Jessie
Per tutto il giorno ho pensato alla sua espressione, al calore della sua mano su di me, mi sentivo ancora le farfalle nello stomaco.
"Jessie che fai stasera?"
"Vado al cinema con Mia e gli altri",
vedo spuntare mia madre nella mia stanza mentre sono intenta a scegliere cosa mettere. Mi volto verso di lei vedo che è preoccupata.
"Che c'è?"
Le chiedo avvicinandomi.
"Stai attenta?"
Mi riavvia i capelli la guardo senza parlare.
"Ho notato che da quando sei tornata hai la testa fra le nuvole."
Mi mordo il labbro, e ora che dico.
"Non mi devi dire niente, per questo ti dico stai attenta."
La guardo grata.
"Va bene."
Mi abbraccia dandomi conforto.
"Sbrigati è tardi" così dicendo se ne va.
Finalmente scelgo cosa mettere questa sera voglio essere bella, non banale, mi sento stranamente romantica, per questo ho scelto un vestito fiorato.
Quando sto finendo di prepararmi sento il telefono squillare.
"Pronto Mia..."
"Ciao Jessie, scusa ma non riusciamo a passare con Tom, verrà Jack, ok?"
"Ma lui lo sa?"
"Sì, sta proprio arrivando."
"Allora va bene, a dopo".
Infilo il cardigan blu, prendo la borsa e suona nuovamente il mio telefono
"Pronto Jessie, sono arrivato potresti..."
"Arrivo!"
Chiudo subito la chiamata e mi precipito fuori, non voglio che mia madre si accorga di Jack, visto quanto mi ha detto questo pomeriggio.
Entro velocemente in auto, mi viene da ridere a vedere la sua espressione, nonostante sia molto nervosa per essere con lui in auto.
Stranamente gli spiego il perché sia corsa in auto, anche se poi mi pento di quanto detto. Mi sento sempre più in imbarazzo, per quello che ho detto per come mi sono vestita, per tutto.
Mi volto leggermente dalla sua parte e mi basta vedere i suoi occhi illuminarsi mentre mi guarda per rilassarmi, forse non ho sbagliato niente.
Volevo vedere proprio quello, volevo il suo desiderio verso di me, niente Mary, niente infinite ragazze che sicuramente avrà avuto, solo io.
Gli rispondo a tono alle sue illazioni ed è divertente mi sembra di essere tornata indietro.
E poi non so come gli sento dire quello che avrei voluto sapere dieci anni fa quando se ne è andato.
Sentirgli dire che la causa del suo abbandono non ero io, mi libera dal peso che per anni sentivo sul cuore.
Non dico niente per paura che smetta di parlare.
Mi ero scervellata infinitamente per capire cosa avessi sbagliato e alla fine avevo concluso che non mi amasse.
Ho creduto per anni che mi avesse usata e che poi se ne fosse pentito.
E invece no "ragazza" non sei tu il problema è quella stronza di sua madre e suo per non aver lottato.
Dopo aver attentamente guardato la strada davanti a me finalmente mi giro ad osservarlo, vedo il suo dolore, la sua lotta interiore.
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Voglio il lieto fine!
ChickLitPuò il primo amore segnarti per sempre? Restarti dentro urlando il bisogno di essere ascoltato? Forse sì, perché quando incontri qualcuno con cui ti senti te stesso non riuscirai più a dimenticarlo. Jessie si sentiva sua e sapeva che nessuno avrebbe...