34

224 18 0
                                    

La tragedia della scorsa notte ha dato un insegnamento ad ogni studente della New Hope School.
In alcuni resterà per sempre la paura della morte, guardata in faccia per troppo tempo e impossibile da scordare, in altri l'adrenalina scaturita dall'istinto di sopravvivenza che ha permesso loro di essere ancora qui.
In me, invece, ha lasciato qualcosa di più profondo, oltre allo sgomento e all'eccitazione:
mi ha lasciato un vuoto simile a una voragine nello stomaco, che succhia via la mia parte buona, quella che tanto mi sono impegnata a preservare, ma se ripenso alle lacrime di Jules mentre la portavano via da me e da questa città, non vedo un motivo per continuare a farlo.
Tuttavia, il problema che mi affligge ora non è questo, né mio padre e il suo lato iper protettivo.
Gli ho spiegato che va tutto bene e che sono al sicuro alla residenza Fletcher, che correrò dritta a casa dopo scuola, come farebbe una brava bambina.
Non l'ho tranquillizzato totalmente ma è già un piccolo passo verso la fiducia che, prima o poi, spero avrà in me.
Il vero problema, come dicevo, è Sam, che si sveglierà presto e tornerà a voler rubare l'anima di qualsiasi essere umano incontrerà davanti a sé. Ho passato l'intera notte accanto alla mia amica dopo la sparizione di Aaron; lei si è rigirata più volte nel letto e credo perfino abbia avuto degli incubi.
Odio sapere che sta soffrendo ma Claire è stata chiara:
dovremmo ucciderla per liberarla dal lato oscuro di Aaron e mai potrei compiere un gesto così estremo e crudele.
"Buongiorno dormigliona" le dico mentre apre gli occhi.
Il rumore del vento leggero fuori dalla finestra mi aiuta a rilassarmi.
Anche questa camera ha un non so che di dolce e tranquillo.
Saranno le pareti colorate di un rosa pastello, o i peluche a forma di animale sulle librerie, magari persino il poster di Avril Lavigne attaccato sul muro al di sopra del letto, ma tutto ciò mi riporta a quando ero bambina e non è affatto male la sensazione di innocenza che mi attraversa.
"Giorno? Ma quanto ho dormito?" chiede stordita, passandosi una mano tra alcune ciocche di capelli.
Intanto, si siede con una smorfia nauseata sulle labbra.
"Un bel po' di ore ma nulla di così grave, tranquilla" rispondo volendo apparire più calma di quello che in realtà sono.
Ho paura di perdere una delle persone più importanti della mia vita.
"Zoe, forse non ci conosciamo da abbastanza tempo ma te lo leggo in faccia quando menti. Che mi sta succedendo? Perché non ricordo nulla della scorsa sera?"
Avrei dovuto metterla a suo agio ma ho sbagliato tutto a causa della mia eccessiva emotività.
"Ora ti spiegherò ogni cosa ma devi mantenere la calma."
"No, non posso; sento che qualcosa non va dentro di me."
Si agita in preda al terrore.
"Perché è così: il lato oscuro di Aaron è entrato nel tuo corpo, in qualche modo."
"Cosa?"
Sam assume un'aria sconvolta.
Forse non era questo il modo giusto per darle un'informazione tanto seria. "Non sappiamo perché abbia scelto proprio te; credo voglia farci capire che fa sul serio, ma stiamo già cercando una soluzione."
"Una soluzione? La soluzione sarebbe uccidere quello stronzo di mio fratello!" strepita.
"Credimi, lui si sente in colpa, per quanto mi costi ammetterlo" dico ripensando a quanto sia stato dolce Aaron mentre parlava con Sam intimamente e con sguardo profondo. Pensava davvero quelle cose; è pentito e si odia per essere il colpevole di tutto questo male.
"Aaron non prova sensi di colpa, lui fa tutto per compiacere sé stesso e il suo ego; di sicuro è contento di sapere che ora sono cattiva anche io" dice capace di convincersi da sola che sia vero. "Ma tu non lo sei e, anche se fosse, non lo resterai a lungo; Claire ti ha dato delle erbe magiche per tenerti calma fino a domani almeno. Abbiamo tempo per liberarti."
"Calma? Che vuoi dire? Ho fatto qualcosa di brutto?" domanda con evidente preoccupazione.
"Sam..."
"Oh mio Dio! Io ho...ho ucciso qualcuno? Dimmi che non ho fatto del male a nessuno."
"No, ma hai causato un terremoto e Sarah è in ospedale."
"Cazzo! È un vero disastro. Cosa accadrà quando finirà l'effetto delle erbe?"
"Meglio non chiedercelo, per la nostra salute mentale" dice Aaron entrando in camera.
Avrei tanto voluto non incontrarlo stamattina.
Mi ha tenuta tra le sue braccia mentre piangevo per Jules e, quando incontro i suoi occhi, vengo riportata a quel momento e sento le stesse emozioni negative e destabilizzanti.
"Aaron, vattene, non ho bisogno di te" risponde Sam scortese.
"Invece credo proprio che tu ne abbia bisogno. Ti ho portato la colazione e starò con te tutta la giornata, così ti terrò sott'occhio." 
"Non ne avevamo parlato però" dico, interrogandomi sul perché abbia preso questa decisione senza prima consultare me o Justin.
"Stiamo collaborando ora, quindi non serve parlarne; faccio parte del gruppo."
Aaron non mi guarda nemmeno.
"Che vuol dire? Da quando collaboriamo?" domanda Sam contrariata.
"È una storia lunga, tu non preoccuparti" replico e imito ciò che dovrebbe essere un sorriso ma, per quel poco che mi vedo attraverso il grande specchio rosa nella stanza, terrorizzo persino me stessa.
"Tu invece, vieni con me" impongo ad Aaron afferrandolo per il braccio e spingendolo in salone con veemenza. "Da quando sei una tipa violenta? Lo sai che così mi ecciti?"
Fomenta la mia rabbia.
"Che ti sei messo in testa? Io non ne ho ancora parlato con loro e Sam ti odia."
"E allora? Questo dovrebbe rendermi triste o qualcosa di simile?" chiede indifferente.
"Non ti sopravvaluto, ma almeno potresti stare attento a non irritare nessuno, non credi?"
Lui mi guarda come se volesse attaccarmi, poi sbuffa.
"Dirmi cosa fare o cosa non fare non ti porterà da nessuna parte, anche perché sei tu quella irritante qui."
Si allontana da me.
Ero convinta mi avrebbe fatto del male ma Aaron sta imparando a controllarsi: non ha più minacciato di uccidermi da quando abbiamo trovato un nemico comune da combattere.
"Non sono irritante, è che non ti sopporto" dico antipaticamente. "Ottimo, allora abbiamo qualcosa in comune: nemmeno io ti sopporto."
Rido e lui mi rivolge un sorriso amichevole.
"Farò il bravo con Sam. Tu va a scuola e sta attenta a Jasmine; dopo quello che è successo ieri avrà ancora più sospetti" dice.
"Ormai la so gestire" rispondo; sappiamo entrambi che non è così e che quella ragazza mi darà del filo da torcere anche oggi.
Esco di casa e la prima persona che mi trovo davanti è Justin che mi guarda con le braccia incrociate al petto.
"Justin, ehi" lo saluto sorpresa.
"Aaron mi ha detto che avrebbe passato la giornata con Sam. Sono venuto a prenderti, così andiamo a scuola insieme" risponde entusiasta. "Oh, divertente."
Ridacchio e lo sorpasso, facendo finta di aver preso le sue parole come una battuta.
"Guarda che sono serio. Se vai a scuola con Alec perché non dovresti con me?" chiede camminandomi dietro.
"Perché tra noi due è diverso e la gente pensa che stiamo insieme." "Non è così?"
Di fronte alla sua domanda mi innervosisco.
"Non lo so...dovremmo prima parlarne o...no...io non ne ho idea." Cammino spedita, senza voltarmi verso di lui.
"Parliamone allora. Sono qui, tu sei qui, è perfetto" dice tentando di stare al mio passo.
"Siamo in ritardo per scuola, non abbiamo tempo"
Trovo una scusa.
Justin si teletrasporta di fronte a me  che a momenti salto in aria.
"Non farlo mai più, cavolo!" dico toccandomi il petto mentre tiro  respiri profondi.
"E tu non scappare da me, non di nuovo, non adesso che hai capito che provi qualcosa" risponde abbattuto. "Non sto scappando. Come hai detto poco fa, noi siamo qui, solo che non voglio correre."
Justin mi piace sul serio ed essere la sua ragazza sarebbe un sogno che diventa realtà, ma se poi dovesse stancarsi di me e del mio sarcasmo? Accadrà sicuramente e resterò sola, con il cuore in mille pezzi.
"Perché no? Se stiamo bene insieme dovremmo goderci il momento." "Vuoi goderti il momento? Davvero?" domando.
Una scarica di adrenalina sta percorrendo la mia colonna vertebrale. Sono i poteri, si stanno accendendo, e non perché glielo abbia ordinato.
"Certo che lo voglio, è tutto ciò che desidero" risponde.
"Bene, allora facciamolo" dico, prima di baciarlo, cogliendolo alla sprovvista.
Justin, inizialmente, non ricambia, poi si lascia andare e mi stringe un fianco. L'energia dei poteri che stanno illuminando tutto il quartiere è vigorosa ma non è nulla in confronto a quella che sento dentro di me:
Una pura esplosione di magia elettrizzante che stimola i miei desideri nascosti.
"Wow, è stato..." dice Justin quando pongo fine al bacio.
"Bello, sì, lo so. Ora andiamo a scuola però, siamo davvero in ritardo" rispondo sorridendo provocantemente e allontanandomi da lui.
Justin resta immobile, ancora sconcertato.
"Wow" ripete, prima di seguirmi divertito.
Sull'armadietto di Sarah sono già presenti dei bigliettini con frasi di supporto e dei fiori sono stati posati lì davanti. La ragazza più popolare della scuola non avrebbe potuto ricevere un trattamento migliore.
"Aiden, come sta Sarah? Si è ripresa?" gli chiede Justin che, tenendomi per mano, si avvicina a lui.
Nonostante gli abbia ripetuto che mi imbarazza andare in giro in questo modo, Justin non mi ha dato retta.
Vuole che superi le mie paure.
"Ha aperto gli occhi un paio di volte ma sua madre mi ha cacciato prima che si svegliasse; quella donna è pazza" risponde Aiden.
"Grazie comunque per averla salvata, sei un buon amico, Justin" continua sorridendo tristemente.
"Di nulla, Sarah può essere un po' aggressiva a volte ma non merita di morire."
"Anche se è strano che tu sia venuto con lei alla festa; credevo non la volessi" dico, avendo tralasciato questo particolare fino ad ora.
"Siamo solo amici."
"E lei lo sa?" domando, ricevendo da parte sua un'occhiata piena di disperazione.
Scuote la testa come a esprimere un no e io guardo Justin che trattiene una risata.
Alec, che cammina a testa bassa verso il suo armadietto, cattura il mio sguardo.
"Ci vediamo dopo le lezioni" dico a Justin, lasciando andare la sua mano. "Non vuoi che ti accompagni in classe?"
"No, tranquillo, tanto non posso più perdermi ormai."
Ammicco e mi dirigo da Alec, mollando Justin, con un'aria accigliata in viso.
Alec cerca i suoi libri infilando la testa nell'armadietto, quindi non si rende conto della mia presenza alle sue spalle.
Non appena esce da lì dentro, chiudo lo sportello, facendolo sbattere fortemente.
Lui grida in modo stridulo e tenta la fuga, ma non fa in tempo a muovere un muscolo che lo tiro indietro.
"Che cosa vuoi da me? Ti avevo detto di lasciarmi in pace."
"E io credevo fossimo abbastanza amici da dirci tutto" rispondo.
"Di che cosa...di che cosa parli?"
Esita a proferire, deglutendo.
"Lo sai bene."
Ascolto il suo battito impazzito prima di continuare la frase, gustandomi ogni secondo della sua paura.
"Bob Crave, il rinomato scienziato che vuole scoprire l'esistenza del soprannaturale e che vuole uccidere anche me" dico.
Alec ha un breve fremito.
"Zoe, io non..."
"Cosa? Cosa Alec? Avresti dovuto dirmelo quando hai scoperto la verità sul mio conto!"
Lo faccio girare, incontrando lo sguardo da cerbiatto impaurito che ha stampato in volto.
"Così poi mi avresti ucciso e avresti fatto del male anche a lui? Mi credi un idiota?" risponde rabbioso.
"Beh..."
"Non sono un idiota!" urla come prima, quando tutti l'hanno guardato ridendo di lui.
"Tu come fai a saperlo?" chiede poi.
"I genitori di Jules ne parlavano e Aaron ha letto il suo nome quando ti ha riportato a casa."
"Ha frugato in casa mia quindi" afferma amareggiato.
"Che importanza ha? Tuo padre vuole ucciderci!"
"Mi dispiace molto ma lui non sa ancora nulla; è da anni che cerca delle risposte ma ha paura di mettersi contro la famiglia Fletcher."
Suppongo che questo significhi che ha paura di Claire.
"Avevi ragione ieri sera, non voglio che ti accada qualcosa; spero che mio padre non arrivi a voi" continua  scacciando via il veleno che non ha potuto far altro che sputarmi addosso in questi giorni.
Se ne va, facendo nascere in me ancora più dubbi di quanti ne avessi prima.
Durante l'ora di biologia, guardo il banco vuoto di Jules, che ha definitivamente abbandonato la scuola e, sfortunatamente, anche la città.
Non ho sentito nessuno parlarne, né  ho visto il dispiacere delle persone che avrebbero dovuto essere sue amiche.
Di lei mi resta solo una foto scattata durante la festa e la terrò al mio fianco per sempre, in ricordo della nostra amicizia.
Penso a Sam e un nuovo magone mi prende di soprassalto.
Non sono lì con lei e, per di più, a farle da guardia c'è Aaron.
Spero che se ne stia prendendo cura nel migliore dei modi e che non la metta nei guai.
Mi accorgo che Jasmine mi sta fissando. I suoi occhi sono puntati su di me, intenti a cercare le mie stranezze e ulteriori motivi per volermi morta.
Questo mi fa capire che i suoi sospetti non sono cambiati e che vuole ancora farci del male.
"So che sei stata tu la scorsa notte!" dice Jasmine sbattendo un pugno sul mio banco, in seguito al suono della campanella che segna la fine della lezione.
"Di che parli?" chiedo.
"Non fingere con me, non funziona più. Ti ho seguita, Zoe, e so che non sei umana, e credo lo sappia anche Alec, dato che adesso non ti parla più."
"Tu sei pazza Jasmine, quando te ne renderai conto? E sei anche una stalker, a quanto pare."
Mi alzo in piedi ma lei si posiziona davanti alla porta, bloccandomi il passaggio.
"Pensavo che non ci sarei mai arrivata ma grazie ad Aaron ho capito cosa siete. Voi siete demoni, o morti viventi, esseri soprannaturali che si nutrono delle nostre anime, ecco perché dovete essere eliminati." "Credevo che Aaron ti piacesse" rispondo.
Il loro rapporto ambiguo mi porta nuovamente a riflettere da quando li ho visti interloquire per la prima volta.
"Certo che mi piace, sono innamorata di lui e so che lui lo è di me, ci aiuteremo a vicenda."
Sorride estasiata.
"E come?"
Rido.
"Lui mi dirà come uccidervi, ci libereremo di voi e nessuno si farà più male."
Deve trattarsi di uno scherzo, uno perfido e di cattivo gusto.
"Preparati Zoe, stai per morire, sta volta per davvero" aggiunge, per poi darmi le spalle e andare via, mentre vengo invasa da una furia fulminea. Aaron è solamente uno sporco traditore!

Undead (ritorno a New Hope) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora