Capitolo 14

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Jessie

Chiudo la porta alle mie spalle, il mio petto fa su e giù velocemente, non mi ha toccata ma con il suo sguardo, il suo profumo, nello spazio ristretto di quell'auto, non riesco a pensarci.

Sospiro appoggiandomi alla porta chiusa, lascio andare la testa all'indietro, devo ammettere che mi ha incendiato tutti i sensi, sono tutta accaldata e il mio corpo protesta per essermi allontanata da lui, lo vuole lo ha sempre voluto.

Sbatto la testa alla porta disperata era solo il primo incontro, come posso sopravvivere così per altre due settimane, praticamente ci vedremo ogni giorno e io sarò in balia sua tutto il tempo.

Sono nei guai perché ora che l'ho avuto vicino, non so più neanche cosa sperare che accada al prossimo incontro.

Devo cercare di non restare sola con lui, mi impongo, per la mia sanità fisica e mentale devo evitarlo.

Stancamente, salgo le scale che mi portano in camera, butto la borsa sulla scrivania e i vestiti sulla sedia, vado un attimo in bagno a struccarmi, indosso il mio pigiama a pois e mi metto a letto.

Nel momento in cui poggio la testa sul cuscino so che non chiuderò occhio, le immagini di questa sera mi si affollano nella mente, i suoi occhi che mi fissano spogliandomi, il suo corpo in quel vestito blu, era così sexy, il suo profumo.

Non posso ancora credere di averlo rivisto, di essere stata a pochi centimetri da lui, a un certo punto, in questi dieci anni, mi sembrava fosse solo frutto della mia immaginazione, invece lui è reale ed è così perfetto, almeno per me, il suo modo di scherzare, di parlare, il suo farmi sentire a mio agio.

Non posso credere di avergli raccontato della chiamata.

Mi nascondo la testa sotto le coperte, come se così potessi nascondermi dai miei pensieri, ma ovviamente non funziona.

Crollo addormentata quando il sole sta già per sorgere e al mio risveglio, sono un disastro, ho mal di testa, sono stanca e nervosa.

Mi trascino in cucina a fare colazione, mia madre mi guarda con pietà, bene siamo già alla pietà.

"Tutto bene ieri, Jessie?"

Sì, come no, una meraviglia, non si vede?

Vorrei rispondere così, ma mi trattengo non mi va di rispondere male a mia madre.

"Sì, ho fatto un po' tardi, e poi credo che qualcosa mi abbia fatto male, non sono riuscita a dormire molto."

"Ti preparo una tisana digestiva."

"Grazie mamma" ti ringrazio veramente mamma, per aver fatto finta di credermi, non sono in grado di sostenere una conversazione su ieri sera in questo momento, e tu lo hai capito quindi, grazie.

"Ecco a te."

Mia madre mi deposita davanti la tisana fumante, mentre soffio il liquido caldo sento mia madre parlare con mio padre, questo mi permette di riflettere un attimo su ieri sera.

In fondo non è andata poi così male, non ci siamo scannati, non ci siamo saltati addosso, ho anche avuto la possibilità di dirgli della tregua, che tra l'altro ha accettato.

Mi rincuoro un po', sono certa che il prossimo incontro andrà bene, e poi farò come detto ieri sera, per quanto mi sarà possibile lo eviterò.

Bevo un sorso di tisana e mi ricordo di avere un appuntamento con Mia questa mattina. Proprio in quel momento suona il mio telefono.

"Pronto."

È Mia.

"Jessie, potresti passare a prendermi tu per andare al ristorante?"

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