Capitolo 19

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"ALEX, ALEX SVEGLIATI, SONO LE OTTO , FARAI TARDI" sentii urlare Emily da dietro la porta.

Cazzo, ieri devo aver dimenticato di puntare la sveglia.

"IO STO SCENDENDO MA TU CERCA DI SRBIGARTI".

"OK"risposi.

Mi precipitai in bagno lavandomi la faccia con l'acqua fredda, sperando che quel gesto avrebbe potuto svegliarmi almeno un po.

Dopo essermi vestita corsi direttamente verso l'aula di storia sapendo che ormai la colazione me la sarei potuta scordare.

"Signorina Parker, vedo che ci ha fatto l'abitudine, per quanto mi riguarda oggi può starsene fuori"disse la professoressa.

Quanto la odio, cazzo non solo ho fatto le corse per arrivare qui, ma ha pure la bella faccia di non farmi entrare.

Visto che era una bella giornata mi andai a sedere fuori nel prato.

Ero sdraiata nel prato a godermi i raggi del sole sulla mia palle quando un voce familiare mi salutò

"Buongiorno Alex".

Sbalordita dissi "Nate, ciao".

Si sedette accanto a me "senti Alex, mi dispiace davvero tanto per la scenata della scorsa volta.Quando sono venuto a sapere che quelle voci erano false mi sono sentito un merda".

"Be, dovresti imparare a non credere a tutto quello che senti"dissi.

"Be tu non dovevi dirmi che era il tuo ragazzo, ma perché lo hai fatto?".

"Non lo so, mi avevi fatto incazzare".

"Be, scusa ma anche io ero abbastanza incazzato".

"Si, incazzato per un cosa che non ho fatto"risposi fredda.

Dopo questa risposta iniziò a darmi piccole spinte

"Smettila"gli dissi.

Ma lui continuò ridendo.

"Nate, ti ho detto di smetterla"ed iniziai a spingerlo a mia volta.

"Non la smetto fino a quando non mi perdoni"disse.

"Be,mi dispiace ma non ti perdono"risposi.

"Ah no?" E mi ritrovai sotto di lui mentre mi faceva il solletico.

Ridevo come una pazza urlandogli di finirla ma lui continuava a dire che aspettava che accettassi le sue scuse, così cedetti quasi subito dicendogli "okok ti perdono".

"Perfetto" e finalmente si fermò permettendomi di rimettermi seduta.

"Quindi oggi a che ora ti passo a prendere?"disse.

Lo guardai confusa dicendo "che intendi?".

"L'appuntamento, ricordi?".

"Appuntamento? ".

"Si quello che non abbiamo ancora fatto,avevi accettato ricordi?".

"Si ricordo"risposi ancora confusa.

"Ti vengo a prendere alle otto, ci vediamo stasera"e se ne andò lasciandomi un veloce bacio sulla guancia.

Era già ora di pranzo quindi corsi a cercare Emily in mensa per raccontarle cosa era successo.

Devo ammettere che Nate mi piaceva anche se non era il mio tipo.

Trovai la mia amica seduta al tavolo con gli altri ragazzi così dopo aver salutato tutti senza sedermi le dissi "Emily ti devo parlare, è successa un cosa"dissi entusiasta.

"Uhuh, racconta".

"Vieni"e così l'afferrai sotto lo sguardo incuriosito di tutti e la portai fuori. Appena arrivammo fuori dissi"Oggi ho un appuntamento".

"Con chi?"disse curiosissima.

"Nate"dissi.

"Aspetta, intendi quel Nate? Il super figone che ti ha mostrato la stanza"disse super felice.

"Si proprio lui"dissi con un piccolo sorriso.

"Aspetta ma non avevate litigato? ".

"Si , ma è acqua passata, ha capito che ha sbagliato e si è scusato".

Le raccontai parola per parola ciò che era successo e dopo aver finito tornammo al tavolo con i ragazzi. Sapevo che erano curiosissimi, ma sapevano perfettamente che non gli avrei raccontato niente.

Harry passò tutto il pranzo ad osservarmi incuriosito.

Be, a dire il vero penso che la mia espressione allegra incuriosisse tutti li dentro.

Lo devo ammettere , ero emozionata per stasera.

********************

Stavo tornando al dormitorio quando una macchina familiare si accostò vicino a me.

Intravidi dei ricci venire verso di me.

"Ciao"disse il riccio.

"Hey" risposi fermandomi.

"Come stai?".

"Ti importa davvero?".

"No, era tanto per parlare, madre quanto sei acida".

"Io? Acida? ".

"Si proprio tu".

"Che vuoi Harry?".

"Volevo sapere se per te stasera si può fare".

"Ho un impegno"dissi fredda iniziando a camminare.

Mi afferrò dal polso bloccandomi"ci hai ripensato?".

"Può darsi, e comunque ho veramente un impegno ed ora se non ti dispiace vorrei tornare a casa".

"Ti do un passaggio".

"No, vado da sola".

Per fortuna mi fece andare senza fare troppe storie.

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