Capitolo 11:

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"Dispiace anche a me" Sussurrò Danny all'ingresso del corridoio.
Steve si voltò lentamente e quasi non riconobbe l'omega che, da quasi una settimana viveva a casa sua.
Il biondo era vestito in modo molto più formale rispetto al solito. Indossava dei pantaloni nero-bluastri aderenti, una camicia bianca a righe sottili azzurre.
Attorno alla vita aveva una sottile cintura nera con attaccato il distintivo e una fondina dal lato opposto. "Immagino l'avrei scoperto in ogni caso" Replicò Steve incrociando le braccia contro al petto massiccio. Danny gli sorrise dolcemente, nel modo in cui solo un omega era capace, fece alcuni passi avanti e si fermò a metà corridoio.
"Avrei potuto dirvelo ma, avrei rischiato di mettere a rischio la mia copertura, anche se... ormai è saltata da molto" Continuò il biondo rivolgendo per la prima volta lo sguardo verso l'assassino.
Lui accavallò le gambe ed inclinò il capo, osservando con aria interessata il giovane omega, nonché la sua piccola preda.
"Quando Lake ti ha incaricato di uccidermi non sapevi che io fossi un poliziotto, lo hai scoperto da poco, in questi giorni hai fatto delle ricerche e hai scoperto tutto. Sei abile, non posso certo negarlo" Si complimentò Danny rivolgendogli un cenno d'intesa.
Ad Alaric nacque in viso un sorriso genuino, un abbozzo di quello che sarebbe stato un verso sorriso di soddisfazione.
"Ora capisco perché mi sei sfuggito al Velvet, sai come nasconderti. Sei abile, non posso negarlo" Gli fece il verso l'assassino, leccandosi le labbra divertito.
Danny fece altri passi avanti e finalmente raggiunse i due uomini, Steve era silenzioso ed osservava l'immagine proiettata a mezz'aria, il Detective fece altrettanto.
"Immagino tu fossi venuto a raccontarmi la verità. Perché proprio ora?" Domandò il Comandante. Danny si passò una mano fra i capelli ricoperti di gel ed appoggiò le mani contro il tavolo nero.
"Ho contattato il mio capo in New Jersey, in questi giorni l'ho tenuto informato riguardo alla situazione e, immaginando che in poco tempo avreste scoperto tutto su di me, ho pensato fosse meglio dirvelo personalmente e lui ha approvato, inoltre spera che le nostre squadre si possano aiutare a vicenda" Concluse Danny, guardando Steve.
Il Comandante arricciò le labbra in un sorriso compiaciuto e si appoggiò a propria volta al tavolo.
"Prima dovrai spiegarci cosa sta succedendo" Lo avvertì Steve, premendogli un dito contro la fronte. L'omega raddrizzò la schiena e sorrise a propria volta.
"Lo trovo giusto" Ribatté il biondo.

Chin e Kono rimasero molto colpiti dalla nuova notizia, non riuscivano propria a focalizzare l'omega nel ruolo di Detective.
Danny sorrideva loro con fare rassicurante.
Il biondo aveva iniziato a spiegare loro l'intera situazione.
"Sono quattro anni che lavoriamo sul caso Lake. Sono due anni che vivo sotto copertura. È per questo che non vi ho raccontato prima la verità, sarebbe stato troppo rischioso, non volevo rischiare di buttare all'aria anni di lavoro" Iniziò con lo spiegare il Detective.
Alaric non era più con loro, l'assassino se n'era andato poco prima che Chin tornasse al quartier generale, l'uomo aveva detto che aveva del lavoro da sbrigare e con molta probabilità quel lavoro comportava la morte di qualcuno.
"Lo capisco" Rispose Chin sedendosi con più comodità sul divano di casa Mcgarrett.
Kono era seduta al suo fianco, mentre Steve stava sulla poltrona color crema posta poco distante dal divano.
Danny era in piedi e camminava avanti ed indietro per la stanza.
"Mio cugino è stato un infiltrato sotto copertura per quasi tre anni e nessuno dei membri della nostra famiglia ne era a conoscenza, capisco il tuo diffidare in noi e lo rispetto" Danny abbassò il capo in segno di rispetto e continuò a raccontare.
"Ho iniziato a lavorare al Velvet perché, per quanto può sembrare un locale di lusso è frequentato per la gran parte da soggetti poco raccomandabili, tra i quali anche gli uomini di Lake, in questi anni ho ascoltato conversazioni e raccolto molte informazioni" Continuò Danny soddisfatto dei propri risultati.
Steve interruppe il suo gongolare. "Chi è questo fantomatico Lake?" Domandò il Comandante accavallando le gambe.
Danny annuì ed iniziò a spiegare. "Lake è un trafficante di esseri umani, opera alle Hawaii e sull'intero continente, pensiamo anche in Europa, ma di quella zona non abbiamo notizie certe, nessuno a fatto delle vere e proprie denunce di scomparsa" Spiegò l'omega con semplicità disarmante, forse era talmente abituato a pensare a quelle cose che il suo cervello ci aveva fatto l'abitudine.
"Trafficante di esseri umani?" Domandò Kono stupita.
Danny annuì e sospirò andadò a sedersi sulla seconda poltrona presente nella stanza, proprio di fronte a quella di Steve.
"Si, in questi due anni siamo riusciti a localizzarlo e siamo più che certi che si trovi qui. Il mio capitano in questo momento sta parlando con il Governatore, immagino stiano organizzando una retata" Concluse Danny passandosi una mano fra i capelli.
I quattro poliziotti rimasero in silenzio, non sapendo esattamente cosa dire.
Fu Steve a rompere il silenzio.
"Lake sapeva di te, probabilmente si aspetta una mossa del genere" Danny scosse il capo.
"Non credo, in ogni caso ho chiesto a Alaric di tenerci informati, scommetto che Lake lo contatterà presto o tardi" Rispose l'omega.
"Si forse hai ragione" Commentò Steve, pur non essendo totalmente convinto.

Quando Chin e Kono lasciarono casa Mcgarrett Danny e Steve rimasero soli per la prima volta.
Il Comandante si alzò dalla poltrona ed andò in cucina, si avvicinò al frigorifero e prese un pacchettino bianco, lo posò sul bancone e ne estrasse due tocchi di carne spessi come due dita.
Danny si sedette su una sedia alle sua spalle e rimase ad osservare il collega cucinare.
"Vuoi che prepari la tavola?" Domandò il biondo per rompere il silenzio.
Steve si immobilizzò per alcuni istanti, sembrò pensare ad una risposta, poi annuì ed indicò un cassetto con un cenno del capo.
"Lì trovi le tovaglie, nello sportello affianco stanno i piatti, i bicchieri sono proprio lo scaffale sopra" Gli spiegò il Comandante.
Danny annuì e si inginocchiò per poter prendere tutto il necessario. Iniziò col prendere due tovaglie rosse, poi si occupò di piatti, bicchieri e posate.
In men che non si dica la tavola fu imbandita di tutto punto.
Una volta terminato l'omega affiancò Steve e lo osservò cucinare, l'uomo aveva messo in una pentola le due bistecche, aveva versato un poco di olio ed in quel preciso momento stava aggiungendo il sale.
"Cottura al sangue?" Domandò Steve guardando Danny dritto negli occhi. Lui annuì.
"Certo, perché no?"
"Va a sederti" Ordinò il Comandante riempiendo il proprio piatto e quello del collega.

Mangiarono in silenzio, ogni tanto parlottavano di qualcosa ma la conversazione non durava più di qualche minuto.
"Come ti senti?" Domandò Steve ad un certo punto, prima di infilarsi un pezzo di carne in bocca.
Danny sollevò le sopracciglia, si pulì le labbra con un tovagliolo e rispose. "Bene?" Domandò non capendo il perché di quella domanda.
L'alpha lo guardò a propria volta e posò le posate ai lati del piatto. "Intendo dopo ieri notte, va tutto bene?" Domandò nuovamente il Comandante.
La mente del Detective di illuminò, ora che se ne rendeva conto non aveva pensato per nulla alla notte prima.
"Si, sto bene, niente di rotto" Disse sorridendo divertito.
Steve sorrise a propria volta e si passò una mano sulle labbra.
"Ti devo chiedere scusa" Continuò Danny sorprendendo il Comandante, l'uomo prese un sorso d'acqua e lo guardò non capendo il perché di quelle scuse.
"Di solito mi occupo... personalmente del mio calore, ma in questi giorni me ne sono completamente dimenticato" Spiegò l'omega.
Steve sollevò le mani e prese un altro pezzo di carne.
"Nessun problema. E poi sono stato io a venire da te, sai... istinto da alpha" Danny annuì pur non sapendo, immaginava fosse la stessa sensazione che aveva provato lui nell'avere l'altro uomo così vicino.
"Allora direi che siamo pari" Commentò Danny allungò una mano verso Steve, l'altro uomo sorrise e la strinse con la propria.
"Pari"

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