Capitolo 36:

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Steve e Lake si trovavano a casa Mcgarrett.
Il Comandante era riuscito ad ottenere il permesso di tenere il trafficante a casa propria, sotto stretta sorveglianza.
Il Governatore aveva dimostrato qualche rimostranza ma, alla fine, aveva ritenuto che effettivamente la casa del Comandante fosse il luogo più sicuro.
Il biondo era seduto sul morbido divano di casa Mcgarrett e si guardava attorno con fare affascinato. Aveva rivelato alla polizia dove si trovava il covo del fratello, assicurando che, sull'isola possedevano solamente due edifici dispersi nel mezzo della giungla.
Il primo era stato sequestrato dalla polizia dopo la retata, mentre il secondo si trovava dalla parte opposta dell'isola.
Così, Steve, sotto la guida del Governatore aveva mandato tre poliziotti travestiti da campeggiatori in quella particolare zona.
"Posso farti una domanda?" Domandò il Comandante, accomodandosi sulla poltrona frontale al divano.
Lake risportò lo sguardo su di lui ed annuì.
"Perché stai facendo tutto questo per Danny? Sei passato dal volerlo morto al salvarlo da una vendita illegale" Commentò Steve, accavallando elegantemente le lunghe gambe.
Il trafficante sollevò le sopracciglia e sospirò.
"Perché so cosa si prova nel perdere il proprio compagno e non voglio che succeda a nessun'altro, nemmeno a te e poi... l'ho promesso a Grace" Rispose sinceramente Lake, intrecciando le lunghe dita in grembo.
Steve sollevò le sopracciglia e poggiò gli avambracci contro le ginocchia, facendosi curioso.
"Cosa intendi?" Domandò il Comandante.
L'alpha si morse le labbra e sospirando si appoggiò allo schienale del divano, accavallando le gambe. "Un tempo avevo una compagna" Iniziò Lake, sollevando lo sguardo, come stesse ricordando vecchi avvenimenti.
"Una ragazza davvero gentile, con grandi occhi neri e capelli bruni... un tipetto tutto pepe, ironica e con la risposta pronta... Daniel me la ricorda molto" Raccontò il trafficante, sorridendo al ricordo della passata compagna.
Steve sospirò, comprendendo che quella storia non sarebbe finita affatto bene.
"Anche lei era un'omega. La compagna perfetta e come tale, tentò di indirizzarmi sulla retta via e, incredibilmente le diedi retta" Continuò Lake, sorridendo divertito. "E, quando scoprii che era incinta di mio figlio decisi si abbandonare per sempre il fianco di mio fratello. Volevo che la mia famiglia avesse una vita normale, quella che ogni persona desidera" Disse il trafficante, passandosi una mano fra i capelli biondi.
"Non posso dire che Drake ne fosse entusiasta ma... alla fine fu costretto ad accettare la mia decisione" Steve sollevò le sopracciglia.
Si era reso conto che Drake fosse molto legato al fratello, ma non aveva immaginato che gli avrebbe permesso di abbandonare quell'assurda attività di famiglia.
"Passammo nove mesi davvero stupendi. Facevamo tutto quello che avrebbe fatto una normale coppia. Compravamo vestitini per il bambino, passeggini, seggiolini, la culla..." Disse Lake sorridendo.
Le dita corsero ad accarezzare il bracciolo del divano.
"Scoprimmo di stare aspettando un maschietto, un piccolo omega sano e forte" Continuò il trafficante, portando lo sguardo davanti a sé, senza tuttavia guardare veramente. "Poi, arrivò il giorno della nascita e... non andò bene..." Disse Lake, abbassando lo sguardo triste.
Steve si strinse nelle spalle.
"I medici non seppero dare una spiegazione a ciò che accadde... lei... Elya non sopravvisse il parto" Sussurrò il trafficante.
Il Comandante deglutì e, si avvicinò impercettibilmente al copro dell'altro alpha e gli poggiò una mano sulla spalla.
"Mi dispiace, Lake... ed il bambino?" Domandò Steve, portando lo sguardo sul viso del genitore.
Il trafficante sospirò.
"Fortunatamente sopravvisse. Era così piccolo, poco più grande di una mano" Rispose il biondo, abbassando lo sguardo sulla propria mano.
"Lo tennero in ospedale per quasi due mesi... era nato prematuro di quasi tre mesi e sua madre gli era stata strappata via senza alcuna spiegazione..." Continuò Lake, iniziando a gesticolare.
"Era rinchiuso in una piccola scatola trasparente, non mi era nemmeno permesso di toccarlo senza prima essermi sottoposto ad una procedura di decontaminazione" Disse il trafficante con voce rotta.
Steve abbassò lo sguardo e gli poggiò una mano sulla spalla.
"Alla fine, al termine del secondo mese mi permisero finalmente di portare il mio piccolo ometto a casa" Continuò Lake, sorridendo con gioia per la prima volta da quando aveva iniziato a raccontare quella triste storia.
"Lo chiamai Marcellus, da Marte, il dio della guerra ma... ultimamente ho scoperto che preferisce farsi chiamare Marcel" Steve si leccò le labbra ed allontanò la mano dalla spalla dell'alpha, tornando ad appoggiarsi alla morbida poltrona.
"E ora dov'é?" Domandò il Comandante in quanto, non credeva fosse possibile che Lake tenesse il figlio a contatto con un ambiente simile.
"Rimase con me per sei mesi poi... capii che nonostante il mio allontanamento dal mondo criminale il mio passato sarebbe sempre tornato a cercarmi così, lo portai dai suoi nonni, in Canada" Rispose il trafficante.
Steve annuì con fare distante.
"E tu... lo vai a trovare spesso?" Domandò il Comandante.
Lake sospirò ed annuì con fare titubante.
"Lo vado a trovare una volta al mese... ora ha dieci anni e, beh, sembra felice e se lui è contento lo sono anche io" Rispose il trafficante, sorridendo gioioso.
Steve sorrise a propria volta e, con fare gentile poggiò le mani sulle ginocchia dell'altro alpha.
"Ascolta... considerando che ci stai aiutando voglio essere sincero con te" Confessò il Comandante, costringendo Lake è sollevare lo sguardo. "Inizialmente la tua pena, comprendente i crimini di tuo fratello era l'ergastolo. Ma, ora che la verità è venuta a galla è diminuita a venti anni" Disse Steve.
Il biondo annuì, consapevole che la sua pena non sarebbe stata veloce da espiare.
"Ma..." Continuò il Comandante.
"Ho parlato con il Governatore e sembra concorde con me nel ridurla a quindici anni con la possibilità di uscita anticipata per buona condotta" Lake sollevò le sopracciglia stupito, non immaginando che il Comandante avesse un lato talmente buono. "Però... posso dirmi contento di questa svolta imppvvisa" Commentò il trafficante, sorridendo gioioso.
Steve rispose nel medesimo modo, convinto che, il biondo sarebbe uscito di prigione in massimo dieci anni.
"Ti ringrazio, Comandante" Disse sinceramente Lake, stringendo la mano dell'altro alpha.
Steve annuì e sorrise.
"Ora... che ne dici di parlare del tuo lupo" Commentò il trafficante, accavallando le gambe e tornando a mostrare il solito sorrisetto sfacciato. Il Comandante sollevò le sopracciglia. "Come lo sai?" Domandò Steve, incrociando le braccia contro il petto. Lake sollevò una mano e si toccò la punta del naso.
"Il tuo odore. È molto diverso rispetto quello di un qualsiasi alpha, potremmo dire sia più frizzantino" Spiegò il biondo, avvicinando il viso a quello del Comandante.
"Dimmi, è lampante che tu non abbia un buon rapporto con il tuo lupo. Se lo avessi, tu e lui sareste diventati una cosa sola, lui si sarebbe annullato e si sarebbe fuso a te, quindi, avresti immediatamente compreso la nostra somiglianza sotto questo punto di vista e, soprattutto, avresti saputo che Danny aspettava un figlio quindi, Comandante. Che succede?" Domandò Lake, con tono di chi sapeva avere la perfetta soluzione a qualsiasi tipo di problema.
"Io e Īlio non parliamo da molto anche se, parlare non è il termine più adatto" Il lupo non parla, è come una guida silenziosa che conduce il proprio umano lungo la via.
È una sorta di bussola.
"Īlio, lupo in hawaiano" Commentò il biondo con fare divertito.
"E perché questo, Comandante?" Domandò ancora Lake, con fare estremamente professionale, quasi fosse uno psicologo con l'insaziabile amore per il vino.
"È... lo incolpo della morte di mia madre" Rispose Steve, sollevando lo sguardo sull'altro alpha.
Lake sollevò le sopracciglia, affascinato da quella risposta.
"Il lupo nasce con un compito, proteggere il proprio umano e la sua famiglia. Dubito che Īlio abbia fatto del male a tua madre. Dimmi, perché lo ritieni responsabile?" Domandò il trafficante, alzandosi per poter recuperare un bicchiere d'acqua. Steve lo tenne d'occhio per qualche istante ma, sotto sotto sapeva che Lake non avrebbe fatto nulla per tentare la fuga.
"Io... è successo più di venti anni fa, non lo ricordo" Rispose il Comandante.
Tutto ciò che ricordava di quel triste giorno era che, dopo aver pranzato aveva concesso ad Īlio la possibilità di mutare aspetto e correre nel giardino. Era ancora molto giovane, aveva sei anni e non aveva ancora pieno controllo dei suoi ricordi di lupo. L'ultima cosa che ricordava era Īlio seduto nel mezzo della strada e sua madre distesa a terra.
"Allora dovremo cercare di recuperare il ricordo" Commentò Lake, sedendosi a terra a gambe incrociate.
Steve sollevò lo sguardo ma, decise di osservare i movimenti dell'altro alpha e, velocemente si sedette davanti a lui. "Dammi le mani" Ordinò il trafficante ed il Comandante annuì, lasciando che l'altro uomo gli stringesse le mani. "Questo andrebbe fatto da un familiare ma, dovrai accontentarmi di me. Non sarò estremamente utile, il tuo lupo ti condurrà al ricordo, il mio compito è solamente quello di farti da custode ed impedire che qualcuno ti interrompa" Spiegò Lake.
Steve annuì, gli fu molto grato di quelle spiegazioni.
Da giovane non aveva mai veramente avuto la possibilità di apprendere il funzionamento della sua parte di lupo.
Sua madre era il mutaforma della famiglia e lei era morta prima che lui potesse davvero comprendere cosa significasse essere lupo.
"E se qualcuno dovesse interrompermi?" Domandò Steve, con tono preoccupato.
Lake sorrise.
"È meglio che tu non lo sappia. Iniziamo" Ordinò il biondo, senza permettergli di elaborare pienamente quelle parole.
"Chiudi gli occhi e respira profondamente. Cerca il lupo e lui ti farà da guida"

Quando Steve riaprì gli occhi non fu certo di dove si trovasse.
Lo spazio intorno a lui era familiare in qualche assurdo modo.
Si guardò attorno, realizzando di trovarsi al centro di una strada deserta.
Sobbalzò quando, qualcosa di umido gli sfiorò il palmo della mano.
Abbassò lo sguardo, pronto a colpire qualsiasi nemico ma, si rilassò quando realizzò che chi lo stava importunando era semplicemente Īlio.
Il grande lupo dalla pelliccia scura e lo sguardo verde prato lo fissava con interesse, quasi stupito di trovare il suo umano in quel luogo.
"Īlio... dove siamo?" Domandò il Comandante, guardandosi attorno con fare confuso.
Niente di quel luogo sembrava dargli abbastanza informazioni per poter dare un nome a quella località.  
"Nella tua mente" Rispose il lupo.
Il suo tono era basso e gutturale.
Steve sobbalzò nuovamente.
"Io credevo che tu non potessi parlare" Commentò il Comandante, stringendo le mani a pugno, percependo un piacevole calore riscaldargli il palmo.
Piccole rughe comparvero sul muso dell'animale, forse simboleggiando una sorta di sorriso animalesco.
"Non posso infatti" Confermò il Lupo con fare divertito.
"Ma, ora siamo nella tua testa. Qui tutto è concesso. Ora seguimi" Ordinò Īlio facendo qualche passo avanti.
Le grandi zampe non emisero il minimo suono quando passarono su quelli che parvero pezzi di vetro.
Steve lo seguì, osservando il suo lupo muoversi con eleganza e fermarsi pochi metri più avanti.
Il Comandante sollevò lo sguardo e sorrise quando riconobbe sé stesso bambino.
Ma, il sorriso si spense quando al suo fianco notò un uomo Duke Lukela che, gentilmente gli teneva una mano, mentre insieme osservavano ciò che rimaneva dell'auto di sua madre. 
"Eravamo così piccoli" Commentò il Comandante, non potendo spostare lo sguardo dalla figura sottile.
Un brivido gli corse lungo la schiena.
"Già... e nonostante la nostra giovane età siamo stati costretti a sopportare un grande peso" Disse Īlio, spostando lo sguardo sull'auto che, in un battito di ciglia scomparve, lasciandoli nuovamente soli.
"Sei qui per delle risposte e io intendo dartele" Continuò il lupo che finalmente, dopo più di venti anni poté parlare in piena libertà.
Sapeva che, se tempo addietro Steve gli avesse concesso più libertà non avrebbe comunque potuti raccontare al suo umano cosa era avvenuto quel giorno.
Non poteva parlare con lui quando non si trovava insieme nello stesso posto, solo in quel modo gli era possibile comunicare verbalmente con l'umano.
"So perché mi ritieni responsabile della morte di nostra madre. Credi che io mi sia gettato su di lei mentre era alla guida" Disse Īlio, conoscendo perfettamente i pensieri del suo padrone.
Anche i poliziotti avevano creduto a quella possibilità.
Ma il lupo sapeva la verità.
"Ma non è andata in questo modo. Nostra madre... lei ha perso il controllo dell'auto e, quando ci siamo schiantati io mi sono precipitato a vedere come stesse" Spiegò Īlio con tono triste e dispiaciuto. 
Steve sollevò le sopracciglia perplesso.
Nessuno degli investigatori aveva trovato segni di guasti all'auto e al motore.
"Come posso crederti?" Domandò il Comandante, incrociando le braccia contro il petto.
"Steve... era anche mia madre. Non le avrei mai fatto del male" Rispose Īlio, strofinando il capo contro contro la mani dell'uomo che, titubante lasciò correre le dita contro il pelo di lui. 
"Non sei stato tu..." Commentò il Comandante, sollevando lo sguardo su Īlio che, silenzioso si era seduto al suo fianco.
"No. Non so cosa sia successo ma so che io sono innocente" Rivelò il lupo.
Steve si portò una mano alla testa e sospirò.
"Mi dispiace di averti ritenuto colpevole per tutti questi anni... credevo ti fossi gettato sul sedile anteriore... da cucciolo eri molto energico... se ti avessi lasciato parlare forse tutto questo non sarebbe successo" Disse il Comandante, sollevando lo sguardo sull'animale.
Īlio sbuffò dal naso ed annuì, mentre l'uomo si inginocchiava davanti a lui.
Stavano per andare incontro a qualcosa che sarebbe dovuto avvenire decenni prima, la loro unione come unica cosa.
"Forse hai ragione" Disse il Lupo, unendo la propria fronte a quella di Steve che sorrise, pensando a cosa fosse disposto a fare pur di salvare il suo compagno.
"Ma ora questo non ha importanza. Dobbiamo ritrovare il nostro compagno e, questa volta dobbiamo agire insieme" Disse il lupo, scomparendo in un fascio di luce che attraversò il corpo dell'uomo, fondendosi al suo essere.



Angolo dell'Autrice:
In questo mondo il mutaforma è diviso in due parti.
C'è l'uomo e c'è il lupo.
Inizialmente sono due entità ben distinte ed il lupo ha il compito di guidare il suo umano nell'attraversamento della giovinezza, dove apprende cosa comporta essere un mutaforma.
Infine, al compimento del diciottesimo anno di vita, quando l'uomo ha compreso ciò che è, il lupo come essere distinto scompare, fondendosi con l'uomo che quindi assume tutte le capacità animali.
Il lupo come essere pensante muore, lasciando l'uomo solo.
Per Īlio è arrivato il momento di lasciare Steve, che finalmente ha compreso ciò che è e sa per cosa è giusto lottare.

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