Capitolo 38:

1.8K 94 2
                                    

Il mattino seguente Danny venne svegliato dall'invitante profumo di pancake fatti in casa.
Il suo stomaco brontolò ricordandogli che l'ultimo alimento con cui aveva banchettato era stata una confezione di gelato.
Il Detective mise i piedi fuori dal letto e fu felice di risvegliarsi a casa di Steve, nel suo letto, avvolto dall'odore del suo compagno.
Scese al piano inferiore e sorrise quando trovò Steve ai fornelli, intento a fare saltare un pancake in una pentola.
"Buongiorno" Lo salutò l'alpha, guardandolo con la coda dell'occhio, senza distogliere lo sguardo da ciò che stava cucinando.

Fecero colazione parlando del più e del meno, per essere precisi Danny parlava e Steve ascoltava i discorsi a volte senza un filo logico del compagno.
"Quindi, come mi avete trovato?" Domandò il biondo, ricordando che il giorno prima aveva posto la stessa domanda ma nessuno aveva avuto il buon cuore di rispondergli.
"È stato Lake. Ricordi quando, durante la telefonata, ti ha fatto tutte quelle domande?" Domandò il Comandante, ficcandosi in bocca metà pancake.
Danny annuì.
"Quando ti ha chiesto della tua nuova stanza tu gli hai rivelato un particolare interessante. La cima degli alberi" Rivelò Steve.
"Da quello è riuscito ad identificare la tua posizione" Terminò di spiegare il Comandante, continuando a cibarsi della propria colazione.
Il Detective sollevò le sopracciglia. "Aspetta, e se non avessi detto quella cosa sugli alberi?" Domandò Danny. Steve sollevò le spalle.
"Credo che in qualche modo sarebbe riuscito ad estorcerti quell'informazione" Ribatté l'alpha. "Ho passato del tempo con lui e... mi ha raccontato molte cose riguardo il suo passato... aveva una compagna ed un figlio" Disse Steve, con tono improvvisamente serio.
Danny smise di mangiare e poggiò lo sguardo sul viso del compagno. "Aveva?" Domandò l'omega con titubanza, stringendo le braccia attorno al ventre gonfio.
Il Comandante annuì.
"Lei è morta di parto. Il figlio è vivo ma... Lake non ha potuto tenerlo al suo fianco" Spiegò Steve, prendendo un veloce sorso d'acqua.
Danny abbassò lo sguardo, provando un infinito senso di tristezza e dispiacere nei confronti del trafficante.
"E... riesce a vedere suo figlio?" Domandò il Detective, con tono speranzoso.
Il Comandante annuì e raccontò ciò che Lake gli aveva confidato. "Pensavo che, accordandomi con Il Governatore potrei, acconsentire a delle visite" Iniziò Steve.
"Il bambino ha dieci anni e non voglio sappia che suo padre è un carcerato quindi... potremmo permettere a Lake di andare a trovare il figlio, tu cosa ne pensi?" Domandò il Comandante, ricordando che Danny aveva trascorso anni cercando di mandare in prigione quell'uomo.
Uomo che poi si era rivelato essere quello sbagliato.
"Credo che sia un'idea magnifica" Rispose Danny sorridendo.
Steve rispose al sorriso nel medesimo modo.
Il Detective prese un altro morso dall'ultimo pancake che stava nel piatto e se lo gustò appieno.
"Non vedo l'ora di parlare con Grace. Mi pare strano non fosse con te" Commentò Danny posando la forchetta sul piatto ormai vuoto.
Steve si fece subito serio, le spalle si irrigidirono così come il resto del corpo.
L'uomo poggiò la forchetta al centro del piatto e questa venne ricoperta dallo sciroppo d'acero.
"Che succede?" Gli domandò il Detective, non capendo il perché di quella reazione.
Il Comandante sospirando si alzò in piedi, fece il girò del tavolo ed andò ad inginocchiarsi davanti al compagno.
"Devo dirti una cosa" Iniziò Steve, appoggiando le mani sulle ginocchia dell'altro uomo, sfregandole con delicatezza.
"Riguarda Grace?" Domandò Danny con tono preoccupato.
Il Comandante annuì e smise di accarezzargli le ginocchia, sollevò lo sguardo e puntò gli occhi in quelli più chiari del compagno.
"Alcuni uomini hanno tentato di liberare Lake durante il trasferimento alle Hawaii..." Iniziò a spiegare Steve stando bene attento ad usare le parole più adatte, cercando di rendere quella notizia il più sopportabile possibile. "Grace ed i suoi uomini sono riusciti a fermarli ma ha caro prezzo" Continuò il Comandante mordendosi l'interno della guancia.
Danny posò le mani su quelle del compagno, avendo già intuito a cosa l'altro stesse andando a parare.
Un singhiozzo sfuggì al suo controllo, attirando su di sé l'attenzione di Steve.
"È morta?" Domandò il Detective tra un singhiozzo e l'altro.
Il Comandante annuì e si sollevò, stringendo il compagno in un caloroso e rassicurante abbraccio.
Gli posò una mano fra i capelli e spinse la sua testa nell'incavo del suo collo.
Danny continuò a singhiozzare, bagnando la canottiera blu di Steve con calde lacrime salate.
L'alpha gli accarezzò la schiena, cercando di confortare l'omega, senza però ottenere alcun risultato.
Danny continuò a singhiozzare, aggrappandosi alle spalle del compagno con tutta la forza e disperazione che aveva in corpo.
Ma, ad un tratto tutto si interruppe bruscamente.
La cucina divenne impeovvisamente silenziosa.
Steve trovò strano quell'improvviso mutismo del compagno, così, con movimenti lenti e delicati si separò dal corpo dell'omega, puntando gli occhi verdi sul viso del Detective.
Le pupille di Danny si erano sffilate all'inverosimile, i denti si erano allungati, ma non abbastanza per eguagliare le zanne di Steve quando era diventati ferino.
Infine anche le unghie erano diventare più lunghe, rimanendo comunque non paragonabili a quelle dell'alpha.
Gli artigli erano conficcati nella pelle del Comandante, lacerandola.
"Oh Danny..." Sussurrò Steve lasciando una carezza sul viso corrucciato dell'omega.
Lui mosse il capo, approfondendo quel contatto, spingendo il proprio corpo contro quello dell'altro uomo, alla ricerca di un maggiore contatto fisico.
Il Comandante non si sottrasse a quella muta ricerca di affetto, portò le mani sotto le cosce di Danny e facendo forza con le braccia lo sollevò da terra.
L'omega avvolse le gambe attorno ai fianchi di Steve, si aggrappò con le unghie alla sua canottiera e nascose il viso contro il suo collo, iniziando ad emettere degli strani suoni, molto simili alle fusa emesse dai gatti. "Shhh..." Cercò di calmarlo il Comandante, allontanandosi dalla cucina ed iniziando a salire le scale, diretto in camera da letto.
Steve entrò in camera aprendo la porta con gesti calcolati e lenti, cercando di non spaventare ancora di più il compagno.
Si chiuse la porta alle spalle ed andò a sedersi sul letto, appoggiando la schiena contro un cuscino appoggiato alla testata in legno.
Danny si ritrovò così seduto sulle gambe dell'altro uomo, le gambe piegate contro il materasso, lateralmente a quelle di Steve, mentre, il viso era ancora nascosto nell'incavo fra collo e spalla del compagno.
"Danny..." Lo richiamò Steve con tono calmo e paziente, prendendo il viso del Detective fra le mani.
L'alpha avvicinò il viso a quello del compagno e fece strusciare insieme le punte dei loro nasi, poi gli lasciò un bacio sulla fronte.
Danny tornò a strusciarsi contro il corpo del compagno, afferrando con le mani la canottiera, cercando di levarla con gesti privi di grazia. "Contatto fisico, eh?" Domandò Steve avendo perfettamente in mente la sensazione che doveva stare provando Danny.
Dopotutto, alpha e omega non erano poi così diversi.
Il Comandante accettò di eseguire quel piccolo capriccio dovuto alla natura del Detective e si spogliò della maglia, buttandola a terra.
L'omega si leccò le labbra e si strinse contro il corpo dell'altro, poggiando la guancia contro la spalla del compagno.
"Dormi un po'... quando ti risveglierai sarà tutto finito" Lo rassicurò il Comandante, stringendolo contro il proprio corpo.

Quando Danny riaprì gli occhi era ancora stretto fra le braccia di Steve. Fuori il cielo era nero come la pece, le stelle rilucevano nel cielo scuro, accompagnate dalla luna piena. L'omega sbadigliò sonoramente e si strofinò gli occhi con le mani, mettendo a fuoco la stanza.
"Come ti senti?" Gli domandò subito il Comandante, passando una mano contro il ventre del compagno.
Il Detective scosse il capo e nascose il viso contro il morbido cuscino.
"La mia migliore amica, la mia partner è morta. Come dovrei sentirmi?" Domandò Danny, voltando il capo per poter guardare il compagno.
Steve gli passò un braccio attorno ai fianchi e gli baciò la fronte, non avendo parole da dire sapendo che, qualsiasi cosa avesse detto non avrebbe certo risollevato il morale del compagno.
"Steve..." Lo richiamò Danny.
Il Comandante annuì, scendendo a baciargli le guance calde.
"Lo so Danny, lo so" Disse l'alpha, accarezzandogli la schiena con estrema delicatezza.
Il biondo scosse il capo, cercando di afferrare le mani dell'altro.
"No, Steve non..." Tentò di dire l'omega, ma venne zittito dalle carezze gentili del Comandate. "STEVE!" Esclamò, stanco dei continui tentativi del compagno di zittirlo. L'alpha sollevò le sopracciglia, stupito dall'improvviso cambio di tono dell'omega.
"Cosa?" Domandò Steve, mettendosi a sedere e notando quasi immediatamente il formarsi di una chiazza bianca all'altezza del cavallo di Danny.
"Cosa...?" Domandò il Comandante. Danny si tirò a sedere con fatica.
"La bambina... sta arrivando!" Esclamò il biondo, tentando di alzarsi in piedi.
Steve fu più rapido e lo prese fra le braccia, prepicipitandosi al piano inferiore.
"Credevo sarebbe nata con il cesareo!" Esclamò il Comandante, sapendo che la bambina non sarebbe potuta uscire in altro modo.
Danny annuì.
"Noelani ha detto che... che ci sarebbero state delle perdite... così da avvertirci che il momento è arrivato!" Rispose l'omega, premendo le mani contro lo stomaco e prendendo dei profondi respiri.
"Danny sei al settimo mese! È troppo presto!" Esclamò Steve, caricando il compagno in macchina.
Prese il cellulare in una mano ed inserì le chiavi nel quadro d'accensione.
"Fidati! Sta arrivando!" Ribatté l'omega in preda al panico.




Informazione di servizio: 

Ieri, per qualche arcano e losco motivo il mio cellulare ha smesso di funzionare. Fino a domani in tardo pomeriggio/sera non potrò rispondere ai commenti e tantomeno visualizzare le notifiche. 

Grazie per la pazienza. 

EyewitnessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora