Il giorno seguente Steve si alzò lasciando Danny a letto.
Il Detective dormiva placidamente su un fianco, il viso nascosto contro il cuscino ed il corpo coperto dalle morbide coltri.
Il Comandante sorrise intenerito dalla scena, si chinò un poco in avanti e lasciò un piccolo bacio sulla fronte del compagno, stando però attento a non svegliarlo.
Lasciò la camera da letto in punta di piedi, fortunatamente aveva lasciato la valigia in soggiorno così, nell'aprirla per recuperare degli abiti puliti non avrebbe rischiato di svegliare Danny.
Steve si inginocchiò davanti alla valigia e dopo aver rimosso un piccolo lucchetto iniziò a frugare al suo interno, alla ricerca di un paio di pantaloni e di una maglietta. Sfortunatamente si era reso conto troppo tardi che il clima del New Jersey non era per nulla simile a quello delle Hawaii e che, invece di portare solo magliette avrebbe dovuto buttare nella valigia anche un paio di felpe.
Fortunatamente i suoi anni nei Navy Seals lo avevano formato, abituandolo anche a temperature glaciali e, per quel giorno avrebbe potuto sopportare un po' di vento.
Una volta che ebbe recuperato alcuni abiti iniziò a vagare per l'appartamento alla disperata ricerca del bagno.
Lo trovò infondo al corridoio, dietro ad una porta bianca.
Steve abbassò la maniglia facendo attenzione a non fare troppo rumore, chiuse un occhio ed entrò nella stanzetta.
Non trovò asciugamani o accappatoi e non volendo svegliare Danny decise semplicemente di lavarsi il viso, si sfilò i boxer che aveva tenuto durante la notte e li gettò in una piccola cesta per i panni sporchi.
Dopo avere constatato di non puzzare più di tento indossò i vestiti puliti. Una volta tornato a casa avrebbe chiesto a Danny di mostrargli dove diavolo teneva nascosti gli asciugamani.
Lasciò il bagno sempre in punta di piedi e andò in cucina, ma prima passò per la camera per poter recuperare il proprio portafogli ed il cellulare, per non parlare della cintura con attaccati il distintivo e la fondina.
Danny si mosse nel sonno, ma continuò beatamente a dormire.
Steve fece il giro del letto e si accovacciò di fianco all'amico, sul cassetto stava il cellulare del biondo. Il Comandante lo prese fra le mani e disattivò la sveglia, poi lasciò la stanza.
Una volta raggiunta la cucina andò alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare, era dal mezzogiorno del giorno prima che non metteva qualcosa nello stomaco e fu costretto ammettere di avere una discreta fame.
Alla fine in uno dei tanti armadietti trovò un pacchetto di biscotti al cioccolato con cioccolato extra fondente, Steve sorrise e pensò fosse classico di Danny, non lo conosceva ancora così bene da poterlo dire, ma per lui doveva essere stata una tortura mangiare solo salutari fette biscottate con della semplice marmellata.
Il Comandante andò a sedersi al tavolo della cucina e mentre faceva colazione iniziò a spulciare i messaggi che aveva ricevuto.
La maggior parte erano di Chin e Kono, mentre i restanti erano alcune informazioni riguardanti il meteo ed un particolare messaggio che segnalava il fatto che lui avesse lasciato le Hawaii.
Steve scrisse in veloce messaggio a Chin.From: Steve
To: Chin
Danny sta bene, oggi lo porterò da un medico. Ti chiamo più tardi. Avverti Kono.Niente di esagerato o sfarzoso, quel messaggio conteneva informazioni essenziali.
Steve si alzò in piedi e rimise a posto la confezione di biscotti.
Con una spugna verde ed umida ripulì il tavolo dalle briciole, poi lasciò la cucina e si diresse alla porta d'ingresso.Prese le chiavi che Danny aveva inserito nella serratura e le girò nella toppa, poi uscì dall'appartamento, chiuse la porta a chiave e fece cadere le chiavi all'interno della sottile buca per le lettere.
Steve si chiese perché quella porta avesse ancora la buca quando tutti i condomini erano dotati di una portineria.
"Ok, andiamo alla centrale" Disse fra sé e sé prima di avviarsi all'ascensore.
Come la sera prima raggiunse la centrale con un taxi e stranamente come guidatore trovò ancora lo stesso uomo che lo aveva accolto la sera prima, l'anziano gli sorrise un poco incerto e lo condusse doveva sapeva sarebbe voluto andare.
Steve pagò il conto della tratta e scese dallo sgargiante taxi giallo, un brivido lo percorse da testa a piedi quando mise il naso fuori dall'abitacolo caldo. Felpe, doveva decisamente comprare delle felpe.
Quando entrò in centrale trovò Grace che lo aspettava davanti all'ingresso. La donna aveva le braccia incrociate contro il petto ed un sorrisetto divertito stampato in viso.
Steve la guardò sollevando le sopracciglia brune.
"Cosa c'è?" Lei sollevò le spalle e gli fece cenno di seguirlo.
Il Comandante non passò certo inosservato, molti poliziotti si fermarono a guardarlo con aria interrogativa ed incuriosita.
Grace si fermò a presentarlo ad alcuni colleghi, poi riprese la camminata verso il proprio ufficio.
"Grace, posso farti una domanda?" Domandò l'alpha, mentre i due si addentravano in un lungo e tortuoso corridoio semi-deserto.
Lei sollevò le spalle.
"Come faceva Lake a sapere di Danny?" Domandò il Comandante, abbassando lo sguardo sulla donna. Grace si immobilizzò in mezzo al corridoio poi, riprese a camminare.
"E tu come sapevi che Lake ne fosse a conoscenza?" Domandò a propria volta Tillwell, con tono interrogativo degno di un Detective.
Steve buttò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia contro il petto. "Kono li ha sentiti parlare durante la visita che Danny a fatto a Lake. All'inizio aveva creduto che fosse una sorta di presa in giro nei confronti di Danny e ha lasciato perdere" Spiegò il Comandante.
Grace annuì, soddisfatta da quella risposta.
"Lake è un mutaforma" Rispose semplicemente la donna.
Fu la volta di Steve quella di immobilizzarsi nel mezzo del corridoio, stupito da quella risposta. "Danny mi ha raccontato che, attraverso il suo fiuto Lake è riuscito a fiutare il bambino, una cosa del genere. È successo il giorno della retata" Spiegò Grace, aprendo la porta del proprio studio, invitando l'altro uomo ad entrare.
"Ora è tutto chiaro... quando ho scoperto della gravidanza anche io mi sono accorto di un cambiamento nell'odore di Dan-" Il Comandante venne interrotto dalla voce squillante di Grace e dallo sbattere della porta. "Cosa!? Anche tu sei un mutaforma?" Domandò Tillwell, portandosi le mani a coprire la bocca.
Steve annuì e sorrise titubante.
Grace si premette una mano contro la fronte e sospirò.
"Aspetta... quindi, se sei un mutaforma, perché non ti sei accorto dello stato di Danny?" Domandò la poliziotta, premendo le braccia contro il petto.
Il Comandante alzò gli occhi al cielo ed inclinò il capo, cercando il modo più semplice per spiegare il motivo alla donna.
"Non ho un bel rapporto con il mio lupo. Da quando è morta mia madre l'ho segregato nella mia testa, raramente gli permetto di prendere il controllo del mio corpo e tramutarsi in lupo e, ancora più raramente gli permetto di entrare nella mia testa e... è complicato Grace" Spiegò Steve, accomodandosi su una delle poltroncine poste davanti alla scrivania della donna, lei rimase in piedi, così da poterlo guardare dall'alto.
"Si dice che il lupo possa parlare all'uomo" Commentò Tillwell con fare pensieroso. Steve annuì.
"È così. Il mio lupo può parlarmi ma... non lo facciamo da molti anni" Rispose il Comandante, incrociando le braccia contro il petto.
"Credo lui sapesse della gravidanza ma, a causa della mia testardaggine non ha potuto avvertirmi prima" Continuò l'alpha, portando lo sguardo sull'amica che lo guardava con fare dubbioso.
"Prova a vederla in questo modo. È come se Īlio avesse un collare stretto attorno al collo che gli impedisce di raggiungermi e parlarmi.
L'ho isolato in una parte della mia mente e lì l'ho lasciato" Concluse il Comandante.
Grace abbassò lo sguardo su di lui.
"E perché lo avresti fatto?" Domandò la donna.
Steve scosse il capo.
"Lo reputo responsabile della morte di mia madre" Rispose sinceramente l'alpha.
Tillwell scosse il capo e batté le mani insieme, volendo evitare di suscitare ricordi troppo dolorosi.
"Allora Steve, cosa sei venuto a fare in New Jersey? Intendo oltre a passare del tempo con Danno e tuo figlio" Chiarì la donna sedendosi alla propria scrivania.
L'alpha si passò una mano contro il viso, valutando cosa fosse opportuno rivelare alla donna e cosa no.
"Non vorrei che qualcuno degli acquirenti di Lake utilizzasse il bambino come mezzo per vendicarsi della dipartita del loro venditore o, ancora, per richiedere la liberazione di Lake. Sono venuto qui per proteggere Danny" Rispose il Comandante, prendendo un respiro peofondo.
Grace sollevò le sopracciglia e batté entrambe le mani sulla scrivania, iniziando a martellare con le dita sul legno chiaro del piano di lavoro.
"La trovi una cosa possibile?" Domandò lei con tono vagamente preoccupato e seccato al tempo stesso. Steve annuì.
"Abbiamo mandato all'aria un giro di traffico di uomini, non credo la cosa sia andata a genio a molti dei responsabili, e sono sicuro che Lake sia solo una piccola pedina controllata da qualcuno di molto più pericoloso" Spiegò il Comandante incrociando le braccia contro il petto.
L'idea che Lake fosse solamente la punta dell'iceberg gli era venuta ripensando al giorno del suo arresto, al modo in cui il trafficante si fosse fatto portare via senza opporre alcune resistenza.
Grace si trovò d'accordo con quelle parole, si passò le mani fra i capelli bruni e sospirò.
"Speravo tutto finisse con Lake" Commentò lei con fare stanco. Avevano passato più di due anni nel tentativo di smascherare l'uomo solamente per scoprire che quella fosse solamente la punta del iceberg.
"Lo so, lo speravo anche io" Disse Steve sinceramente.
"Ma ti prometto che farò tutto quello che è in mio potere per proteggere Danny" L'alpha sorrise conscia del fatto che il Comandane avrebbe davvero fatto tutto quello che era in suo potere per proteggere il suo amico.
"In ogni caso, conosci un buon medico? Oggi pensavo di portare Danny a fare la sua prima visita" Spiegò Steve sorridendo con aria sognate."Davvero sei uscito vestito così!?" Domandò Danny quando Steve fu di ritorno a casa.
Il Detective era seduto sul divano, avvolto in una coperta rossiccia e morbida.
L'omega era rimasto turbato dal fatto che la sua sveglia non lo avesse destato dal sonno, aveva provato rabbia nei confronti dell'alpha, rabbia che era subito sfociata in gratitudine quando, il biondo era stato piegato in due dai conati di vomito.
Il Comandante sollevò le sopracciglia confuso.
"Dovevo uscire in mutande?" Domandò lui, spalancando le braccia con fare divertito.
Danny buttò gli occhi al cielo e si alzò in piedi, avvolgendosi la coperte attorno alle spalle.
"Ma come sei spiritoso" Commentò l'omega.
"Non ti sei portato nemmeno una felpa, tu brutto idiota?" Domandò il biondo iniziando a camminare per la casa con passo svelto.
Steve sospirò esasperato e si mise a seguire l'altro uomo.
L'omega entrò in camera da letto e si mise a frugare all'interno di un grande armadio.
"Cosa cerchi?" Gli domandò Steve dopo essersi seduto sul bordo del letto.
Il Detective lo zittì con un gesto seccato della mano e spazientito si levò la coperta di dosso, infilando completamente il busto all'interno dell'armadio.
"Una felpa della tua misura" Rispose Danny prendendo fra le mani una felpa grigio chiaro.
Non aveva cerniere ma, una grande tasca sul davanti ed un cappuccio molto largo.
"Sarei andato a comprarne una" Disse Steve accettando comunque l'indumento caldo.
Il Detective scosse il capo ed andò a sedersi al suo fianco, poi si lasciò cadere all'indietro sul letto.
Il Comandante sospirò e si lasciò cadere a propria volta. Danny si voltò a guardarlo, poi tornò a fissare il soffitto.
"Voglio una torta" Commentò il biondo.
Steve sollevò le sopracciglia e si lasciò sfuggire una risatina.
"Sono già iniziate le voglie?" Domandò il Comandante.
Danny si limitò a sollevare le spalle, si passò le mani sul ventre e poi si sollevò.
"Dove vai?" Domandò ancora Steve.
Il Detective gli rivolse un'occhiata interessata, poi sollevò nuovamente le spalle.
"A fare una torta" Rispose con fare ovvio.
Il Comandante si alzò in piedi e seguì l'amico in cucina.
Danny si era riavvoltò nella coperta e ora, per quanto buffa poteva essere quella vista, ricordava un cavaliere con indosso uno svolazzante mantello.
"Aspetta, aspetta" Iniziò Steve appoggiandosi contro il bancone.
Il Detective sollevò le sopracciglia.
"Perché?" Domandò Danny.
Il comandante sospirò e si passò una mano fra i capelli.
"Fra un'ora abbiamo una visita all'ospedale" Rispose Steve.
La ciotola che Danny aveva stretto gli cadde dalle mani.Angolo dell'autrice
Visto che mi è stato richiesto, solo per questa volta, capitolo extra.
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Eyewitness
Fanfiction⚠️La storia presenta contenuti per adulti⚠️ ~Omegaverse~ Il suo nome è Danny Williams, nato nel New Jersey e trasferitosi alle Hawaii due anni addietro lavora in grande ristorante molto in voga sull'isola, il Velvet. La sua vita è tranquilla, vive...