Capitolo 22

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Jessie

"Forza..." gli faccio cenno di salire, visto che è ancora fermo all'inizio della scala e mi guarda come un cucciolo abbandonato, che ha trovato una nuova casa.

Al mio incitamento inizia a salire barcollando, lo aiuto ad arrivare nella mia stanza.

"Wow la tua stanza, che bei ricordi." Mi dice ammiccando e io lo guardo seria.

"Dici sul serio? Sei qui ubriaco dopo che ti avevo chiesto di lasciarmi stare e te ne esci così."

"Ma è vero." Mi risponde imbronciato, mentre si accascia sul mio letto.

"Forza togliti quella roba e prendi queste" gli porgo una maglia di mio padre. Anche se con un certo sforzo fa quello che gli dico, lo vedo tentare di togliersi i pantaloni, eh no, penso, così non vale.

"Jack, va bene così. Vai a letto."

Lo interrompo, non ho nessuna intenzione di averlo vicino in biancheria intima.

"Sì signora" mi risponde ridendo e si coccola al mio cuscino addormentandosi subito.

Lo guardo sospirando, "non so cosa fare con te" gli  aggiusto una ciocca di capelli che gli era caduta sugli occhi, a quel contatto sento la mano fremere e la ritiro come se mi fossi scottata.

"Siamo proprio messi male" dico ancora.

Poso il bicchiere pieno d'acqua sul comodino e scosto le coperte per coricarmi anche io.

Una volta stesa mi volto a guardarlo da vicino, sembra così indifeso in questo momento.

Dopo l'ennesima discussione di oggi ho capito di amarlo ancora e purtroppo uno dei motivi, che me lo rende speciale, è proprio il suo mettere la felicità delle persone che ama prima della sua, ma purtroppo non sempre questo è un bene.

Mi volto dall'altra parte per addormentarmi, ringraziando il mio letto di una piazza e mezzo, che mi permette di stargli lontana.

Mi accorgo di non aver chiuso la finestra e i raggi della luna riescono a rischiarare la stanza, sono così triste, sentire il suo corpo accanto al mio e così bello, ma non posso, non posso cedere nuovamente.

Una lacrima solitaria mi solca il viso, la lascio stare non voglio asciugarla.

Lo sento muoversi nel letto e poi il suo braccio mi avvolge in vita tirandomi verso di lui, mi fa aderire al suo petto, intreccia le nostre gambe e sento il suo respiro vicino all'orecchio, che mi riempie di brividi.

"Io voglio te, Jessie. Voglio te!" Mi sussurra queste parole con sofferenza. Il sentirle mi scalda il cuore ma non la mente, perché purtroppo non sono sufficienti per me, un'altra lacrima scivola sulla mia guancia.

"Lo so" mormoro "ma io voglio il lieto fine!"

Mi porto una mano sugli occhi per proteggermi dal sole che entra dalla finestra.

Una sensazione di freddo mi fa capire che lui è andato via.

Avrei voglia di piangere, risento le sue parole "voglio te" rimbombarmi nella testa, ma eccomi sola nel letto.

Ancora una volta non ha scelto me.

Mi tiro su pronta a scendere in cucina per la colazione, affronterò il resto dei giorni senza cedere per poi tornare alla mia routine, mi dico decisa.

Sto per scendere dal letto e noto un foglio di carta piegato in due sotto una delle nostre foto, che avevo ancora in stanza.

Cara Jessie,

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