Capitolo 52

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Jessie 

Ecco arrivato il fatidico momento per Mia e Tom, siamo in chiesa davanti all'altare, io sono alla destra di Mia, mentre Jack è alla sinistra di Tom davanti a me.

I due sposi iniziano a scambiarsi le promesse e io con gli occhi lucidi mi lascio avvolgere dall'azzurro di Jack.

Mentre sento quelle parole d'amore non posso che pensare a quelle che userei io per l'uomo della mia vita, che ora mi sta sorridendo davanti a tutti senza avere più timore di mostrare i suoi sentimenti, forse direi che senza di lui io non ho senso.

La madre di Jack non ha smesso di stuzzicarmi per tutto il giorno, non le andava bene niente: il vestito, i capelli il trucco tutto insomma, a differenza di Mary che, ovviamente, è perfetta, ma per la prima volta non ho sentito nessun fastidio alle sue parole, ormai ho la certezza di quello che Jack prova per me e non mi sento più sbagliata, so di essere perfetta per lui.

Usciti dalla chiesa ci siamo subito recati a casa di Mia dove si sarebbe svolto il party, ho avuto finalmente l'occasione di presentare a Jack i miei amici.

"Eric, mi spiace per ieri." Si scusa Jack, tendendogli la mano.

"Tranquillo Jack, avrei fatto anche io lo stesso, comunque sono contento che sia andato tutto bene, con la mia cucciola"

"La tua cucciola?"

Ripete lui con il sopracciglio alzato.

"Già, non sembra un cagnolino?"

"Eric piantala." Lo zittisco io mentre iniziano tutti a ridere a mie spese.

Il matrimonio procede e per fortuna sta andando tutto bene, Mia e Tom sono raggianti e io sono felice per loro.
Per mia grande gioia la mia amica ha abbandonato l'idea folle del tango e quindi mi sto godendo la serata senza ansia.

"Jack!" Una voce melliflua lo chiama alle mie spalle. È Mary.  Lui sbuffa, e si gira verso l'arpia.

"Dimmi Mary." Le sorride forzato.

"Non abbiamo molto tempo per stare insieme e ti volevo invitare a ballare, visto che hanno iniziato a suonare." Si avvicina sfrontata.

Lo vedo allontanarsi da lei, che gli stava accarezzando il petto. "Mi spiace, ma non posso." Cerca me con gli occhi e io ne sono compiaciuta.

"Ho già promesso ad un'altra i balli di questa serata."

Lei segue il suo sguardo e mi fulmina con gli occhi indispettita.

"Non vorrai perdere tempo con quella, sei stato già fin troppo generoso accompagnandola in chiesa, ma ora basta. Scaricala. Io ti aspetto vicino al bar."

Detto questo, va via ancheggiando come la sgualdrina che è, dopo avermi regalato un'espressione cattiva, passandomi davanti, il suo profumo mi fa venire il voltastomaco.

"Come possono esistere persone così?" Mormoro al mio uomo che nel frattempo mi si era avvicinato.

"Ti chiedi questo? Io mi chiedo: come possono esistere persone come te?" Il suo sguardo è dolce e la sua mano sale ad accarezzarmi la guancia facendomi dimenticare tutto.

"Basta piccioncini." Mi giro verso la mia amica che ci sorride felice.

"Scusa fratello, ho bisogno della tua ragazza un attimo." Mia mi prende la mano.

"Hai dieci minuti e poi me la verrò a riprendere." Parla minaccioso, per poi abbassarsi su di me e sfiorarmi le labbra. A quel contatto sento le gambe cedere, la sua risata compiaciuta mi fa riaprire gli occhi, che non mi ero accorta di aver chiuso, lo guardo arrabbiata ma luti sta già andando in direzione di William.

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