Capitolo 23

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Jack

Ho lasciato Jessie che ancora dormiva.

Era così bella...le ho scritto una lettera per spiegarle il casino che ho in testa, so già che sarà furiosa.

Dopo averla sentita pronunciare quelle parole stanotte, ho capito che devo risolvere i problemi con mia madre prima di poter sperare in qualcosa con lei. Lei merita un uomo che la metta al primo posto.

Ieri sera quando sono andato da lei ero disperato, avevo male al cuore e un bisogno disperato del suo calore il dormire con lei, poterla tenere tra le braccia è stato un regalo prezioso del destino, e mi ha dato il coraggio di affrontare mia madre.

Nella lettera la lascio libera, libera di decidere se aspettarmi o no, mi è costato tantissimo dirle questo ma non posso tenerla in un limbo da cui non so se riuscirò ad uscire io stesso.

Sono cresciuto pensando sempre alla famiglia, mettendola sempre prima anche delle mie necessità, ma ora non ce la faccio più, voglio cominciare a vivere e non a sopravvivere.

Devo fare capire a mia madre che è in gioco la mia vita e lei non può continuare con questa storia della moglie perfetta, altrimenti dovrò scegliere tra lei e la mia felicità, e questa volta non ho dubbi.

L'idea di rinunciare alla mia famiglia mi fa male, ma non è niente se paragonato al dolore di perdere Jessie.

Devo trovare un modo per far capire a mia madre che deve lasciarmi libero di decidere senza dover rinunciare a niente, di smetterla con queste pressioni.

Finisco di lavarmi, sono subito tornato a casa, dopo aver lasciato la mia dolce Jessie, mi vesto e vado in cucina a bere un bel caffè nero, mi serve proprio in questo momento.

Mi fermo un attimo a guardare il panorama dal mio salotto e decido che sarò sincero con mia madre le dirò tutto e la lascerò decidere.

Finisco di bere il caffè lascio la tazza in cucina, prendo le mie cose e salgo in auto direzione casa dei miei.

Trovo mia madre seduta in giardino a leggere una rivista, mentre mio padre è al club a giocare a golf. L'auto di Mia non è in garage quindi siamo soli.

"Ciao mamma" la saluto sedendomi nella sedia vicino alla sdraio, mi tolgo gli occhiali da sole e li poso con il telefono sul tavolino accanto a me.

"Ciao tesoro, non ti avevo sentito."

La vedo posare la rivista e sedersi rivolta verso di me.

"Sei arrivato giusto in tempo, ho appena parlato con Mary." Mi dice entusiasta.
"Mi ha detto di darti il suo numero e se vuoi stasera è libera."

È emozionata come un'adolescente. La guardo un attimo e quindi comincio a dire:

"ascolta mamma sono qui proprio per questo, io non ho nessuna intenzione di uscire con Mary..."

Mia madre mi interrompe subito agitata.

"Basta Jack, con questa storia, non sei un bambino e quindi non fare i capricci. Prima mi dici sì, poi no, poi sì ora nuovamente no. Ormai l'ho chiamata e faresti una figura ridicola, quindi tu ci esci."

Mi guarda severa, ma questa volta non ho nessuna intenzione di lasciarla vincere.

"No! mi spiace che tu abbia dovuto giustificare i miei cambi di idea, ma la colpa di tutto è la tua, sono stufo mamma, sono stufo delle tue pressioni, ho lascito scegliere te e papà su molte cose ma su questo non ti permetterò di rendermi infelice per sempre."

La fisso gelido mentre le dico questo. La vedo alzarsi dalla sedia e cambiare espressione, la faccia severa è stata sostituita da quella ferita, è un abile stratega, devo confessare che in questo le somiglio molto, ma io queste capacità le uso negli affari, lei purtroppo anche in famiglia, ma se vuole la guerra che guerra sia.

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