Capitolo 30:

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I due uomini erano seduti ai rispettivi posti all'interno dell'aereo ed aspettavano pazientemente che il pilota ricevesse il via libera per la partenza.
Steve aveva una mano poggiata contro il ventre dell'omega ed accarezzava distrattamente e con movimenti circolari la pancia gonfia. La bambina rispondeva a quelle attenzioni con entusiasmo, muovendosi, forse andando alla ricerca della mano del genitore.
Quelli non erano veri e propri calcetti, erano troppo deboli per poterlo essere, rimanevano dei semplici spostamenti.
Fuori era ancora buio e la maggior parte dei passeggeri si stava preparando come meglio poteva per trascorrere la notte. Il Detective aveva la testa appoggiata contro la spalla destra del compagno, sperava che l'aereo non gli facesse male, non voleva ritrovarsi a vomitare nel bagno del veicolo, non riuscendo ad immaginare quanti potessero essere i germi ed i battere presenti sulla tavola del wc.
Al fianco di Steve era seduta una ragazza dai lunghi capelli biondi e leggermente ricci.
Non appena si era seduta al fianco del Comandante aveva sorriso ma, solo quando aveva notato il ventre gonfio di Danny si era congratulata per il bambino.
Era passato un mese da quando i due poliziotti avevano deciso di tornare alle Hawaii e la pancia dell'omega era cresciuta di qualche centimetro, ora era di poco più evidente.

"Gentili passeggeri è il vostro comandante che vi parla, vi prego di allacciare le cinture di sicurezza e di chiudere i poggia vivande, ed assicurare che tutti gli oggetti di bassa statura siano ben assicurati..." Steve abbassò lo sguardo su Danny e sorrise malevolo.
"Stai bene?" Domandò il Comandante con fare divertito.
Il biondo gli fece il verso.
"Va al diavolo" Borbottò l'omega.
"Tra poco il decollo avrà inizio" Li informò la voce calma e pacata del pilota.
La ragazza digitò velocemente un messaggio, probabilmente avvertendo qualcuno dei suoi cari dell'imminente partenza e spense il cellulare, chiudendolo in una piccola borsa nera poi, appoggiò la testa contro il sedile, pronta per il decollo.

Quando giunsero alle Hawaii ormai erano le undici passate, quindi quasi ora di pranzo.
Chin li aspettava seduto al posto del guidatore nell'auto di Steve.
L'asiatico sorrise loro e li strinse in un abbraccio caloroso, stando però bene attento a non premere con troppa forza contro il ventre dell'omega.
Poi, quando Danny gli sorrise il Tenente poggiò le mani sul ventre dell'amico.
"Avete fatto buon viaggio?" Domandò Chin avviando il motore della Camaro.
Steve annuì e puntò lo sguardo sui sedili posteriori, dove Danny si stava allacciando la cintura di sicurezza. L'omega aveva scoperto dell'esistenza di un particolare quanto incredibilmente e comodo modo per allacciare la cintura ed impedire che il pancione fosse d'intralcio.
"Lungo e noioso ma, se non altro siamo a casa" Disse il Comandante, riportando lo sguardo innanzi a sé.
Chin accese l'aria condizionata, non volendo rischiare che il Detective finisse con l'espirare il gas di scarico rilasciato dalle altre auto.
Dopo nemmeno una ventina di minuti di viaggio l'omega sollevò le sopracciglia, iniziando ad annusare l'aria.
"Non c'è un odore strano?" Domandò proprio Danny, sporgendosi un poco in avanti, così da poter guardare i due amici negli occhi.
Il Tenente iniziò ad annusare l'aria, trovandosi d'accordo con le parole dell'omega.
Chin percorse ancora qualche metro ed accostò in una piccola rientranza della strada, fece per aprire la portiera ma questa si rifiutò di collaborare.
"La portiera è bloccata" Li avvertì il Tenente con una certa urgenza nel tono di voce.
Danny afferrò la maniglia della porta posteriore e provò a tirarla ma non ottenne alcun risultato.
"Steve?" Domandò sperando che almeno la portiera dal lato del compagno si aprisse, ma dal Comandante non ottenne risposta.
Il biondo si sporse in avanti, assicurandosi che il compagno lo avesse sentito ma, sobbalzò quando si rese conto che il viso dell'alpha era reclinato lateralmente, come se l'uomo si fosse addormentato.
Ben presto anche Danny e Chin iniziarono a sentirsi strani, come se nell'aria fosse stato diffuso qualcosa di soporifero.
"Cazzo..." Sussurrò il Detective quando vide alcune figure scure avvicinarsi all'auto.

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