Capitolo 3

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Jessie

Continuo a respirare cercando di calmare il battito del mio cuore, ma non riesco lui è tutto, tutto quello che avrei voluto e che non ho.

L'idea di rincontrarlo mi fa annegare, non riesco a respirare, ed è così che mi trova Eric.

Sento bussare al finestrino, salto in aria dallo spavento, non l'avevo neanche sentito arrivare, apro subito e mi fiondo tra le sue braccia. Respirare il suo profumo mi calma e le sue parole di conforto mi fanno riprendere lucidità.

"Forza cucciola, andiamo."

Chiude la macchina e mi porta con lui sulla sua, io mi accascio sul seggiolino ho ancora lo sguardo vuoto non riesco a parlare.

Eric mi tiene la mano accende l'auto e mi riporta a casa. Non so come ma sono già seduta sul divano di casa mia con lui seduto al mio fianco, ha preparato anche due tazze di camomilla, è ora di raccontare.

"Cosa è successo?" Mi chiede preoccupato.

"Non posso vederti così. Mi hai fatto morire di paura."

Comincio a parlare della telefonata di Mia, del matrimonio e del fatto che tra poco meno di tre settimane vedrò nuovamente lui, non ho bisogno di dire il suo nome Eric sa già tutto, con i miei amici ci siamo sempre raccontati tutto e non abbiamo mai giudicato.

Molti potrebbero obiettare che sono esagerata, avevo solo diciassette anni, ma è più forte di me, è un po' ridicolo tutto questo ma non si comanda al cuore, e il mio l'ho perduto tempo fa, e mentre mi tiro la mia coperta viola addosso Eric mi accarezza i capelli, mi rassicura che tutto andrà bene.

Dopo non so quanto tempo vedo entrare una Sara affannata, Eric l'aveva chiamata, e io non me ne ero neanche accorta. Si fionda tra le mie braccia e anche lei mi consola, dicendo che andrà tutto bene.

Li guardo entrambi

"Ma avete idea di quanto vi voglio bene? Okay, ragazzi, ora basta avete ragione posso farcela. Organizziamo qualcosa per stasera non voglio proprio rimanere a casa."

"Ci sarebbe quella festa" Eric è un festaiolo. "Di Giulia..."

Sara si lamenta "lo sai che Giulia non mi piace ci prova sempre con Bob."

"Sì, ma Bob guarda solo te quindi andiamo."

"Dai Eric..."

Prova ancora Sara, ma ormai è tutto deciso.

"Sono le sette e trenta ragazzi dobbiamo sbrigarci".

Ognuno torna a casa propria, Sara con il broncio ma so già che le passerà presto.

Una volta sola, mi dico decisa, questa sera voglio spaccare, basta essere una verginella, mi voglio divertire.

Corro in bagno a farmi una doccia, e ferma davanti allo specchio mi guardo dandomi coraggio.

"Dai Jessie ce la farai, è arrivato il momento di chiudere questa storia una volta per tutte", faccio un sì convinto con la testa alla mia me dello specchio e vado in camera.

In quel momento mi ricordo di Carol che mi aveva chiesto di chiamarla, compongo subito il numero.

"Allora Jessie, che si fa stasera?"

"Ciao Carol, ti passiamo a prendere alle nove, con i ragazzi andiamo ad una festa."

"Perfetto" risponde elettrizzata "vi aspetto."

Chiudiamo in fretta la chiamata per continuare a prepararci.

Apro il mio guardaroba e sconsolata non trovo nulla da mettere, non sono un tipo che va spesso in giro e quindi non mi capita di comprare vestiti adatti.

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