23

272 14 3
                                    

Racconto ad Aaron ogni cosa. Lui ascolta per tutto il tempo in silenzio, anche se ogni tanto ride sotto ai baffi, tirando fuori alla fine un semplice 'Interessante', che credo abbia fatto storcere il naso anche a Justin.
Mi piacerebbe sapere che non ci metterà davvero nei guai e che proteggerà anche sé stesso, ma Aaron è impulsivo e potrebbe comportarsi in modo imprevedibile.
"Siete tornati, finalmente, stavo morendo di paura" dice Sam, alzandosi dal divano quando ci vede rientrare alla residenza Fletcher. Notare Aaron, poco dopo, cancella qualsiasi presenza di entusiasmo dal suo viso.
"E ci sei anche tu, con quale coraggio? Zia Claire voleva ucciderti, sei fortunato che io le abbia dato qualche pillola per farla dormire."
Se potesse lo ucciderebbe; non importa che sia sua sorella e che abbiano un legame, Aaron è in grado di attivare in lei qualcosa che va ben oltre il bene che gli vuole, un odio profondo per averla abbandonata. "Grazie, vedo che ti preoccupi ancora per me" risponde Aaron.
Ed ecco che, con il suo tono beffardo, continua a ricevere occhiate indispettite da parte di Sam.
"Non è divertente, hai ucciso tutte quelle persone stasera, come puoi...come puoi essere tranquillo?" "Perché non ho una coscienza, semplice, e sono sempre più vicino al mio obiettivo."
"Obiettivo?" gli domanda.
Non sa di cosa parla e, da ciò che mi è sembrato di capire, neppure Justin ne è a conoscenza.
"Non glielo chiedere, tanto non ne parlerà, è top secret" risponde Justin sorridendo falsamente.
"Grandioso, un problema in più a cui pensare."
Sam si innervosisce.
"Calmati sorellina, sicura di non aver bisogno anche tu di quelle pillole?" domanda Aaron.
La cosa strana, e che mi inquieta, è che non gli importa affatto di questo evidente odio da parte di sua sorella, che lo diverte, visto che non ha mai smesso di sorridere e ridacchiare.
Sta dicendo qualsiasi cosa pur di ottenere una reazione negativa da parte sua.
"Smettila e dille cosa sta succedendo, la storia di Jasmine."
Justin lo intima.
"Ah, giusto, vedi Sam, abbiamo..."
Non lo lascio parlare.
"Jasmine sa che nascondete qualcosa, l'ho scoperto a scuola stamattina" dico e il mio gesto fa ridere Aaron, ma nervosamente, quasi come se dovesse trattenersi per non staccarmi via la testa dal resto del corpo.
"Tu sei insopportabile" mi dice.
"Solo con chi non mi piace" ribatto. Sorrido beffarda e distolgo lo sguardo da lui, che mi fissa ancora agguerrito. "Quello che Zoe vuole dire è che siamo in pericolo, Jasmine è troppo curiosa e, se dovesse scoprire il nostro segreto, lo direbbe ai genitori di Alec, farebbero esperimenti su di noi e non è quello che vogliamo."
Justin riporta la conversazione a un tono serio.
"Allora dobbiamo farla ricredere, Zoe è amica di Alec e di sicuro lui si fida di lei" dice Sam.
"Non metterò la mia vita nelle mani di questa novellina, me ne occuperò io, con i miei metodi." risponde
Aaron che, indubbiamente, non è d'accordo con l'idea di sua sorella.
"Prima di tutto, non sono una novellina, e secondo...quali sarebbero esattamente i tuoi metodi?" chiedo. "Lo so io: torturare la povera Jasmine finché non diventerà pazza e non dovranno chiuderla in un ospedale psichiatrico" dice Justin ironicamente ma, da una parte, credo che sia davvero così; Aaron non avrebbe nessuno scrupolo nel compiere un atto simile.
"Non ha importanza come farò, dovete sapere solo che sarò la nostra salvezza e, a quel punto, mi dovrete tutti un favore."
Gli lanciamo un'occhiata di interdizione.
"Te lo puoi scordare, piuttosto che stare in debito con te mi faccio bruciare in chiesa" rispondo.
"Oh, vogliamo provare?"
Aaron si avvicina leggermente a me che lo allontano subito, spingendolo con una gomitata.
"Vi prometto che andrà bene e, fino a quel momento, dovrò mettere il mio piano in stand by, purtroppo; tutta colpa dei vivi, con le loro stupide paranoie" protesta.
"Perché adesso sono i vivi il problema, certo" replica Sam amaramente.
"Fa la brava, piccola Sam, sono pur sempre il maggiore."
Aaron la provoca e, camminando verso di lei, le rivolge uno sguardo minaccioso.
"Peccato che non ci sei stato per metà della mia vita."
La sua risposta sembra ferirlo per i primi istanti, poi torna a sorridere come se non gli importasse.
"Questa era brutale" dice lui.
"Va a farti fottere" inveisce Sam che corre in camera sua, trattenendosi dal piangere. Se sapessi come consolare qualcuno la seguirei, ma devo ancora leggere il manuale della migliore amica perfetta.
Resto quindi con Justin e Aaron, nessuno dei due, però, dice una parola. Sarà la tensione o la disperazione di entrambi i ragazzi, ma non mi sento più a mio agio.
"Vado a vedere come sta, voi due non uccidetevi" dice Justin, seguendo Sam dopo averci rivolto delle occhiate severe; ci sta obbligando a comportarci, anche solo per un secondo, come delle brave persone.
Aaron non sarà mai in grado di farlo, né tanto meno io. Vorrei ucciderlo e gettare il suo corpo in pasto a un branco di lupi.
"Non ti prometto nulla."
Aaron è costretto a gridare, dato che Justin ha già superato il corridoio oltre il salone.
La residenza Fletcher doveva appartenere a qualche nobile fondatore della città un tempo; le pareti sono colorate di un rosso acceso e il pavimento è tappezzato con disegni confusionari ma che hanno un tocco artistico notevole. I mobili, che avevo già constato essere moderni, sono intagliati in legno bianco, proprio come la grande libreria accanto al camino e il tavolino con una pianta di Ortensie posizionata al di sopra, nell'entrata. Osservo ancora il quadro della giovane Claire e, non so per quale motivo, ma sembra anche più bella della volta precedente. Il suo sorriso è come cambiato, avendo assunto una luminosità contagiosa.
"Era una bellissima donna prima della vecchiaia, lo so" dice Aaron che sussurra queste parole al mio orecchio.
Mi ricorda tanto quel cugino irritante che tutti abbiamo in famiglia, colui che deve sempre lasciarsi scappare delle pessime battute per smorzare la tensione.
Reprimo in tutti i modi una risata ma non ne sono capace. Dovrei sapermi contenere ma a volte il suo umorismo da scemo mi diverte, contro ogni aspettativa.
"Non ti stanchi mai di essere così?" domando.
"Come? Terribilmente sexy?" parla con voce sensuale.
"No, terribilmente fastidioso."
"A essere seri ci si annoia, almeno io so come rendere divertente qualsiasi cosa."
E lo dice arricciando il naso, come per sembrare più carino.
"Tu rendi tutto macabro, il che è diverso."
"Anche, ma a te piace questa cosa, ti piace il brivido e sei molto più forte di Justin; lo adoro."
I suoi occhi brillano di eccitazione mentre sono puntati su di me.
"Ma non sono come te, tu non hai scrupoli e non ti importa di ferire la gente, né di tutte le persone che hai ucciso stanotte."
"Mi importa di me stesso, non basta?" Che essere insulso! Apprezzo la sua sincerità ma mi chiedo come possa esistere una persona tanto cattiva come lui.
Lo guardo, non sapendo se provare fastidio o se ridere di fronte alla sua convinzione.
"Ascolta, lo so che non ti piaccio ma so anche che vuoi il mio aiuto per quel misterioso mostro, io posso scoprire la verità in due secondi ma dovrai fidarti di me" dice.
"Scordatelo, ci penserò da sola."
Mi dirigo alla porta, passando intorno al tavolo posizionato al centro del salone.
Ci sono due poltrone in pelle rossa ai lati del divano, che si trova dalla parte opposta della stanza, non molto lontano dal camino, e una sedia a dondolo proprio davanti a quest'ultimo, che si muove quando Aaron mi piomba davanti grazie al teletrasporto e mi blocca il passaggio. "I libri al piano di sopra sono proibiti, la zia non vuole che li leggiamo, dice che alcune verità non vanno scoperte, ma per te potrei fare un'eccezione, se solo mi dessi qualcosa in cambio." Accarezza il mio braccio dall'alto verso il basso, mettendomi ancora una volta i brividi.
"E che cosa vorresti? Aaron."
Scandisco bene ogni lettera del suo nome.
"Ci devo ancora pensare ma qualcosa mi verrà in mente."
"Non mi posso fidare di te, non dopo stasera."
"E se ti dicessi che so come sta tuo padre? Che posso fartelo vedere." "Allora ti chiederei di farlo" rispondo accigliata.
Aaron prende un respiro profondo, poi tocca il mio volto con entrambe le mani, proprio come fece il giorno del nostro primo incontro.
Di fronte a me nascono delle immagini confuse; posso vedere un lungo corridoio, quello di casa mia, e poi mio padre che prova a chiamarmi disperatamente ma, purtroppo, la linea telefonica non funziona ancora.
"Ecco qua, va meglio ora?" chiede Aaron lasciandomi andare.
"Devo tornare a casa."
Il mio tentativo di fuga viene interrotto da lui che mi ferma nuovamente, toccando il mio braccio. "Nah ah, aspetta, non abbiamo ancora fatto un accordo" dice.
"Levati di mezzo" lo allontano muovendo la mano in avanti e lo spingo nella direzione del muro, dove non può far altro che andare a sbattere la nuca.
Impreca qualcosa di incomprensibile, di sicuro un insulto nei miei riguardi, e si ricompone.
"È questo il tuo modo di dire grazie?" sbraita mentre apro la porta d'ingresso ed esco velocemente per correre da mio padre.
Raggiungo casa mia e mi precipito dentro.
"Papà" dico ansiosa.
Grazie al cielo mi viene in contro sbucando dalla cucina.
Ha gli occhi rossi, avrà pianto per la paura di avermi persa.
"Piccola, credevo di non rivederti mai più" risponde stringendomi in un abbraccio, uno che esprime tutto il bene che mi vuole.
"Sono qui, adesso ci sono."
Ricambio il suo gesto e poso la testa sulla sua spalla.
"Ma dove sei stata? Quell'uragano era...era così grande, io non capisco, sono morte delle persone."
"Ero con Sam, stavamo studiando insieme e siamo rimaste in casa tutto il tempo" mento.
"Meno male che è andata bene, se ti avessi persa io...davvero, sarei morto con te."
Il mio corpo si fa rigido e la mia espressione cupa.
Devo risolvere il problema con Jasmine prima che tutto vada a rotoli, mio padre ha bisogno di me e non permetterò che nessuno mi faccia più del male.
Da ora in poi il mio compito sarà quello di proteggere quel che resta della nostra famiglia e mi libererò di chiunque proverà a mettermi i bastoni tra le ruote.

Undead (ritorno a New Hope) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora