Capitolo 31:

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Danny si passò una mano contro il viso e si girò su un fianco, nascondendo il volto contro il morbido cuscino sulla quale il suo capo era poggiato.
Allungò un braccio e si sorprese di non trovare Steve al proprio fianco, senza aprire gli occhi si mise a sedere ed iniziò a tastare il materasso. Continuò a sfiorare il tessuto fino a quando si rese conto che quel letto sembrava troppo grande per essere il suo.
Spalancò gli occhi ed iniziò a guardarsi attorno.
Quella non era decisamente camera sua e non era nemmeno quella di Steve alle Hawaii.
Un brivido gli corse lungo la schiena quando si ricordò delle figure che aveva visto avvicinarsi all'auto.
Spostò le coperte con un gesto secco e si passò una mano sul ventre gonfio. Tutto sembrava in ordine, non sembrava ferito né minimamente sporco.
"Hey piccola? Stai bene?" Le domandò Danny con tono preoccupato.
Non ottenne nessuna risposta e se, solitamente, ogni volta che la piccola udiva la voce del padre si muoveva, anche minimamente, all'interno del suo grembo quella volta non accadde. "Piccola?" Domandò ancora Danny, con tono urgente.
Di nuovo nessuna risposta.
Sperò solamente che la sua bambina stesse bene.
Subito si alzò in piedi ma fu costretto a tornare a sedersi, ancora stordito dalla sostanza che aveva inalato.
Il Detective prese un grosso respiro ed aprì nuovamente gli occhi, questa volta senza alzarsi dal letto.
Decise di rimanere seduto e di studiare la stanza in cui si era risvegliato.
C'era una grande finestra alla sinistra del letto, dalla visuale che l'uomo aveva dedusse che si trova molto in alto.
Dalla sua postazione scorgeva le fronde degli alberi e, da quello dedusse che certamente non si trovava in centro città.
Alla destra dell'omega stava un cassettone e sopra questo, appeso alla parete colorata di bianco stava un quadro raffigurante una nave in un mare in tempesta, compreso di lampi e nuvoloni neri.
Inoltre alla destra del cassettone c'era una porta bianca che con molta probabilità dava sul bagno.
Il letto su cui si trovava Danny era molto più grande di qualsiasi altro letto che lui avesse mai visto, le coperte erano rosse proprio come alcune sottili striature che percorrevano le pareti, i cuscini erano del medesimo colore, con alcuni ricami bianchi.
Infine, davanti al Detective stava la porta d'ingresso composta da due ante colorate di bianco.
"Almeno non siamo rinchiusi in un sotterraneo" Commentò l'omega con tono scherzoso, ricordando a sé stesso che avrebbe potuto trovarsi in una situazione molto peggiore.
Danny appoggiò una mano sul ventre e forse, per l'ansia e la paura fu certo di aver sentito un piccolo movimento. Sperò di averlo percepito veramente e, che quella non fosse solo la sua fervida immaginazione.
Abbassò nuovamente lo sguardo sul proprio corpo e, dopo aver elaborato la situazione si rese conto di non stare indossando gli abiti che aveva quando era atterrato, ma una tuta nera e larga.
Qualcuno lo aveva spogliato e questo gli fece venire i brividi.
"Piccola-" Le sue parole vennero interrotte sul nascere dalla porta che venne brutalmente spalancata.
Danny trasalì quando Lake entrò nella stanza.
L'uomo indossava un formale completo rosso porpora ed una camicia bianca.
I capelli biondi e la barba erano curati, come se non fosse mai stato in prigione.
"Lake!?" Domandò allarmato.
"Come diavolo sei-" Nuovamente il Detective venne interrotto, questa volta dalla voce profonda del criminale.
"Dio, non riesci nemmeno a distinguermi dal mio gemello?" Domandò l'uomo facendo un paio di passi avanti ed incrociando le braccia contro il petto.
Gli occhi verdi, più scuri di quelli che il biondo conosceva, si fissarono su di lui, studiandolo attentamente.
"Gemello?" Domandò Danny, mordendosi il labbro inferiore. Gemello? Pensò, non immaginava che Lake avesse un gemello.
Nessuno lo immaginava.
L'altro uomo sorrise divertito, non doveva essere stato l'unico a fargli quella domanda.
"Si Daniel, ho un gemello, un adorabile fratellino, ma tu lo conosci già" Disse lui ghignando divertito. L'alpha abbassò lo sguardo sul ventre gonfio dell'omega e si leccò le labbra sottili.
Un brivido percorse interamente la schiena del Detective.
Non conosceva quell'individuo ma, a differenza di Lake la sua presenza lo metteva terribilmente a disagio.
"Che cosa vuoi da me? Immagino di non essere qui per porgere una visita di cortesia" Domandò Danny portando le braccia a coprire il ventre tondo, celandolo allo sguardo del criminale. Il biondo storse il naso infastidito da quel gesto e fece ancora qualche passo avanti.
"Andiamo, non sei così stupido" Gli rispose l'alpha, incrociando le braccia contro al petto.
Il tessuto della giacca si tirò contro le spalle, mettendole in mostra.
"Se vuoi che tuo fratello venga scarcerato non devi certo parlare con me" Commentò il Detective, stringendo maggiormente le braccia attorno al ventre.
"Immagino di non avere la possibilità di fare delle telefonate" Continuò con sarcasmo l'omega.
Il criminale sorrise divertito e si passò una mano contro il mento barbuto. "Molto divertente Detective. Di quanti mesi sei?" Gli domandò l'alpha facendo nuovamente alcuni passi avanti, ritrovandosi a pochi centimetri dalle ginocchia dell'omega. Danny esitò, trovando quella domanda per nulla pertinente con ciò che voleva il criminale.
"Sei mesi" Rispose sinceramente il Detective, stringendo con più forza le braccia attorno al busto.
"Posso sapere il tuo nome?" Domandò Danny, desiderando almeno di conoscere il nome del proprio interlocutore.
L'uomo dagli occhi verdi sbuffò dal naso e fece schioccare le dita.
"Che maleducato. Io sono Drake" Si presentò l'alpha facendo un piccolo inchino in avanti, poi tese una mano verso Danny.
L'omega si rifiutò di stringerla, così Drake la ritrasse indispettito.
"I vostri genitori non avevano molta fantasia in quanto a nomi" Commentò l'omega, sorridendo divertito.
Il criminale si piegò sulle ginocchia, così da ritrovarsi con il viso allo stesso livello del ventre dell'omega.
Il Detective strinse i denti e provò a spingersi un poco più indietro, ma l'alpha gli impedì di compiere qualsiasi altro movimento, afferrandolo per una caviglia.
"Non scappare piccolo omega, non voglio essere costretto a farti del male" Lo minacciò Drake sorridendo malignamente, stringendo la caviglia del biondo con più forza. 
Danny digrignò i denti con rabbia e strinse le braccia contro il ventre. Sobbalzò quando sentì la piccola scalciare con entusiasmo.
L'omega sospirò rasserenato, riuscendo quasi a  dimenticarsi di Drake.
"Cosa vuoi che faccia?" Domandò Danny, accarezzando con delicatezza il ventre gonfio, cercando di rassicurare sé stesso e la bambina non ancora nata.
Il criminale sorrise trionfale e si alzò in piedi, sovrastando l'omega.
"Per ora nulla. Preparati per la cena" Rispose semplicemente l'alpha, lasciando la stanza con passo deciso.
Danny si trovò nuovamente solo con la propria bimba.
Il biondo deglutì e si alzò in piedi, avvicinandosi al cassettone.
Aprì uno dei cassetti e guardò al suo interno, c'erano delle maglie ed alcuni pantaloni.
L'omega prese i primi capi che gli capitarono a tiro e si chiuse in bagno. Si sfilò la maglia e si guardò attorno, davanti a se trovò un grande specchio. Sorrise quando vide il proprio riflesso.
La pancia era adorabilmente gonfia.
C'era un piccolo blu violaceo all'altezza del petto, fortunatamente non sembravano esserci altre lesioni.
"Chissà cosa sta facendo papà" Sussurrò Danny, passandosi subito dopo una mano sulle labbra.
"Papà..." Ripeté l'omega passandosi le mani sul ventre.
Sorrise dolcemente e pensò a Steve. La piccola scalciò contenta.
Danny sorrise e si sfilò i pantaloni della tuta, faticando un poco quando si trattò di chinarsi per raccoglierli.
Il Detective prese il paio di pantaloni che aveva preso dal cassettone e l'infilò.
Storse il naso indispettito quando non riuscì a chiudere il bottone.
"Piccola stiamo ingrassando un po' troppo" Commentò l'uomo sbuffando, lasciando cadere i pantaloni a terra. Danny non era mai stato fissato con il fisico ma, in quel momento si sentì terribilmente imbarazzato.
Si rinfilò la tuta e la maglietta, poi tornò in camera da letto, decidendo di esplorare e cercare almeno di capire dove si trovasse.
Per prima cosa si avvicinò alla finestra, appoggiò i palmi contro il vetro freddo e si guardò attorno, ma l'unica cosa che vide fu il verde delle foglie appartenenti a delle piante dal tronco lungo e snello.
"Vivere in mezzo ai boschi è uno questione genetica" Commentò Danny sporgendosi un poco più avanti, per potere vedere meglio. Sfortunatamente da quella posizione non riuscì a vedere il terreno, perciò non riuscì a capire quanto si trovasse in alto.
Sbuffando si avvicinò al letto ed iniziò a cercare il proprio cellulare fra le coperte, anche se immaginava fosse stata la prima cosa che gli era stata sottratta.
Sperò solamente di poter rimettere le mani sui propri abiti al più presto.
Si passò una mano sul ventre e si avvicinò alla porta, appoggiando la mano destra sulla maniglia.
Quando Drake se n'era andato era sicuro di non avere sentito il girare della chiave nella toppa della porta, forse il criminale si era dimenticato di bloccarla.
Danny prese un grosso respiro ed abbassò la maniglia, la serratura scattò e la porta si spostò di qualche centimetro, mostrando un piccolo spiraglio che dava su un corridoio buio.
"Pronta piccola? Vediamo di uscire da qui" Disse Danny, facendo qualche lasso avanti.

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