I paramedici erano state le prime persone che Danny aveva visto.
I due ragazzi erano entrati nel locale e gentilmente, dopo averlo afferrato per le braccia lo avevano condotto all'esterno del ristorante. Il beta aveva recuperato una comoda poltroncina dall'interno del Velvet e vi aveva fatto accomodare il biondo. Poi la ragazza si era inginocchiata davanti a lui e aveva iniziato a porgergli delle domande.
Qual'è il tuo nome? Daniel Williams.
Quanti anni hai, Daniel? Ventisette.
Non sei originario delle Hawaii, da dove vieni? New Jersey.
Sei ferito, Daniel? No.
Il collega della ragazza era rimasto con loro durante tutto il tempo in cui lui era stato medicato, lo aveva rassicurato e con tono dolce gli aveva spiegato che la polizia presto sarebbe arrivata e che probabilmente gli avrebbero fatto alcune domande, ma che era libero di non rispondere e di interrompere l'interrogatorio quando desiderava. Sembrava essere abituato a quel tipo di situazione.
Il paramedico gli aveva sorriso, poi aveva iniziato a guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Dopo interminabili istanti si avvicinò a due uomini ed una donna, probabilmente i poliziotti di cui aveva parlato. La ragazza e uno dei due poliziotti avevano tratti chiaramente hawaiani, Avevano i classici tratti asiatici, capelli scuri ed occhi del medesimo colore, mentre l'uomo al centro non sembrava di quelle parti, come i suoi colleghi aveva le pelle ambrata, ma il viso, la sua fisionomia gridava tutt'altro che hawaiano. Dall'odore Danny riconobbe due alpha e una beta, ma in mezzo a tutta quella confusione non era più certo di nulla, c'erano troppe persone attorno a lui, troppe, troppe persone. Il paramedico si mise a parlare con uno di loro, quello più alto, si scambiarono alcune parole e poi, i quattro si avvicinarono a lui. Danny si irrigidì contro lo schienale della sedia, ma la ragazza che lo stava medicando lo tranquillizzò passandogli una mano sulla spalla.
"Non ti devi preoccupare, non ti faranno alcun male" La sua voce era dolce come il miele, doveva essere abituata a parlare a persone sotto shock.
I tre poliziotti si fermarono a qualche passo da lui ed i due paramedici si allontanarono di qualche metro, così da non essere d'intralcio.
La prima a farsi avanti e presentarsi fu la ragazza, una beta, proprio come aveva immaginato Danny.
"Il mio nome è Kono Kalakaua, questo è il Comandante Steve Mcgarrett e lui e Chin Ho Kelly, della task force Five-o" Five-o, pensò Danny.
Quel nome non gli sembrava affatto nuovo, ripensò a quando ogni tanto guardava i telegiornali locali e gli tornarono alla mente le parole della conduttrice ed alcune immagini dei poliziotti.
"Vorremmo farti qualche domanda" Continuò Chin Ho Kelly, sorridendogli in modo amichevole.
Piccole fossette si crearono ai lati delle labbra e gli occhi si fecero sottili come punte di freccia.
Danny annuì e si raddrizzò sulla sedia, portò le mani in grembo e puntò lo sguardo sul suo interlocutore, poi si schiarì la voce.
"Certo, tutto quello che volete sapere" Disse in modo disponibile.
Steve fu il primo a parlare, incrociò le braccia contro il petto ed i muscoli si tesero facendo venire i brividi all'innocuo cameriere.
Steve assottigliò lo sguardo e lo fissò dall'alto verso il basso, Danny si sentì ancora più piccolo di come si sentiva solitamente.
"Puoi raccontarci cos'è accaduto ieri notte?" Domandò quindi il Comandante.
Il biondo annuì e prendendo fiato iniziò a raccontare.
"Il locale era quasi vuoto, c'erano solo quella grande tavolata da dieci persone ed un altro tavolo occupato da due anziani..." S'interruppe al solo ricordo di quella povera coppia, quando era uscito da dietro il suo nascondiglio li aveva visti con il capo chino sul tavolo, all'inizio aveva creduto fossero ancora vivi, ma quando si era avvicinato aveva visto i due fori nei loro crani.
Se non altro erano morti tenendosi per mano.
"Io ero dietro al bancone, il tavolo che mi era stato assegnato ieri sera era quello dei due anziani, ma quando i miei due colleghi non sono tornati mi sono occupato anche di portare il conto all'altro tavolo" Proseguì Danny.
Non sapeva se tutte quelle informazioni fossero necessario per la risoluzione del caso ma badò bene di dire tutto ai poliziotti.
Guardò lo loro facce ma non riuscì a decifrarle, specialmente quella del Comandante.
L'alpha era impassibile, il suo sguardo era duro e severo.
"Quando sono tornato al bancone mi è caduta una penna, quando mi sono chinato per raccoglierla la luce e saltata, ho provato a rimettermi in piedi ma sono caduto, è stato in quel momento che mi sono ferito" Continuò l'omega indicando i tagli sulle braccia e sulla schiena.
"Ci sono stati dei colpi di pistola e io... mi sono nascosto" Disse Danny con un po' di vergogna e anche timore, se non si fosse nascosto probabilmente in quel momento non sarebbe vivo per poter raccontare tutto quello.
Kono gli poggiò una mano sulla spalla e lo invitò a continuare il suo racconto. "Dopo gli spari non c'è stato più alcun suono, io sono rimasto nascosto e poi ho sentito dei passi" Disse Danny, rabbrividendo al ricordo della voce profonda del criminale.
"L'assassino si è seduto al bancone e ha risposto ad una chiamata" Steve si fece più attento, si spostò da un piede all'altro e poi porse una domanda.
"Ha pronunciato il nome del suo interlocutore?" Domandò il Comandante.
Danny scosse il capo e lo guardò con fare dispiaciuto, quasi si sentisse in colpa per non essere riuscito a ricavare quell'informazione di così vitale importanza per la risoluzione del caso. "Hanno iniziato a parlare, sembravano quasi scherzare, o meglio, l'assassino scherzava, il suo interlocutore voleva che se ne andasse... l'unica cosa che so e che lui crede di aver ucciso tutti, non sa di me" Concluse Danny, sperando che quell'informazione rimanesse tale.
Chin si passò una mano davanti al viso ed il cameriere pensò di avere fatto qualcosa di sbagliato, così abbassò lo sguardo.
"Hai fiutato il suo odore? Sei riuscito a capire se era un alpha?" Domandò Steve con tono brusco, tanto che il cuore di Danny iniziò a battere più velocemente, lui scosse il capo e prese un grosso respiro.
"No... mi dispiace" Steve sospirò esausto e si allontanò portandosi le mani al viso.
Danny si sentì mortificato, si strinse nelle spalle e sospirò, anche quella volta si era dimostrato inutile, era un testimone, ma di cosa?
Non aveva visto nient'altro che il buio.
Kono gli mise nuovamente una mano sulla spalla, scuotendolo leggermente. "Non ti preoccupare, sei stato molto utile. Steve è solo un grande pessimista" Disse lei, cercando di consolarlo.
Lui annuì anche se non era del tutto convinto da quelle parole.
I due paramedici si avvicinarono nuovamente a lui.
"Il Signor Williams ha bisogno di riposo, passerà questa intera giornata in ospedale e domani verrà rilasciato. Se avete altre domande da fargli lo troverete lì" Disse la ragazza dai capelli bruni e l'espressione un poco accigliata, evidentemente non aveva gradito il moto in cui Mcgarrett si era rivolto al suo paziente.
Danny non capì il motivo del suo ricovero in ospedale, non era ferito gravamene, poteva tranquillamente andare a casa propria e riposarsi lì.
I due poliziotti annuirono e ringraziarono Danny per essere stato così disponibile.
Lui deglutì e cercò di sorridere, poi seguì i due paramedici sull'ambulanza. Kono e Chin si guardarono e dopo essersi intesi perfettamente, senza bisogni di parlare raggiunsero Steve.
Il Comandante era appoggiato alla propria auto e si passava convulsamente una mano davanti al viso.
Quella non era certo una novità, i suoi colleghi lo avevano già visto in quelle condizioni.
"È un assassino professionista, non conosciamo il suo aspetto e nemmeno le sue impronte. Quello stronzo doveva sicuramente indossare dei guanti ed un visore notturno" Commentò il Comandante con disprezzo, appoggiandosi con la schiena al parabrezza della Camaro.
"Troveremo qualcosa" Disse Kono, poi gli schiaffeggiò un braccio.
"Tu piuttosto dovresti imparare a controllarti" Lo rimproverò la giovane, guardandolo con aria truce e decisamente poco raccomandabile. Steve sollevò le sopracciglia e raddrizzò la schiena altrimenti ricurva.
"Lo hai spaventato a morte. È un omega, devi andarci giù più leggero" Continuò lei, indicando con una mano l'ambulanza che si allontanava velocemente.
Lui buttò gli occhi al cielo e sbuffò dal naso.
"Quando vorrò delle lezioni di comportamento sarai la prima che chiamerò. Ora andiamo, abbiamo un assassino da trovare" Ribatté il comandante, salendo a bordo della propria auto.
I due cugini si guardarono negli occhi e scossero il capo, rassegnati all'idea di convivere con il pessimo carattere del loro Comandante.
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Eyewitness
Fanfiction⚠️La storia presenta contenuti per adulti⚠️ ~Omegaverse~ Il suo nome è Danny Williams, nato nel New Jersey e trasferitosi alle Hawaii due anni addietro lavora in grande ristorante molto in voga sull'isola, il Velvet. La sua vita è tranquilla, vive...