Capitolo 35

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Jack

Con tutta la forza che ho, do un pugno al muro vicino la porta di casa, mi feriscono le nocche ma non mi importa, quel dolore è niente rispetto a quello che sento dentro.

Odio mia madre con tutto il cuore ma, ancor di più, odio me stesso perché non riesco a eliminarla dalla mia vita, sei giorni ha detto il mio amore ma sarà dura.

Chiamo William.

"Cose è successo stavolta?"

"La smetti di rispondere così. Comunque, è successo che sono un coglione."

Confesso subito.

"Oggi è stato uno dei giorni più belli della mia vita" gli racconto brevemente la giornata, compresa la parte in cui mia madre mi minaccia per l'ennesima volta.

"Si hai ragione sei un cazzone, ti avevo avvertito e sono certo che il peggio deve ancora arrivare."

"Peggio di veder andar via, la donna che ami, distrutta, per uscire con un un'altra?" Non riesco nemmeno ad immaginare cosa possa essere.

"Sì, ne sono certo. Chiamalo sesto senso".

Mi passo la solita mano nel solito ciuffo.

"Augurami buona fortuna, allora."

"Tieni gli occhi aperti." i risponde William e chiudiamo la chiamata.

Mi lascio andare sul divano e chiudo gli occhi.

"Il brutto è, che anche io sono certo, che andrà peggio" stringo i pugni.

Le immagini di Jessie a casa mia, mi riempiono il cuore e l'anima, il suo profumo, le sue risate l'essere semplicemente noi.

"Giuro che sarà il mio futuro!"

È una promessa che faccio a me stesso.

Mi crogiolo ancora un po' nel mio dolore, ripensando a lei nuda tra le mie braccia e a quanto vorrei che fosse qui adesso. Sospiro frustrato, basta così. Muovi il culo, Jack.

Vado a fare una doccia per prepararmi all'orribile serata che mi aspetta, Mary e mia madre contemporaneamente.

Un paio di ore dopo sono sotto casa di Mary che in un attimo è in auto con me. Durante la strada verso casa dei miei non sta zitta un attimo, ho mal di testa, non ho sentito nulla di quello che ha detto, penso solo che finirà e andrà bene o almeno e quello che mi ripeto per affrontare la tortura.

Arriviamo e mia madre l'accoglie sorridente, approfitto del diversivo per scappare, le lascio sole e vado subito al mobiletto del bar ho bisogno di un drink per superare la serata.

Mi verso il bicchiere e mi avvio verso la sala da pranzo dove penso siano andate quelle due visto che non sono più dove le avevo lasciate. Varco la soglia e mi pietrificato.

Vedo la mia Jessie bellissima, forse più del solito, non riesco a staccarle gli occhi di dosso.

Aspetta un attimo sta sorridendo e a Jason il testimone di Tom, stringo i pugni infastidito. Vorrei caricarmela in spalla e andare via da là.

"Sembrano in confidenza, si dà da fare la ragazza, spero non ti dispiaccia che abbia invitato anche lei."

La voce fastidiosa di mia madre si insinua nella mia testa

"Ho deciso di invitare tutti i testimoni per far piacere a tua sorella"

Continua nel suo monologo. Io non riesco a parlare continuo a fissarla, indossa un vestito viola che la fascia come una seconda pelle, ma come se non bastasse la scollatura profonda risalta la perfezione dei suoi seni.
La vedo girarsi verso di me e il sorrise le muore in bocca, si scusa con Jason e si avvia verso il bagno.

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