Capitolo 21:

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Erano passate all'incirca due settimane da quando Danny era tornato in New Jersey e Steve aveva pensato fosse arrivato il momento di dare una pulita alla camera del suo ospite.
Mettere le lenzuola e le federe da lavare, arieggiare la stanza, scopare e lavare i pavimenti.
Il Comandante entrò nella camera degli ospiti con in mano un secchio pieno d'acqua calda ed insaponata ed uno strofinaccio bianco a strisce rosse.
Prima di tutto si occupò dei vetri che, dopo la pioggia delle settimane precedente erano coperti da piccoli aloni circolari.
In un secondo momento disfò il letto e buttò lenzuola e federe in corridoio. Quando la stanza fu vuota iniziò a pulire passando lo strofinaccio sul pavimento in parquet marroncino. Iniziò dalla parete opposta alla porta e lentamente si fece avanti.
Quando passò lo strofinaccio sotto al letto questo andò a sbattere contro qualcosa.
Steve sollevò lo sopracciglio e si inginocchiò a terra, guardando attraverso il piccolo spazio che separava letto e pavimento.
Intravide una scatola lunga e sottile, sembrava la classica confezione di cartone.
Il Comandante infilò una mano sotto al letto e con non poca fatica riuscì ad afferrare le scatola, si sollevò ed andò a sedersi sul letto.
Voltò la scatola per poter leggere il nome del farmaco, impiegò qualche istante per elaborare la scritta e, trasalì quando scoprì di che cosa si trattava.
"No no no no..." Iniziò a ripetere aprendo la confezione e riversando il contenuto sul letto.
Prese il test fra le mani e, con mani tremanti ne lesse il risultato: Circa tre settimane.
Positivo.
Steve si passò una mano fra i capelli e si lasciò cadere contro il materasso. Danny. Doveva chiamare Danny.
Si alzò in piedi buttando il test a terra e corse al piano inferiore.
Ora tutti i malessere del compagno iniziarono ad avere un senso, la nausea, il pallore, la stanchezza, tutto iniziava a collegarsi.
Prese il proprio cellulare fra le mani per poi rendersi conto di non possedere il numero del Detective. Dannazione, pensò.
In tutte le settimane che erano stati l'uno al fianco dell'altro nessuno dei due aveva avuto la necessità di chiamare l'altro. Iniziò a scorrere i nomi della rubrica e cliccò sul contatto di Kono, poi si portò il cellulare all'orecchio.
"Pronto?" Domandò la ragazza con tono allegro ed innocente.
Steve sospirò rasserenato dalla voce della giovane collega.
"Devo parlarvi. Raggiungimi a casa mia, porta anche Chin" Ordinò l'alpha con tono urgente.
Non permise alla giovane collega di rispondere e chiuse chiamata.
Gettò il cellulare sul tavolino posto di fronte al divano ed andò a sedersi su una delle poltrone.
Rivolse il capo all'indietro e chiuse gli occhi, passandosi le mani sul viso freddo ma sudato.
Si alzò in piedi e come una furia tornò al piano superiore, entrò nella camera degli ospiti ed iniziò e rovistare nei cassetti, sperando che il Detective avesse dimenticato qualcosa, ma non trovò nulla.
Ringhiando come un animale in gabbia entrò in bagno sicuro di poter trovare qualcosa nella cesta dei vestiti sporchi.
Nella sua disperata ricerca non poté che porgersi delle domande.
Come aveva fatto a non accorgersi di quel particolare?
Ricordava perfettamente che, quando sua madre era rimasta incinta di sua sorella lui era stato subito in grado di percepirlo.
"Īlio" Ringhiò Steve, comprendendo che, il suo infallibile olfatto era dovuto alla sua parte lupina incredibilmente attiva in quella giovane età.
Ma, da quando sua madre era morta aveva segregato Īlio nella parte più lontana della sua mente.
Riuscì a trovare una camicia, più precisamente, quella che Danny indossava il giorno della retata.
La prese fra le mani e se la portò al viso, annusandola come se da quello fosse dipesa la sua vita.
Sentì l'odore dell'omega misto a qualcosa di più dolce e delicato, qualcosa che lui non aveva mai sentito prima.
Ringhiò quando sentì anche un secondo odore, questo era più forte e muschiato, l'odore di Lake.
Pensare che l'altro alpha avesse toccato il suo omega gli fece ribollire il sangue nelle vene.
Sentendo il campanello trillare, Steve si alzò in piedi e gettò i vestiti del compagno nel lavandino, uscì dal bagno e scese al piano inferiore.
"Che succede?" Domandò Kono entrando in casa Mcgarrett seguita a ruota dal cugino, anche lui impensierito dal comportamento dell'amico.
Il Comandante chiuse la porta alle loro spalle e ringhiò una risposta. "Danny aspetta un bambino" Ringhiò Steve.
Chin strabuzzò gli occhi e, indietreggiando andò a sedersi sul piccolo divano, poggiando le mani sopra le ginocchia.
Kono lo imitò, passandosi poi una mano fra i capelli scuri.
"Come lo sai? Ti ha chiamato?" Domandò la ragazza deglutendo sonoramente.
Il Comandante scosse il capo e raccontò loro ciò che aveva trovato pochi minuti prima, durante la pulizia della stanza dell'omega.
Chin sospirò accigliato e si portò le mani davanti al viso, strofinandolo con forza, arrivando quasi a far lacrimare gli occhi.
"È tuo?" Domandò l'altro alpha con tono interrogativo.
Steve annuì e, con un poco di imbarazzo raccontò ciò che era successo alcune settimane prima.
Il moro andò a sedersi nuovamente sulla poltrona e si appoggiò completamente allo schienale.
"Voi lo sapevate? Magari vi ha accennato qualche cosa? Anche di sfuggita, o senza volerlo..." Domandò l'alpha cercando di mantenere un tono calmo.
Non voleva gridare.
Non voleva usare il suo tono da alpha, non con i suoi più cari amici.
Chin scosse il capo negativamente, mentre Kono si trovò, timidamente  ad annuire.
Il Comandante portò lo sguardo stupito sulla beta.
"Non è stato lui a parlarmene, ma Lake" Iniziò la ragazza.
Steve sollevò le sopracciglia e si alzò in piedi, andando poi a sedersi sul tavolino, così da poter parlare cin la beta faccia a faccia.
"Cosa vuoi dire?" Domandò Chin guardando la cugina dritta negli occhi, poggiandolo una mano sulle spalle.
Lei sospirò ed iniziò a parlare. "Quando Danny è andato a parlare con Lake mi sono trattenuta giusto qualche minuto fuori dalla stanza interrogatori, volevo assicurarmi che Danny stesse bene" Iniziò a raccontare lei, facendo correre lo sguardo fra i due alpha.
"E, poco prima che me ne andassi Lake ha pronunciato una frase che mi ha colpito, ma..." E si interruppe, poggiando le mani sulle ginocchia magre.
"Pensavo che l'avesse detto per far innervosire Danny... non credevo fosse un'informazione veritiera" Spiegò la ragazza. Steve le posò una mano sul ginocchio e la guardò dritta negli occhi scuri.
"Cos'ha detto?" Domandò l'alpha con tono imperativo.
Kono sospirò e annuendo rispose. "Come sta il bambino. Steve, lui lo sapeva" Disse la ragazza.
Il Comandante si alzò in piedi e si passò le mani fra capelli, poi sistemò la pistola contro il fianco.
"Come faceva a saperlo?" Domandò l'alpha, abbassando lo sguardo sulla giovane.
Lei scosse il capo negativamente. Steve sospirò, ricordando che, il giorno della retata aveva visto Lake premere una mano contro il ventre di Danny forse, prima che li interrompesse i due uomini stavano proprio parlando della gravidanza dell'omega.
"Danny potrebbe essere in pericolo, gli acquirenti di Lake potrebbero risalire a lui e minacciarlo" Costatò Chin alzandosi a propria volta dal divano.
Steve deglutì ma si trovò d'accordo con il collega.
L'omega era un facile bersaglio, soprattutto nella condizione in cui attualmente si trovava.
"Se quello stronzo prova anche solo a toccare mio figlio gli strappo la giugulare a morsi" Ringhiò il Comandante conficcando le unghie contro lo schienale della poltrona, lacerandone il tessuto.
Kono si avvicinò a lui e gli poggiò una mano sulla spalla, costringendolo così a guardarlo negli occhi.
"Devi andare da Danny. Sarà spaventato a morte, sa di averti mentito e tenuto nascosto la gravidanza. Devi proteggerlo" Disse Kono, sorridendo con fare turbato.  "Pensiamo noi all'isola" Lo rassicurò la Chin, sorridendo gentilmente. L'altro alpha annuì e portò lo sguardo verso l'alto.
"Avete ragione, devo andare" Rispose Steve, raggiungendo il secondo piano in fretta e furia.
Doveva preparare i bagagli, doveva andare da Danny.

Quando i due cugini se ne andarono Steve iniziò a preparare una piccola valigia, non avrebbe portato molti abiti, giusto il necessario.
Chin gli avrebbe mandato un biglietto aereo per e-mail, il Comandante avrebbe solo dovuto stamparlo. L'uomo buttò alcuni abiti all'interno della valigia, si strinse la pistola contro la vita e fece lo stesso con il distintivo.
Prese la valigia per il manico e la trascinò in fondo alle scale, stampò il biglietto aereo ed uscì di casa sbattendo la porta.
Salì in auto e partì, pigiando al massimo il pedale dell'acceleratore.
Raggiunse l'aeroporto in quasi due ore, parcheggiò la Camaro in uno dei posti riservati e scese trascinandosi dietro la valigia blu scuro. 
Quando entrò un una guardia lo fermò ed indicò la pistola, Steve gli mostro il distintivo e questa si fece immediatamente da parte.
Nessun altro osò ostacolare la sua avanzata, nemmeno quando fu sull'aereo.
Erano le sette di sera, sarebbe arrivato in New Jersey circa alle quattro del mattino.
Chin gli aveva mandato l'indirizzo della centeale in cui lavorava Danny anche se, Steve dubitava il Detective fosse a lavoro.
Sperò solamente che Grace fosse sul posto di lavoro e fosse amante dei turni di notte.

Il viaggio fu una vera tortura, non era riuscito a chiudere occhio, continuava a muoversi, guardando freneticamente fuori dal finestrino. Smise di tormentare i propri vicini di posto solo quando vide le luci provenienti dal continente.
Quando l'aereo iniziò la discesa Steve trasse un respiro di sollievo e, non appena l'aereo fu fermo il Comandante si alzò in piedi e raggiunse l'uscita.
Anche aspettare il proprio bagaglio si rivelò una tortura, la piccola valigia sembrava non arrivare mai. 
L'alpha la prese fra le mani ed uscì dall'aeroporto, fortunatamente all'esterno stavano molti taxi gialli, Steve salì sul primo che gli capitò a tiro ed ordinò all'autista di raggiungere la centrale di polizia. L'uomo alla guida trovò bizzarra quella richiesta ma non osò farsi domande.
Impiegarono un'altra ora buona per raggiungere la grande centrale, Steve scese dal taxi dopo aver pagato e velocemente entrò nel grande palazzo grigio.
Aveva lasciato la valigia sul taxi, infatti, lo avrebbe utilizzato per raggiungere la casa del proprio compagno.
Si fermò davanti ad una scrivania dietro alla quale stava un uomo anziano, questi lo osservò con aria annoiata ma sgranò gli occhi quando vide il distintivo.
"Dove posso trovare il Detective Daniel Williams?" Domandò Steve con tono urgente.
L'uomo raddrizzò immediatamente la schiena e fece scrocchiare le nocche. "Al momento non è qui, ma posso chiamare la sua partner, abbia un poco di pazienza" Disse il vecchio poliziotto prendendo il telefono fra le mani.
Qualche istante dopo Grace li raggiunse alla scrivania e, strabuzzò gli occhi quando riconobbe Steve. "Comandante cosa fai qui?" Domandò la donna incrociando le braccia contro al petto.
"Sai benissimo cosa faccio qui" Rispose lui in un ringhio decisamente poco amichevole.
"Dov'è Danny?" Domandò l'alpha.
Il vecchio poliziotto non comprese cosa stesse succedendo ma, fu più che sicuro che non si trattasse di nulla di buono.

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