Capitolo 1

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Jessie

Anche questa notte mi ritrovo a fissare il tetto, al buio della mia camera da letto. È passato tempo, tanto tempo, ma ho sempre un pensiero a farmi compagnia: il giorno di dieci anni fa in cui lui mi disse addio.

Con il cuore in tumulto, per questi soliti sentimenti, mi chiedo cosa fosse stato a renderlo indimenticabile.

Potrei dire per il suo aspetto fisico, per i suoi soffici capelli castani o per i suoi occhi azzurri così intensi che quando incrociavano i miei incendiavano il mio corpo come davanti un camino.

Sarebbe facile raccontare le mie emozioni come legate ad un amore adolescenziale, anche perché lo eravamo entrambi, ma la verità è che nessun altro uomo è mai riuscito a farmi sentire a casa, anche con un semplice abbraccio, come invece sapeva fare lui.

Sbuffo piena di odio per il mio debole cuore che lo aveva fatto entrare così in fondo, da non riuscire più a far spazio a nessun altro.

Sbuffo perché, dopo dieci anni, non passa notte senza che la mia mente non si chieda: Dov'è? Cosa sta facendo? Perché se ne è andato?

Sbuffo perché, nonostante, una sera fosse sparito nel nulla senza dire niente, io mi crogiolavo, ancora, nel suo ricordo.

Mi rigiro nel letto esausta, il mio cervello si rifiuta di andare avanti ed eccomi immersa nei ricordi, riesco a sentire ancora la sua ultima carezza, le sue ultime parole "sei così importante per me", ero solo una ragazzina, anzi lo eravamo entrambi, ma nonostante questo, lui aveva segnato la mia vita.

Ho sempre paragonato tutti a lui e nessuno, cazzo, nessuno lo ha mai avvicinato lontanamente. Giuro ci ho provato, all'università sono uscita con un paio di ragazzi, anche per diversi mesi, cercando in tutti i modi di convincermi che li amassi, che mi provocassero gli stessi brividi che solo lui era in grado di farmi sentire.

Alla fine mi sono arresa dedicandomi solo al lavoro. Oggi sono una donna affermata: sono riuscita a creare una società tutta mia a ventisette anni, che mi permette di guadagnare bene. Mi occupo di persone alla ricerca della loro felicità; li aiuto a capire di cosa hanno bisogno: se di un nuovo lavoro, o di una nuova vita. Li aiuto a realizzare il loro sogno.

Paradossale vero?

Aiuto gli altri a realizzare i propri sogni, mentre io non riesco a raggiungere la mia di felicità.

Dovrei essere soddisfatta, felice e invece mi sento incompleta. Mi manca lui, mi manca tremendamente. Ma non un lui qualunque, no, il mio lui Jack Miller.

L'uomo che ha segnato la mia esistenza, obbligandomi a rinunciare alla cosa che ritengo più importante di tutti: l'amore.

Quanti migliaia di libri avrò letto in cui l'amore trionfa sempre. Per non parlare dei film. Lo ammetto, sono la classica ragazza a cui piacciono i lieto fine. Cavolo, la vita è già dura così, non ho bisogno di leggere o vedere anche in un libro o in un film quanto questa possa essere schifosa.

Non che io mi possa lamentare: figlia unica di una famiglia super amorevole, sempre tutti insieme compresi i parenti di ventesimo grado e dove tutti sanno tutto e ti aiutano senza pensarci due volte.
I miei genitori si amano ancora dopo trent'anni ed è questo che io voglio, lo voglio con tutta me stessa.

Voglio il mio lieto fine, voglio l'amore.

Basta! È ora di contare le pecore.

Basta pensare a lui, basta pensare alla mia vita senza amore sono comunque felice, sono comunque fortunata, quindi basta.

E dopo essermi ripetuta questo mantra infinite volte mi sono finalmente addormentata.

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