Capitolo 10:

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Una volta che Steve ebbe raggiunto il quartier generale lo trovò stranamente vuoto, così andò a chiudersi nel proprio ufficio.
Si sedette sulla poltrona nera ed accavallò elegantemente le gambe lunghe e toniche.
Chin non si era ancora fatto vivo, a quel punto si era già aspettato di ricevere una telefonata, anche un messaggio sarebbe andato bene, eppure non era ancora successo nulla. Con molta probabilità stava ancora facendo ricerche su Lake, Steve immaginò che il collega volesse trovare più notizie ed informazioni possibili per fornire loro un quadro molto più preciso della situazione. Inoltre, l'asiatico aveva spiegato che sarebbe andato a trovare alcune sue vecchie conoscenze e che avrebbe chiesto il loro aiuto.
Steve sperò soltanto che con vecchie conoscenze non intendesse Kamekona, l'hawaiano era un loro grande amico proprietario di un furgoncino da street food che stava sempre in riva alla spiaggia, l'uomo era a conoscenza della maggior parte degli affari illegali che avvenivano sull'isola, ma quando si trattava di dare informazioni era sempre molto riservato.
Kono si presentò davanti alla porta dello studio e bussò contro il vetro, ma non entrò subito, attese che Steve la invitasse ad entrare, sapeva che l'ufficio del Comandante era il suo posto speciale e privato.
"Ci sono novità da Chin?" Domandò l'alpha una volta che la ragazza fu all'interno dell'ufficio.
Lei scosse il capo, ma non sembrava preoccupata per le sorti del cugino. Sapeva che il Tenente era in grado di cavarsela benissimo da solo.
"No, ma c'è qualcun altro che vuole parlare con noi" Rispose lei indicando l'ingresso con un cenno del capo. Steve si sporse in avanti con il busto, così da poter dare un'occhiata all'esterno del proprio studio.
In mezzo alla sala centrale stava Alaric.
L'assassino si guardava attorno con aria interessata ed intrigata, teneva le braccia incrociate dietro la schiena ed un ghigno poco raccomandabile stampato in viso.
"Ti ha detto riguardo a cosa ci vuole parlare?" Domandò Steve alzandosi in piedi ed avvicinandosi alle finestre che davano sul corridoio esterno. L'assassino sembrava completamente e pienamente a proprio agio, se qualcuno lo avesse visto senza conoscerlo avrebbe potuto scambiarlo per un parente di uno dei poliziotti che lavorava in centrale.
"No, ma immagino sia riguardo a Lake, o forse Danny" Al solo sentire pronunciare il nome del suo testimone qualcosa scattò nella mente di Steve.
Il comandante incrociò le braccia contro al petto ed uscì dal proprio ufficio con passo spedito, gli scarponi sbattevano pesantemente contro il pavimento lucido.
Kono fu subito alle sue spalle e fu costretta ad allungare il passo per poter mantenere la stessa andatura del Comandante.
Alaric si voltò verso di loro e sorrise cordialmente, si appoggiò al tavolo scuro che stava al centro della sala ed incrociò le braccia contro il petto. "Buongiorno Comandante" Lo salutò l'assassino facendo un piccolo inchino.
Steve storse il naso ma evitò di commentare ciò che aveva appena visto.
Si fermò a qualche passo dal beta e lo squadrò da capo a piede.
Allacciata attorno alla vita portava una custodia che precedentemente aveva contenuto un coltello, coltello che probabilmente uno dei suoi colleghi aveva sequestrato.
"Non ti rinchiudo in sala interrogatori solo perché temo che dopo non riusciresti più ad aprire bocca" Alaric si portò una mano al petto e finse uno sguardo offeso, poi sbuffò una risata ed andò a sedersi sopra al touche table, fortunatamente il dispositivo era ancora spento.
"È una minaccia?" Domandò l'assassino appoggiando i gomiti sulle cosce coperte da un paio di pantaloni larghi e neri.
"Semplicemente non credo che usciresti da quella stanza con le tue gambe" Continuò Steve con tono grave.
L'assassino fischiò impressionato dalla parlantina del Comandante e batté insieme le mani, poi si accarezzò la barba pensieroso.
"Ho colto il messaggio non troppo velato, Comandante" Rispose nuovamente Alaric sorridendo.
Kono osservava lo scontro verbale tra i due, non sapendo se dovesse intervenire e riportare i due al presente o lasciarli continuare i loro discorsi su un possibile ed apocalittico futuro.
"Che sei venuto a fare?" Domandò quindi Steve riportando il discorso sui binari.
Sollevò gli occhi e guardò l'altro uomo con aria truce, degna di un vero Navy Seal.
"A darvi una mano, mi sembra ovvio!" Esclamò lui con fare ovvio, spalancò le braccia e sorrise divertito.
Fu Kono a rivolgergli la parola "Perché?" Lui la guardo con aria incuriosita e quasi scioccata, doveva essersi completamente dimenticato della presenza della ragazza. L'assassino le sorrise e si passò una mano fra i capelli neri, poi si portò una mano al petto.
"Vedi, quando io accetto un incarico mi faccio sempre dare metà compenso, l'altra metà mi verrà consegnata una volta compiuto il misfatto ma..." E qui fece un pausa per enfatizzare il discorso. "Sfortunatamente, Lake non mi ha ancora pagato ed io voglio i miei soldi. Sai, avevo in mente di fare un viaggetto in un posto freddo, Norvegia o Russia, non so decidermi!" Esclamò nuovamente l'assassino battendo insieme le mani piccole e pallide. Steve scosse il capo, stupito da quell'argomentazione così semplice a al tempo stesso così sensata. "Tradiresti il tuo capo per soldi?" Domandò stupita Kono. Alaric scese dal tavolo con un balzo agile e fece qualche passo avanti, poi puntò un dito contro la fronte della ragazza, come se volesse che le sue prossime parole le rimanessero bene impresse nella mente.
"Prima di tutto io non ho un capo. Non devo rendere conto a nessuno di ciò che faccio. In secondo luogo io ho rispettato gli accordi, lui no e la cosa mi irrita non poco" La ragazza annuì e fece un passo indietro, ristabilendo una distanza fra lei e l'assassino. Alaric la guardò indispettito, poi tornò a sedersi al proprio posto, come un piccolo corvo che si appollaia su un ramo.
"Cosa sai dirci su Lake?" Domandò Steve attirando l'attenzione dell'assassino su di sé.
Lui si prese tutto il tempo che desiderava per rispondere.
Per prima cosa si passò una mano davanti agli occhi, poi spolverò i pantaloni ed in fine si allacciò una stringa.
Steve digrignò i denti e giurò sulla tomba di suo padre che una volta terminate le indagini avrebbe riempito di botte quel piccolo beta impudente.
"Nulla, solo che ha davvero un bel portafogli" Steve fece scrocchiare il collo e si premette una mano davanti alle labbra, se solo avesse potuto gli avrebbe reciso la carotide con le unghie.
"E allora cosa diavolo ci fai qui!?" Domandò Kono al limite dell'esasperazione, la presenza dell'assassino la rendeva nervosa. Così, la mora prese a camminare alle spalle Steve ed andò nel proprio ufficio sbattendo la porta.
La giovane beta aveva preso molto a cuore l'intera situazione in cui stava vivendo Danny e, sentire quell'uomo comportarsi in maniera così cinica ed infantile la fece stare male.
"Ha un bel caratterino" Si complimentò Alaric rivolgendo lo sguardo sulla porta a vetri.
Steve gli rivolse un sorriso tirato, per la prima volta si trovava d'accordo con l'assassino.
"Sta ancora imparando" Spiegò il Comandante con un pizzico di orgoglio nella voce, dopotutto Kono stava imparando da lui e quello lo rendeva estremamente fiero.
Alaric annuì e si portò una mano al mento.
"Non sono qui per parlare di Lake, ma dell'omega, come hai detto che si chiama? Danny?" Domandò quello con aria fintamente confusa.
Steve sollevò le spalle e fece qualche passo avanti, così da potersi ritrovare più vicino all'altro uomo.
"Daniel Williams" Rispose Steve.
"Ah giusto! Williams, un cognome un programma. Non hai davvero fatto nessuna ricerca su quell'omega? Nemmeno la più piccola curiosità ti ha spinto a digitare il suo nome in questo bel computer?" Domandò Alaric accarezzando lo schermo nero. Steve sollevò le sopracciglia e si fece avanti, arrivando ad appoggiare le mani sul bordo del tavolo.
L'assassino si voltò a guardarlo e gli sorrise con aria complice.
Certo che il Comandante aveva avuto l'impulso di fare qualche ricerca, ma ogni volta finiva con desistere senza sapere il perché.
"Non è un cameriere, vero?" Domandò Steve mentre lo schermo si illuminava infastidendo gli occhi sensibili dell'alpha.
Alaric prese a far dondolare le gambe come un bambino che si spinge sull'altalena.
"In questi due anni è stato un cameriere, ma prima... anzi, tutt'ora è qualcos'altro. Non vuoi sapere che cosa?" Steve sbuffò dalle narici, odiava quel tipo di domande, quelle che ti facevano intendere che sotto c'era molto di più.
Steve entrò nell'archivio della Five-o e digitò il nome dell'omega nella piccola barra di ricerca posizionata in alto a sinistra.
Immediatamente davanti a loro comparve una foto di Danny, l'uomo sorrideva mettendo in mostra i denti bianchi e perfettamente dritti, l'unica pecca in quel grande sorriso erano i canini, un po' troppo lunghi del normale.
I capelli tenuti indietro da del gel trasparente e per finire, l'omega indossava un uniforme nera fin troppo familiare.
Sotto la foto stava una piccola didascalia ed in grassetto stava il nome di Danny, più la sua occupazione.
Detective Daniel Williams.
"Mi spiace che tu lo abbia scoperto così" Sentenziò la voce bassa dell'assassino.

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