Capitolo 26

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Jessie

Mi passo la mano sul capo.

Oh che mal di testa!

Ripenso alla sera precedente, oddio, ora basta con questi abusi, non ho il fisico, non fanno per me, anche perché poi mi caccio sempre nei guai, mi dico disperata.

Apro gli occhi con grande fatica, e non riconosco la stanza in cui mi trovo, cavolo dove sono?  Ho un attimo di panico più che giustificato, alzo subito il lenzuolo, oh mio dio ti prego penso disperata, per fortuna ho ancora tutto addosso.
Cerco di tirarmi su e con difficoltà ci riesco, mi guardo attorno per cercare un indizio relativo al padrone di casa ma nulla.

Non una foto, è tutto bianco, poi mi rendo conto del profumo nell'aria e non ho dubbi sono da Jack, riconoscere il suo odore tra mille.

Flash della sera precedente si fanno spazio nella mia testa confusa, ed eccomi in macchina con lui, Mia e la stronza, anziché portarmi a casa mi ha portato qui, costato.

Mi guardo attorno e vedo la mia borsa a terra vicino alla scrivania, mi alzo velocemente e questo mi provoca un giramento di testa, mi appoggio alla scrivania e posato sopra ad essa vedo il mio telefono. Lo accendo e vedo un messaggio di mia madre, sarà preoccupatissima, lo apro ok amore a domani. Strano.
Guardo i messaggi inviati e vedo un messaggio verso mia madre inviato ieri sera mamma resto a dormire da Mia.

Ecco sono queste premure che mi fanno incavolare, come potrò dimenticarlo se è così adorabile, sospiro frustrata.

Riposo il telefono e decido di andare alla ricerca del proprietario della casa, ma prima ho bisogno del bagno.
Noto una porta aperta infondo alla stanza, fortunatamente è il bagno, mi osservo allo specchio ho un aspetto orribile, cerco di aggiustare il cespuglio che ho in testa, ma mi arrendo subito, pazienza non ho intenzione di fare colpo su nessuno.

Ripenso a lui seduto con quella Mary, la solita fitta mi colpisce, devo trovarlo e andare subito via di qui, prima andrò via prima dimenticherò tutto.

Cosa avrà lei che io non ho? mi riguardo e l'ovvio mi balza agli occhi, lei non si ridurrebbe mai in questo stato, sarebbe sempre perfetta, perfetta per lui, per sua madre, per tutti, non un disastro come la sottoscritta, sospiro rassegnata e mi avvio fuori dalla porta.

Mi ritrovo in un salone con un panorama mozzafiato, non riesco a resistere e mi avvicino alla vetrata, si vede tutta la città è un vero spettacolo.

Sento dei rumori dietro una porta alla mia destra, dai suoni sembra una cucina. mi sento un po' in ansia a rivederlo.

Osservo la porta come se dietro ci fosse un animale selvatico, quando ieri sera sono uscita con Mia non mi aspettavo tutto quello che è accaduto.

Certo nella lettera mi aveva detto di doversi chiarire, ma non sembrava un vero e proprio addio, forse lo avevo interpretato io in questo modo, mentre la sua intenzione era proprio di dirmi che era interessato ad un'altra.

Ma allora perché poi mi ha baciata in quel modo, come dire disperato quando gli ho detto di starmi lontana?

Mi prendo la testa tra le mani non sono in grado di analizzare le cose, con questo mal di testa, sarà meglio chiarire subito comunque.

Spingo la porta, ma dentro non trovo Jack, ma una donna sulla cinquantina che prepara la colazione.

"Buongiorno" esordisco e la vedo sussultare.

"Oh cara, non ti ho sentita", si porta una mano al cuore.

"Mi scusi" arrossisco. Mentre capisco che deve essere la famosa Anna.

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