della sua anima, fino a ucciderla.
Sussulto e mi precipito da loro.
Justin riesce a prendere il lembo della mia maglietta in tempo e a riportarmi indietro, costringendomi a restare immobile.
Neppure lui si aspettava qualcosa di simile, Aaron è un mostro ma non avrei mai potuto credere che avrebbe rubato l'anima di una persona con la quale aveva instaurato un legame profondo.
"No"
Il suono della voce rotta di Alec si fa spazio nelle mie orecchie.
"Cosa le hai fatto?" urla correndo da Jasmine.
Aaron si alza in piedi poco interessato e con un sorriso malizioso che gli illumina il volto.
"Jasmine, ti prego, apri gli occhi, non può essere vero!" piange Alec tenendola stretta tra le sue braccia. "Per favore, per favore, per favore!" continua a straziarsi e il rumore delle sue lacrime rimbomba chiassosamente sulle pareti del corridoio.
"Come hai potuto farle questo? Razza di psicopatico maniaco!" inveisce contro Aaron.
"Dovevo sacrificare qualcuno e ho scelto l'unica persona che ci stava minacciando da troppo tempo" risponde.
"Mio Dio! Sei fuori di testa, hai ucciso tutti i miei amici, tu hai...ah."
Alec si avventa distrutto su di lui ma Aaron lo spinge con un colpo deciso, facendolo cadere accanto a Jasmine. "Non toccarlo, non puoi fare così!" dico determinata a ucciderlo.
Ha fatto del male al mio più caro amico, portandogli via ciò a cui teneva di più.
Aaron non merita di vivere!
"Il fatto è che in realtà posso, posso farlo quante volte voglio, se si tratta di proteggere me stesso."
"Sei un mostro, un mostro, cazzo!" Alec abbraccia ancora Jasmine, deturpato dalla sua morte.
Lacrime di costernazione rigano le sue guance e bagnano la t-shirt che indossa, inzuppandola completamente.
"Potevo farla ragionare, le avrei fatto cambiare idea su di voi, perché hai dovuto ucciderla?" chiede in preda a una crisi isterica.
Ha appena perso le uniche persone che gli abbiano mai voluto bene e mi domando come possa riuscire a superare questa pena.
"Già, potevamo trovare un altro modo, Sam non te lo perdonerà mai" dice Justin mettendo fine al suo silenzio.
"Ve l'ho già detto, non mi importa di quello che penserà, mi basta averla ancora qui con me."
"Peccato che non sia così: se prima avevi anche solo una possibilità di ottenere la sua fiducia, ora l'hai persa per sempre" rispondo.
"Scusa novellina se sono stato troppo cattivo per i tuoi gusti ma ho dovuto farlo, ora sono molto più forte e ci sono quasi, presto avrò il potere assoluto."
Il luccichio di divertimento che di solito lo pervade in momenti come questi ora lo possiede interamente. "Di che cavolo parli?" chiede Justin. Ha il mio medesimo bisogno di ucciderlo negli occhi, che bruciano di sconforto e delusione.
"Di quello che sto cercando da anni, del mio vero obiettivo."
Aaron esita a terminare la frase ma non interrompe lo scambio di sguardi tra noi.
"Diventerò il re della morte" dice, fiero e sicuro della rivelazione scioccante che non ha altro effetto su di me se non quello di lasciarmi ammutolita.

Undead (ritorno a New Hope) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora